Leadership femminile per l’impero delle mele
Sono 2.800 le donne alla guida di aziende agricole che coltivano mele nella più grande zona frutticola d’Europa, con un’estensione di 18.400 ettari, che va da Salorno, lungo la Valle dell’Adige e nel Burgraviato fino a raggiungere la Val Venosta, e interessa anche la zona della Valle Isarco e i dintorni di Bressanone
di Maria Teresa Manuelli
4' di lettura
Autunno è tempo di mele. Rimedio per eccellenza contro i primi freddi e i pomeriggi uggiosi. Anche se, in realtà, la mela è uno dei frutti meno stagionali che ci siano: fatta eccezione per alcuni tipi di coltivazioni, si trovano in vendita durante tutto l’anno. Nel mondo ne esistono circa 2mila varietà che - tra Golden e Red Delicious, Granny Smith, Gala, Fuji ecc - coprono un ampissimo spettro di consistenze e sapori, e rendono le mele perfette in preparazioni sia dolci che salate.
Buone, ma soprattutto salutari, le mele hanno un grande potere dissetante, perché contengono l’85% di acqua, oltre a essere ricche di vitamine, sali minerali e metaboliti secondari. Pur essendo povere di grassi e calorie, sono una fonte energetica estremamente sana: il fruttosio arriva direttamente ai muscoli e viene immediatamente convertito in energia. Le mele forniscono anche un importante apporto vitaminico: in media 100 grammi contengono 12 mg di vitamina C, sufficienti a coprire il 15% del fabbisogno giornaliero.
I numeri della produzione: Italia leader in Europa
Le stagioni migliori per andare alla scoperta delle mele sono la primavera, quando i meli sono in fiore, e l’autunno, quando i frutti pendono dai rami. L’Alto Adige è la più grande zona frutticola d’Europa, con un’estensione di 18.400 ettari che va da Salorno, lungo la Valle dell’Adige e nel Burgraviato fino a raggiungere la Val Venosta, e interessa anche la zona della Valle Isarco e i dintorni di Bressanone. La coltivazione è praticata da oltre 7mila frutticoltori con piccoli appezzamenti di 2-3 ettari di media. Qui da secoli la mela è presente e rinomata: gli scritti sulla prima varietà documentata risalgono al 1507. Ancora oggi la posizione geografica e il clima garantiscono le condizioni ideali per la frutticoltura.
Il clima alpino-mediterraneo tipico dell’Alto Adige, con 300 giorni di sole all’anno pari a oltre 2mila ore, assicura la maturazione sull’albero e regala loro il gusto che le fa apprezzare nel mondo. Ogni anno vengono raccolte circa 950mila tonnellate di mele da agricoltura biologica e coltivazione integrata – che costituiscono circa il 50% della produzione totale italiana e il 10% di quella europea – destinate sia al mercato interno che all’esportazione: i l 20% circa delle mele esportate finisce sul mercato tedesco, e quote significative vengono richieste anche da Paesi extra Ue, come quelli della penisola araba e del Nord Africa.
Il maso va (anche) alla figlia
In Alto Adige sono sempre di più le donne che decidono di dedicarsi alla coltivazione della mela e di gestire un’azienda agricola. «A dire il vero non volevo diventare contadina e men che meno lavorare all’aperto. Adesso però devo dire che in mezzo ai meleti ci sto proprio bene», dice sorridendo Judith Mathà del Grieserhof di Nalles mentre mostra con orgoglio le sue piante cariche di pomi. Judith ha 27 anni, ha preso le redini del maso due anni fa e da allora è innamorata del suo lavoro. Assieme ai genitori cura nove ettari e mezzo di terreno destinati alla coltivazione di diverse varietà di mele, mentre in prima persona si occupa dell’attività agrituristica e guida gli ospiti attraverso maso e frutteti nella sua veste di ambasciatrice della mela. Judith è una delle 2.800 donne che hanno rilevato e gestiscono un’azienda agricola in Alto Adige. «Oggi il maso non va più automaticamente al figlio maschio più grande come da tradizione, ma al figlio o alla figlia che dimostra più attaccamento al lavoro agricolo e viene coinvolto per primo nella conduzione dell’azienda», spiega Antonia Egger, presidente dell’Associazione delle donne coltivatrici sudtirolesi (Sbo).
È rosa quasi una azienda su tre grazie anche alla meccanizzazione
Con il 27% di donne alla guida di un’azienda, in Alto Adige l’agricoltura è al vertice della relativa classifica: nessun altro comparto economico, infatti, ha così tante figure femminili nelle posizioni apicali. Ma come mai le donne dimostrano una particolare abilità nel settore agricolo? Secondo Antonia Egger ci sono diversi motivi. «Le donne amano l’agricoltura al pari degli uomini, sono tenaci e hanno il coraggio di intraprendere nuove sfide. C’è anche da dire che la meccanizzazione ha reso molto più semplice la gestione di un maso da parte delle donne, che sono pronte a imparare tutto quello che c’è da sapere», spiega. Va da sé che, per guidare un’azienda agricola, è fondamentale avere una formazione scolastica adeguata. «Gli studenti e le studentesse di un istituto agrario frequentano la scuola per gli stessi motivi: interesse per l’agricoltura, passione per le scienze naturali e opportunità lavorative», afferma Franz Tutzer, direttore dell’Istituto superiore di agraria in lingua tedesca di Ora, dove nell’anno scolastico 2018/19 il 30% della popolazione studentesca era di genere femminile. Una percentuale che negli ultimi anni è sempre aumentata.
Tutti i prodotti della mela
Le mele Alto Adige si prestano anche alla preparazione di prodotti alimentari quali aceto di mele, sidro e distillati. Il prodotto più conosciuto è il succo di mela che con una spruzzata di acqua minerale diventa la “Apfelschorle”, una bevanda molto dissetante. Il maso Kandlwaalhof della famiglia Luggin si trova a Lasa, in mezzo alla Val Venosta, nel paese famoso in tutto il mondo per il suo marmo. Sui pendii soleggiati a 900 metri di altezza sul mare, in un clima equilibrato maturano frutti ed erbe di altissima qualità. Le mani di Nadia Luggin e dei suoi collaboratori creano prodotti dal gusto autentico e naturale. «La tradizione contadina e la gioia con cui affrontiamo il nostro mestiere garantiscono prodotti unici», assicura. La frutta sana viene lavata, tagliata e pressata. Il succo che se ne ricava non viene né trattato, né filtrato per non alterare le sue caratteristiche naturali.
Particolare di questo maso, poiché il Kandlwaalhof è l’unico rivenditore per l’Alto Adige delle mele Weirouge, è il succo rosso brillante ottenuto da questa varietà dalla polpa rossa - grazie a una percentuale di antociàni dieci volte superiore alla media - e ricca di acido malico, che ne impedisce l’imbrunimento. Al maso vengono realizzate diverse specialità a base di mela: aceto, senape, frutta essiccata e i nuovi pop corn “gourmet” aromatizzati alla polvere di mela.
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