Viaggi su due ruote

Le nuove strade della bici, rincorrendo l’acqua, i paesaggi (e le buone colazioni)

Dalla Val di Funes fino all’Aspromonte e poi al mare lungo itinerari per ciclisti appena inaugurati, tra profumi di bosco, macchia mediterranea e focacce. Perché il gusto delle soste è importante come quello del pedalare

di Mariateresa Montaruli

4' di lettura

Che siano gli argini di un fiume o gli sterrati che, in morbida discesa, aderendo alla morfologia del terreno, portano a un laghetto di montagna, la bicicletta ama rincorrere l’acqua. Specie in discesa, seguendo le forme create in passato dall’acqua, i ciclisti tagliano gli angoli, improvvisano scorciatoie ridisegnando lo spazio ciclabile al di là di ciò che è progettato. Un comportamento che, in Nord Europa, attingendo alla Poetica dello Spazio di Gaston Bachelard, gli architetti paesaggisti definiscono all'insegna delle “desire line”, le direttive del desiderio. La forza del desiderio può portare i ciclisti, faticatori felici e volontari, a rincorrere l'acqua anche in salita, fin dove sorge. Accade in Val di Funes, la laterale della Valle Isarco che si chiude a sacco davanti al Gruppo delle Odle, dove origina il Rio Funes. Per l’alpinista Reinhold Messner, il posto più bello del mondo.

Il posto più bello del mondo

Primo percorso tabellato in Alto Adige come sentiero facile da mountain bike (la segnaletica servirà da modello per tutta la provincia), il “Valle Isarco – Val di Funes” è la novità dell’estate. Si tratta di 27 km con 1.550 metri di dislivello, da Bressanone fino alla malga Geisler. Sul percorso, il tratto tra le frazioncine di Tiso e San Valentino è stato deviato rispetto all’originario sentiero di montagna e ricreato largo e sicuro, sulla falsariga di una vera strada forestale. Pedalabile in mtb a pedalata assistita (noleggio e tour guidati con plosebike.com), l’itinerario scivola in lieve discesa da piazza Duomo di Bressanone fino ad Albes lungo la ciclabile asfaltata dell’Isarco che dal Brennero volge a sud prendendo poi i nomi di ciclabile dell’Adige e Ciclovia del Sole. Da Tiso in avanti, sul tratto di nuova realizzazione, si prosegue in pieno bosco, tra pini e abeti. A San Valentino si aprono alla vista radure erbose, paesucoli con il campanile e, ancora di lontano, le Odle, il Sasso Putia che annuncia il Passo delle Erbe, il Corno del Renon e dell’Alpe di Villandro. Una visione che esplode quando, dal parcheggio Zans, già a 1.685 metri, si affronta in salita costante la larga forestale che raggiunge le malghe sotto le gigantesche sculture dolomitiche del Parco Naturale Puez-Odle, scogliere calcaree nate per sedimentazione di alghe, conchiglie e coralli in un gigantesco oceano primordiale. Le Maldive di allora.

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Dal Passo della Cisa a Pescasseroli

Di recente mappatura sono anche le 119 tappe in mountain bike in Toscana, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo, tra il Passo della Cisa e Pescasseroli, sulle 500 totali del Sentiero Italia, il trekking a lunga percorrenza individuato negli anni 90, ma rilanciato dal Cai, con 7.200 km di percorsi di mezza montagna suddivisi in tappe che terminano in borghi o rifugi dove si trova accoglienza. In autunno saranno pronte le tracce per la bicicletta, su forestali, strade bianche e carrarecce, anche in Sicilia, Campania, Calabria e Liguria (cai.it/il-sentiero-italia-cai-in-mountain-bike).

Camminando e pedalando lungo le Vie di Dante

Alla ricerca di varianti ciclabili sono anche le Vie di Dante, un progetto, a cavallo tra Romagna e Toscana, nato nel 700° anniversario della morte del Poeta per valorizzare i luoghi segnati dalle occorrenze dantesche: posti citati nella Commedia o i palazzotti dove Dante cercò ospitalità negli anni dell’esilio (dante bike.it). Tra Dovaldola e Portico di Romagna, dove brilla la tappa gastronomica dell’albergo diffuso Al vecchio convento, il percorso, in parte sovrapponibile all’originario Cammino di Dante da Ravenna e Firenze concepito per camminatori e viandanti (camminodante.com), regala strade a zero traffico, spettacolari scorci di Appennino e i primi crinali del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Si pedala tra faggi, acacie, conifere e alberi di sambuco il cui fiore viene utilizzato nell’impasto del pane in un forno tradizionale di Dovadola.

Le memorabili colazioni per ciclisti

Scorre non lontano dai percorsi danteschi il Gran Tour Valle del Savio appena tabellato che raccorda ad anello, su asfalto, sulla vecchia SR71, per 190 km, i comuni di Cesena, Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna e Verghereto, con il ritorno via Montiano. Un circuito che “rincorre” l’acqua fino alle fonti del fiume Savio (e Tevere), sul Monte Fumaiolo, che piacerà ai ciclisti in bici da strada nel suo mix di pianura, saliscendi, colline pedemontane, balze, calanchi, e che trova il culmine nella salita iconica del Monte Barbotto, di poco più di 4 km, resa celebre dai passaggi di Merkx, Coppi e Bartali (unionevallesavio.it/grand-tour-valle-del-savio). A Bagno di Romagna è l'Hotel Tosco Romagnolo dello chef Paolo Teverini a rendersi memorabile per la sua straordinaria prima colazione per ciclisti.

Fresca di inaugurazione è anche la Ciclovia del Sole, progettata sulla carta per ricongiungere il Brennero alla Sicilia, di cui è stato recuperato il tratto di 46 km da Verona e Bologna, con segnaletica dedicata e punti di ricarica di bici elettriche. «Da Verona a Mirandola - specifica Antonio Dalla Venezia, responsabile del comitato tecnico-scientifico per il progetto BicItalia di Fiab -, la ciclovia è mista: unisce un tratto ciclabile in sede separata e strade a basso traffico. Da Mirandola a Osteria Nuova si è recuperato un ramo di ferrovia abbandonata. Preso dal Brennero, si tratta del più lungo itinerario tabellato che ci sia in Italia» (cicloviadelsole.it).

Lavori in corso

Nascono dal recupero di ferrovie dismesse anche la Voghera – Varzi, di circa 50 km, asfaltata, che aprirà dopo l’estate, e la Fossato di Vico – Umbertide, attualmente in cantiere. Ci sono lavori in corso anche a Imperia per allungare di circa 8 km la molto frequentata ciclabile costiera Ospedaletti – San Lorenzo al Mare che profuma di macchia mediterranea e di focaccia. Raccolti 40mila euro con una campagna di crowdfunding, il progetto di Fiab della ciclovia Aida, 900 km da Susa a Trieste attraverso la rete ciclabile già esistente per lo più pedemontana tra più belle città del Nord, è nella fase di apposizione degli adesivi segnavia. In Val di Susa, per meglio rispondere al progetto, si sta realizzando una ciclabile dedicata, in sede separata, di circa 35 km, in direzione di Torino ,che potrebbe essere pronta per l'estate.

Dall’Aspromonte al mare

Mentre è già pedalabile, su strada e per 545 km, la nuova Ciclovia dei Parchi della Calabria, che dal confine con la Basilicata corre fino a Reggio Calabria su un percorso per ciclisti allenati tra l’Aspromonte, la Sila e il Pollino. Ritrovando, dopo boschi, fiumare e sorgenti, finalmente il mare (cicloviaparchicalabria.it).

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