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Mare, stabilimenti green e sostenibili: è boom dal Nord al Sud Italia

In Italia sono 52.619 le concessioni demaniali marittime, di cui 11.104 sono per stabilimenti balneari, 1.231 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, mentre le restanti sono distribuite su vari utilizzi. Quasi il 10% delle coste italiane è interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento

di An.C.

In Liguria quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti (foto Ansa)

4' di lettura

È boom degli stabilimenti balnerari green. Dal Cilento al Salento, da Ravenna a Viareggio, passando per il Parco di Migliarino San Rossore per arrivare all’area protetta di Torre del Cerrano sono tanti quelli che hanno deciso di intraprendere una svolta ecocompatibile, scegliendo ad esempio di essere “plastic free” e di coinvolgere i bambini in progetti di educazione ambientale come fa il Lido Idelmery – Arma di Taggia in Liguria, che oltre ad attuare con l’università di Savona un progetto di gestione della Posidonia spiaggiata con cartelli esplicativi, ha anche realizzato un libro per i bambini “Il viaggio di Posidina” e sollecitato l’abbandono della plastica usa e getta offrendo ai clienti un kit di piatti e posate compostabili.

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A raccontare questa tendenza è il report “Spiagge 2019” di Legambiente. Ci sono stabilimenti che sono impegnati nella riscoperta del territorio e nel recupero delle dune costiere come ha fatto la Poseidonia Beach Club – Marina di Ascesa, in Campania, e il RIMP – Rete delle imprese della Marina del Parco (in Toscana). Quest’ultima costituita da 20 stabilimenti di Viareggio e dell’area della Darsena e poi Bagno Teresa che ha ricostruito la duna sabbiosa rinunciando alla vista mare del ristorante dello stabilimento che per altro usa prodotti a km zero.

Chi ha deciso di puntare su prodotti bio come accade per il progetto Happy Bio nato dalla collaborazione tra Confcommercio e Camera di Commercio di Ravenna, stabilimenti balneari della costa romagnola e fattorie delle colline forlivesi. Chi è in prima linea per difendere le tartarughe marine come Lidi Tartalove – Maremma (Toscana): qui una serie di stabilimenti hanno collaborato con Festambiente e il Parco della Maremma per la stesura di un protocollo di buone pratiche di gestione della spiaggia per favorire e proteggere la nidificazione delle tartarughe marine. E chi come, ad esempio, il comune di Montesilvano, in Abruzzo, ha attivato dal 2009 il progetto delle spiagge accessibili. Si tratta di due spiagge libere prive di barriere, che ogni estate vengono allestite dal comune. Nel 2018 il progetto si è arricchito attraverso un progetto diinclusività che ha coinvolto sette ragazzi del progetto SPRAR.

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In molte realtà c’è poi una collaborazione tra Comuni e balneari ha portato ad una offerta di qualità con strutture leggere che consentono di vedere il mare senza barriere e di far convivere parti in concessione e libere, come avviene con grande successo da diversi anni a San Vito Lo Capo. Non mancano, infine, le esperienze virtuose su scala regionale come quelle che il dossier registra sulla costa veneta, con le iniziative portate avanti da Unionmare Veneto, sulla costa pugliese, dove Confartigianato ha promosso l'opzione plastic free su 200 stabilimenti balneari e sul litorale Toscano dove Regione e Toscana Promozione stanno portando avanti il progetto Costa Toscana Sostenibile. Scelte green premiate da clienti, italiani e stranieri, che oggi scelgono proprio questo tipo di offerta di qualità e attenta all’impatto sull’ambiente.

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Oltre 52.619 concessioni demaniali marittime
In Italia sono 52.619 le concessioni demaniali marittime, di cui 11.104 sono per stabilimenti balneari, 1.231 per campeggi, circoli sportivi e complessi turistici, mentre le restanti sono distribuite su vari utilizzi. Le sole concessioni relative agli stabilimenti e ai campeggi superano il 42% di occupazione delle spiagge, ma se si aggiungono quelle relative ad altre attività turistiche si supera il 50%.

Spiagge in concessione, alle Regioni il compito di individuare i limiti
In Italia non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione: questa scelta viene lasciata alle Regioni che il più delle volte optano per percentuali molto basse.

In Liguria ed Emilia-Romagna stabilimenti in sette spiagge su dieci
In Liguria ed Emilia-Romagna quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti, in Campania è il 67,7%, nelle Marche il 61,8%. In alcune aree il continuum di stabilimenti assume forme incredibili, come in Versilia, dove sono presenti 683 stabilimenti sui 1.291 dell’intera regione. Risalendo dal Porto di Viareggio fino al confine Nord del Comune di Massa si possono percorrere lungo la spiaggia 23 chilometri a piedi con accanto stabilimenti di ogni tipo e dimensione, dove saltuariamente sopravvivono alcune strisce di spiagge libere che tutte assieme non arrivano ad un chilometro di lunghezza.

Quasi il 10% delle coste interdetto alla balneazione per inquinamento
Quasi il 10% delle coste italiane è interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento. In Veneto oltre un quarto della costa è in queste condizioni, mentre in Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Lazio oltre il 10% della costa rientra in questa categoria. Se si considerano i tratti di costa non balneabili, un ulteriore 9,5% della costa risulta quindi non fruibile.

La spiaggia libera e balneabile si riduce in media al 40%
Il risultato è che complessivamente in Italia la spiaggia libera e balneabile si riduce in media al 40% , con situazioni limite in Emilia-Romagna, Campania, Marche, Liguria dove diventa difficile da trovare quelle al contempo libere e balneabili.

Il nodo dei canoni
Sul fronte economico permane la forte sperequazione nella definizione dei canoni concessori, con situazioni paradossali che fanno registrare il pagamento di canoni demaniali bassissimi per concessioni spesso molto remunerative (spesso meno di 2 euro a mq all'anno). Ad esempio a Santa Margherita Ligure, il Lido Punta Pedale versa 7.500 euro all'anno, mentre l'hotel Regina Elena 6.000. Il Metropole versa 3.614 euro, il Continental1.989. A Marina di Pietrasanta il Twiga di Briatore occupa una superficie di 4.485 metri quadri, per un canone di 16 mila euro all'anno. A Forte dei Marmi il Bagno Felice versa 6.560 euro per 4.860 metri quadri. Nel complesso nel 2016 lo Stato ha incassato poco più di 103 milioni di euro dalle concessioni a fronte di un giro di affari stimato da Nomisma in almeno 15 miliardi di euro annui. (Il Dato del 2019 non è disponibile).

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