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Rinnovabili al rallentatore. Il target di 70 nuovi gigawatt rischia di slittare tra 124 anni

Presentata la XVI edizione di Comunità Rinnovabili, lo storico rapporto di Legambiente. Appena 1.351 MW installati nel 2021. Ma crescono le Comunità energetiche da fonti rinnovabili: 100 mappate negli ultimi tre anni

(ANSA)

3' di lettura

In Italia sono presenti almeno 1,35 milioni di impianti da fonti rinnovabili, distribuiti in tutti i Comuni italiani per una potenza complessiva di 60,8 GW, di cui appena 1,35 GW installata nel 2021 tra idroelettrico, eolico e fotovoltaico. In termini di produzione, il contributo complessivo portato dalle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano è arrivato, nel 2021 a 115,7 TWh, facendo registrare un incremento di appena 1,58% rispetto al 2020. Un trend decisamente al di sotto di quelli che dovrebbero essere gli obiettivi annuali, causato dalla pandemia, ma anche e soprattutto dal sistema farraginoso di rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione dei progetti. Numeri in crescita, invece, per le nuove opportunità di autoproduzione e scambio di energia attraverso le Comunità Energetiche da fonti rinnovabili: 100 mappate negli ultimi tre anni, ben 59 le nuove censite tra giugno 2021 e maggio 2022.

Questa la fotografia offerta dalla XVI edizione di Comunità Rinnovabili, lo storico rapporto di Legambiente che dal 2006 racconta non solo lo sviluppo dal basso delle diverse fonti rinnovabili in Italia, ma anche quanto di buono si muove nei territori. La presentazione, giovedì 26 maggio, in un convegno dal titolo “Dalle comunità energetiche ai grandi impianti. La strada da seguire verso la decarbonizzazione e l'indipendenza energetica” presso il Museo MAXXI di Roma.

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Obiettivo 70 GW di nuovi impianti al 2030 tra 124 anni

«I numeri raccolti dalla nuova edizione del rapporto si confermano drammaticamente insufficienti per affrontare il caro bollette e l'emergenza climatica, per liberarci dalla dipendenza dall'estero— ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - e soprattutto rischiano di farci raggiungere l'obiettivo di 70 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili al 2030 tra 124 anni, se calcoliamo la media di installazione degli ultimi tre anni, pari a 0,56 GW. Il Governo italiano segua l'esempio del programma europeo Repower EU, smetta di lavorare dando priorità alla diversificazione dei paesi da cui acquistare il gas fossile e climalterante; si concentri invece sulla semplificazione dell'iter autorizzativo e sulla certezza delle regole per consentire alle aziende del settore di investire 80 miliardi di euro e realizzare in 3 anni 60 GW di nuova potenza, come proposto da Elettricità Futura, in grado di sostituire il 70% del gas russo.

I dati dei Comuni italiani

Quanto ai numeri di diffusione delle singole tecnologie sono 7.127 i Comuni con almeno un impianto solare termico, 7.855 i Comuni con impianti solari fotovoltaici in cui sono distribuiti 22,1 GW di potenza, 1.054 Comuni in cui è presente almeno un impianto eolico con 11,2 GW, 1.523 Comuni in cui è presente almeno un impianto idroelettrico, per complessivi 23 GW. Rispetto ai Piccoli Comuni (sotto il 5mila abitanti), a cui il PNRR mette a disposizione 2,2 miliardi per la costituzione delle Cer (Comunità energetiche rinnovabili), 38 i Piccoli Comuni 100% rinnovabili; 2.271 i Piccoli comuni 100% elettrici, in grado di produrre più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti grazie ad una o più fonti pulite e 772 i piccoli comuni la cui produzione di energia da fonti rinnovabili varia tra il 50 e il 99%.

Le proposte di Legambiente

Tra le proposte di Legambiente per attuare la rivoluzione energetica di cui tutti parlano: aggiornare il Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030) con i nuovi obiettivi di decarbonizzazione e autorizzare entro il 2023 progetti di nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di potenza installata. Semplificare e rendere trasparenti i processi autorizzativi, dando non solo certezza negli investimenti alle imprese, ma anche ai territori con una procedura che permetta ai cittadini di essere informati e confrontarsi sui progetti. Servono poi regole che permettano il corretto sviluppo degli impianti agrivoltaici ed eolici offshore, promuovendo una grande campagna di informazione. Necessario inoltre che nei bandi del PNRR destinati ai piccoli comuni si faccia uno sforzo reale per renderli compatibili con il loro sviluppo, semplificando le modalità di concessione di finanziamenti e rendendo i congrui i tempi per la risposta ai bandi; che si completi finalmente il processo di semplificazione delle autorizzazioni, evitando che progetti approvati e finanziati siano poi bloccati dalla burocrazia e dalle sovrintendenze. Il tutto accompagnato da politiche finanziarie e risorse adeguate alla sfida.

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