ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’analisi

Le Plug-in nelle flotte: dubbio green washing

di Pier Luigi del Viscovo

2' di lettura

I noleggiatori immatricolano oltre la metà delle auto ibride plug-in. Vetture da oltre 50mila euro di prezzo netto, destinate ai top manager delle imprese. Poiché la quota del noleggio a lungo termine è intorno al 25% delle vendite, si potrebbe concludere che ai vertici delle imprese ci sia una straordinaria concentrazione di professionisti molto sensibili alle tematiche ambientali.

In realtà, si tratta di una sensibilità, se non imposta, almeno fortemente caldeggiata. Le imprese spingono affinché i loro direttori scelgano un’auto alla spina. Una recentissima indagine di AgitaLab, think tank specializzato nell’automotive, presentata ieri a Roma ha svelato alcuni interessanti opinioni degli addetti ai lavori. Per oltre metà dei 239 rispondenti, «è giusto inserire queste auto in car policy, ma ognuno dovrebbe essere libero di scegliere” e per circa un terzo “è un modo per spingere le persone ad avvicinarsi alle nuove tecnologie». C’è però anche una minoranza, il 16%, che candidamente ammette: «Non mi piace, ma se non fossero imposte quasi nessuno le sceglierebbe».

Loading...

Il fenomeno dunque è rilevante, con giudizi contrastanti. Oltre la metà dichiara che «serve a dare all’azienda un’immagine green», ma uno su quattro la ritiene «una cosa inutile che fa consumare di più», dunque in contrasto con le sue finalità di «efficace contrasto al cambiamento climatico», di cui invece è convinto quasi uno su cinque dei rispondenti.

In effetti, statistiche a parte, chi guida queste vetture riferisce di certe abitudini non proprio in linea con le finalità. Intanto, le ricariche non sarebbero l’abitudine ma piuttosto l’eccezione, con la conseguenza che i chilometri percorsi a pila sono una minima porzione. La gran parte viene fatta col motore termico a consumi elevati, causa gli svariati quintali di peso delle batterie. Questo, unito alla capacità dei serbatoi ridotta per lasciare spazio alle batterie, comporta pure soste di rifornimento più frequenti di quanto abituati a fare con i rimpianti turbodiesel. Le politiche sulle auto aziendali fanno parte di un più generale orientamento green delle imprese. Secondo il 52% del panel di operatori, «spesso è greenwashing, ossia comunicare un’attenzione all’ambiente che nella sostanza non c’è». Una sorta di «scelta obbligata, per compiacere i mercati finanziari (per il 20%) e/o per stare al passo con l’opinione dominante (30%)». Ci sono però anche letture positive, come il 38% che le ritiene «una valida testimonianza di impegno a favore dell’ambiente» e il 21% che le giudica «efficaci per contrastare l’inquinamento e/o il cambiamento climatico». A prescindere dai punti di vista, il dibattito non è mai stato così aperto.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti