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Le strane coincidenze dei leader europei in crisi dopo le loro posizioni anti-Putin

Prima Johnson, poi Draghi, ma anche Scholz e Biden hanno problemi interni. Il conflitto in Ucraina non ha finora portato fortuna a tutti quelli che hanno cercato di mettere un freno alle manovre della Russia

di Giancarlo Mazzuca

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2' di lettura

Per tanti anni abbiamo parlato di autunni neri, mai di estati nere come sta capitando in questo 2022 pieno di ombre. Non bastavano, infatti, le tante emergenze - dal Covid, con la nuova variante, alla guerra in Ucraina che continua ad imperversare nonostante la pace del grano - perché adesso ci si mettono di mezzo pure le incertezze politiche italiane con le dimissioni di Draghi e con le elezioni anticipate in settembre. Un colpo di scena, quest’ultimo,che rischia di provocare un terremoto nel Belpaese, con forti contraccolpi anche in Europa.

A rifletterci bene, forse l’unico, che potrebbe avere gioito per il forfait di Super Mario potrebbe essere Putin che ha fatto il bis perché il cambio della guardia tricolore segue a ruota quello britannico, con le dimissioni di Johnson che, negli ultimi tempi, era stato un altro grande avversario del Cremlino. Tocchiamo ferro ma sembra quasi che i nemici più acerrimi di quella Russia che ha assalito Kiev e dintorni stiano ora pagando le conseguenze per essersi messi contro Mosca.

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Speriamo proprio che si tratti solo di semplici coincidenze, resta il fatto che anche altri leader, che avevano giustamente preso le distanze da Putin, hanno i loro problemi interni: è il caso del cancelliere Scholz, con tanti tedeschi che cominciano a rimpiangere frau Merkel, e dello stesso Biden che, il prossimo 8 novembre, dovrà sostenere con tanti interrogativi le elezioni americane di metà mandato.

Intendiamoci, si tratta solo di strane coincidenze, ma è forse il caso di preoccuparsi un po’ anche perché, sull’altro fronte, Vladimir resta saldamente in sella, nonostante tutto. Verrebbe quasi da dire che il conflitto in Ucraina non ha finora portato fortuna a tutti quelli che hanno cercato di mettere un freno alle manovre della Russia. Basta solo ricordare cosa disse Johnson dopo il G7 in Baviera: «Se Putin fosse stata una donna, cosa che ovviamente non è, non penso proprio che si sarebbe imbarcato in questa pazza e machista guerra di invasione e violenza».

Appena una settimana dopo quelle dichiarazioni, lo scorso 7 luglio, l’inquilino di Downing Street ha dovuto fare un passo indietro dopo l’ondata di defezioni che ha definitivamente messo in crisi il suo governo. E anche al premier italiano è capitata la stessa cosa. Era stato proprio Super Mario a dichiarare di recente che Putin non avrebbe dovuto partecipare al vertice del G20 previsto per novembre ma ora sappiamo che, a quel ”summit”, non sarà presente neppure lui. Spesso e volentieri, Draghi ci ha però riservato grandi sorprese. Chissà ….

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