calcio

Lega Serie A, tutti i fronti aperti per il nuovo presidente Gaetano Miccichè

di Marco Bellinazzo

(ANSA)

3' di lettura

Il commissario Giovanni Malagò è riuscito, dunque, a persuadere tutti e 20 i club ad eleggere come nuovo presidente della Lega il banchiere Gaetano Miccichè. La Lega di Serie A si prepara finalmente a voltare pagina, dopo quasi un anno di commissariamento che ha fatto seguito alla decadenza di Maurizio Beretta, alla crisi dovuta all’estromissione dal mondiale e alla fumata nera delle elezioni federali.

Palermitano, classe '50, Miccichè è a capo di Banca Imi del Gruppo Intesa Sanpaolo, carica che conserverà insieme al ruolo di consigliere di Rcs. L’appoggio di Andrea Agnelli e di Urbano Cairo sono stati decisivi nel convogliare il consenso di società di solito litigiose, quasi per principio.

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La famiglia Miccichè ha da sempre mostrato passione per il mondo del calcio. Lo zio del neo presidente, Luigi, è stato consigliere del Palermo alla fine degli anni ‘50, e suo fratello Guglielmo ha rivestito il ruolo di vice presidente a fianco di Zamparini fino alla primavera del 2017 (l'altro fratello, Gianfranco, è stato parlamentare in diverse legislature ricoprendo più di un incarico ministeriale nei governi di Silvio Berlusconi).

Miccichè debutterà in Lega con la fine del commissariamento, per il quale Malagò si è dato ancora due mesi di tempo. Bisognerà infatti completare la nuova governance della Lega con la nomina dell’amministratore delegato e dei consiglieri. Una partita che difficilmente si chiuderà nella prossima assemblea, in programma il 27 marzo a Roma, nella riunione allargata al capo della Polizia Gabrielli.

Con la nomina di Miccichè, peraltro, la Lega ha anche aderito alle modifiche statutarie volute dal Coni che permetteranno di approvare le delibere più delicate con la maggioranza semplice a partire dalla terza votazione. In questo modo si eviterà la formazione dei blocchi contrapposti che in questi anni hanno paralizzato l'attività della Serie A. Si sposa in altri termini una visione più aziendalista e manageriale in cui il neopresidente e il futuro amministratore delegato potranno incidere sui temi legati allo sviluppo del movimento calcistico tricolore.

Il tema più caldo da affrontare riguarda il percorso di vendita dei diritti tv. L'intermediario Mediapro, il colosso spagnolo che ha acquistato i diritti tv delle dirette pay della Serie A 2018-21 per 1050 milioni a stagione, chiede chiarimenti su alcuni passaggi relativi alle condizioni poste nel parere dell'Antitrust che ha dato l'ok all'assegnazione. L'Antitrust ha escluso categoricamente che Mediapro possa sconfinare in un ruolo editoriale creando un canale tematico, stabilendo che debba limitarsi quale intermediario indipendente a rivendere i pacchetti agli operatori. Ma c'è più di un dubbio sui margini di manovra dei catalani rispetto ai pacchetti e alla necessità, qualora Mediapro li modificasse rispetto a quelli messi all'asta, di una ulteriore autorizzazione dell'Antitrust con dilatazione dei tempi (60 giorni). Cosa che i legali di Lega e Infront escludono essendo le linee guida del bando non eccessivamente puntuali su questo tema.

Nell'assemblea del 27 all'ordine del giorno ci sono i criteri per l’elezione e l’eventuale elezione degli organi di Lega mancanti, e la licenza dei diritti tv. Quel giorno scade il termine a disposizione della società audiovisiva spagnola per presentare l'anticipo di 50 milioni di euro. Intanto Mediapro vedrà a cena i presidente dei club di Serie A per tranquillizzarli sulle proprie intenzioni. I dirigenti catalani incontreranno anche Intesa San Paolo e Unicredit per discutere della fideiussione da 1,2 miliardi di euro da prestare alla Lega.

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