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Commercio, mancano 480mila lavoratori

Il presidente Sangalli: «A turismo e commercio mancano 480mila addetti programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati. I consumi nella media dello scorso anno risultano inferiori di circa venti miliardi sul 2019. Pil: si allarga il divario Nord-Sud»

di Enrico Netti

(ANSA)

4' di lettura

«Il commercio, il turismo, i servizi, i trasporti sono comparti che contribuiscono significativamente alla realizzazione di uno sviluppo equilibrato, sostenibile e inclusivo a vantaggio di una società più coesa e delle generazioni presenti e future. Sono settori della vita economica che concorrono al progresso della Repubblica». Con queste parole il capo dello Stato Sergio Mattarella ha aperto l’assemblea annuale di Confcommercio evidenziando come «la sinergia tra imprese, istituzioni nazionali ed europee ha saputo contrastare gli effetti recessivi causati dalla pandemia sanitaria e le conseguenze dell’aggressione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina».

Nella sua relazione Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha espresso il cordoglio per le vittime dell’alluvione che ha colpito la Romagna. «Diamo atto al Governo di aver risposto con tempestività. Le moratorie siano territorialmente inclusive, i ristori siano adeguati e tengano conto anche del mancato ricavo a prescindere dal danno diretto - aggiunge -. Anche noi vogliamo fare la nostra parte. Penso al Protocollo con la Protezione Civile, alle risorse messe in campo dalla nostra Fondazione Orlando, alle iniziative dedicate alle aree interne e alla montagna, perché le emergenze si affrontano sempre a monte».

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Fisco, occupazione e consumi

Per quanto riguarda il settore il Presidente ha ricordato come «il terziario di mercato sta vivendo una persistente carenza di personale. “Nel turismo e nel commercio, mancano, ad esempio, rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori. E per oltre il 40%, vi è un concreto rischio che la domanda non possa essere soddisfatta, soprattutto per la mancanza di competenze. Occorre, allora, intervenire per colmare la distanza tra formazione ed esigenze delle imprese, così come per programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati». Sul fisco Sangalli chiede «una riforma volta a sostenere la crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, il contrasto di evasione ed elusione, la semplificazione degli adempimenti, la certezza del diritto. Si apre, dunque, un cantiere di lavoro complesso e occorre proseguire il confronto con le parti sociali ma il sistema fiscale deve essere coerente con le regole europee ed internazionali. In questo quadro va considerata la stessa web tax.E qui non capiamo perché un piccolo commerciante debba pagare le tasse, tutte e subito, mentre questo non succede per le grandi piattaforme globali!». Lo stesso principio si dovrebbe applicare agli affitti brevi. «Occorrono regole per definire in modo univoco le attività turistiche e strumenti informativi per l’emersione del turismo sommerso. Per gli affitti brevi vale sempre il principio: stesso mercato, stesse regole» sottolinea il presidente di Confcommercio a proposito del disegno di legge sulle locazioni brevi allo studio del Governo. «Le città e i territori, infatti, - aggiunge - sono disegnati dalle nostre attività economiche, dal commercio su area pubblica alla ristorazione, dai negozi storici alle imprese della cultura».

Sul nodo dei consumi con il costante calo dei volumi il Presidente ricorda come «Nello scenario della permacrisi, i risultati dell’economia italiana battono costantemente al rialzo, nell’ultimo triennio, tutte le previsioni. Oggi, il nostro livello del Pil è superiore del 2,5% rispetto a quello del quarto trimestre del 2019. Insomma, abbiamo più che recuperato i livelli pre-pandemici, facendo meglio delle altre maggiori economie europee e addirittura degli Stati Uniti. Restano, però, ancora indietro i consumi che, nella media dello scorso anno, risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019. Proprio i consumi rallentano, a partire da quelli alimentari, per quell'inflazione che - sottolinea Sangalli - continua a mordere. Inflazione, che erode il potere d’acquisto, sia dei redditi correnti, sia della ricchezza detenuta in forma liquida. Abbiamo mostrato una straordinaria capacità di adattamento e di reazione, da parte di imprese, lavoro e reti di sicurezza sociale. È il risultato della collaborazione tra buone politiche pubbliche ed iniziativa privata. Collaborazione che ha funzionato anche sul versante dell'occupazione».

Le previsioni: cresce il divario Nord - Sud

«Il 2023 resta un anno di transizione per l’economia italiana tra la fase di eccezionale recupero post-pandemico e un futuro incerto e complesso, nel quale la crescita economica è tutta da costruire. Sulla scorta dei dati più recenti le istituzioni internazionali hanno rialzato le previsioni di consuntivo: per l’Italia, fino all’1,2%, secondo la Commissione europea, con analoghe prospettive per il prossimo anno». Queste le previsioni dell’Ufficio studi di Confcommercio, che stima un Pil a +1,2% nel 2023 e in lieve miglioramento per il 2024 a +1,3%, diffuse in occasione dell’assemblea generale della confederazione (su dati Istat). Oltre ai dati della crescita la Confcommercio prevede per il 2023 un lieve aumento dei consumi a +1% nel 2023 e al 1,1% nel 2024. Per l’inflazione si stima una crescita del 5,9% nel 2023 e un calo al + 2,3% nel 2024. Il rallentamento del Pil - segnala Confcommercio - è il riflesso del rallentamento dei consumi, nonostante il forte traino del turismo. Il risparmio che ha sostenuto i consumi anche nel corso del 2022, in assenza di particolari stimoli provenienti dal reddito da capitale e lavoro, si è ridotto in termini di potere d'acquisto. Un futuro più difficile da decifrare, rispetto a tempi “normali”, potrebbe chiedere di ricostituire almeno in parte lo stock di ricchezza finanziaria. A livello regionale si acuiscono i divari Nord-Sud, nel 2023, infatti, il Pil del Mezzogiorno crescerà quasi tre volte meno rispetto al Nord (+0,5% contro +1,4%). La Lombardia con una crescita dell'1,7% è la regione con la migliore performance, all’ultimo posto Calabria e Sardegna con crescita zero. Analoghe dinamiche anche per i consumi 2023 con il Sud a +0,4% e il Nord a +1,2%. A preoccupare maggiormente è il calo demografico. Nel 2023 la popolazione italiana si è ridotta di quasi 1 milione di persone rispetto al 2019, di cui oltre la metà solo nel Mezzogiorno. Nel lungo periodo, tra il 1995 e il 2023, solo quest'area ha perso residenti (oltre 900mila) e Molise, Calabria e Basilicata sono le Regioni con i maggiori cali percentuali (tra l'11 e il 12%).

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