Le scelte del Glyndebourne Festival Opera
“La Voix humaine” e “Les Mamelles de Tirésias” Glyndebourne Festival Opera
di Angelo Curtolo
I punti chiave
2' di lettura
Quello speciale punto di verde dei prati dove il pubblico del festival d'opera di Glyndebourne si allunga per il picnic, durante il long interval, quest'anno si è orribilmente trasformato in un giallo-stoppa. La siccità ha colpito anche la notoriamente piovosa Inghilterra.
In sala si assiste a un deliziosa opera buffa, “Les Mamelles de Tirésias”, di Francis Poulenc – che in Italia non si ha normalmente occasione di vedere. Il lavoro va in scena nel 1947, tratto dall'omonima commedia del 1917 di uno dei maggiori poeti francesi, Guillaume Apollinaire, per la quale coniò la definizione di surrealista. L'aveva abbozzata già nel 1903, a ventitré anni.
Thérèse
Thérèse è una giovane moglie che si ribella al ruolo assegnatole nel regime coniugale. Fa volare via i seni, come mongolfiere, e li fa scoppiare con l'accendino. Intanto si vede spuntare la barba e comunica al marito che il suo nuovo nome sarà Tiresia. Vestita da uomo, Tiresia si lancia nella campagna contro la schiavitù della procreazione; il marito invece dà alla luce 40.049 bambini in un sol giorno.
Happy ending
Happy ending, “naturalmente”, con la coppia riunita. Al contrario della “Voix humaine”, sempre di Poulenc, che viene presentata nella prima parte della serata. Il libretto è di una tra le maggiori figure del Novecento francese, Jean Cocteau, tratto dal suo dramma omonimo del 1930. E' una conversazione al telefono, una Elle monologante, lasciata; lui (che non sentiamo) la chiama dalla casa della nuova amante. Un successo il dramma e ugualmente l'opera, alleando fruttuosamente un motivo ricorrente (La Donna Abbandonata) con la novità (allora) tecnologica, il telefono. Che diventa l'altro “personaggio” dello spettacolo – come in numerosi film, da D.W Griffith di un secolo fa a Doris Day e Rock Hudson (1959) fino al corto del 2020 di Almodóvar, con Tilda Swinton, proprio tratto dal dramma di Cocteau.
Negli stessi anni in cui a Parigi Poulenc, sotto la superficie del vaudeville e della commedia slapstick, fa appello all'emancipazione dei sessi e esamina la natura dell'amore, a Broadway due giganti del musical come Richard Rodgers (musica) e Oscar Hammerstein II (libretto) affrontavano i temi del razzismo nel classico “South Pacific”, multipremiato e di lunga tenitura. Ricco di canzoni che sono diventate degli standard, è stato adattato due volte in film, l'ultima nel 2001 con Glenn Close. Nello spettacolo londinese meritato successo per i protagonisti Gina Beck, Julian Ovenden, Joanna Ampil, Rob Houchen.“South Pacific”, Sadler's Wells Theatre, Londra, fino al 28 agosto“La Voix humaine” e “Les Mamelles de Tirésias”Glyndebourne Festival Opera,fino al 28 agosto
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