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Legambiente: a tavola solo un alimento su due è senza residui di pesticidi

L’indagine ha riguardato oltre quattromila campioni di prodotti di origine vegetale e animale, di provenienza sia italiana che estera

di Micaela Cappellini

2' di lettura

Solo il 54,8% dei cibi che finiscono sulla tavola, in pratica uno su due, è senza residui di pesticidi. Il dato arriva da un’indagine di Legambiente che è stata condotta su 4.313 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, di provenienza sia italiana che estera, analizzati nel 2021. Fortunatamente, soltanto l’1% dei prodotti ha mostrato tracce chimiche di principi attivi oltre le soglie consentite, ma rispetto all’anno precedente - quando il campione senza residui era pari al 63% - la situazione sulle tavole è peggiorata.

Novanta le sostanze attive rintracciate, tra cui un campione di uva con 14 residui, uno di pere con 12 residui, uno di peperoni con 10 residui. Dai dati Efsa risulta una fragola proveniente dall'Unione europea con 35 diversi residui. In linea con il trend degli anni passati, la frutta si conferma la categoria più colpita: oltre il 70,3% dei campioni contiene uno o più residui. Tra gli alimenti trasformati, il vino e i cereali integrali sono quelli con le maggiori percentuali di residui permessi, rispettivamente il 61,8% e il 77,7%.

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È con questi dati che Legambiente, a differenza del fronte compatto degli agricoltori, chiede un’applicazione rigorosa dei target fissati dalla farm to Fork in tema di riduzione dei pesticidi nel piatto: «Con l'approvazione della legge sul bio è stato fatto un importante passo in avanti - aggiunge Angelo Gentili, responsabile agricoltura dell’associaizone ambientalista - adesso serve passare dalla teoria alla pratica, servono meccanismi incentivanti attraverso cui dare gambe e fiato alla transizione, e serve inoltre che vengano applicate in maniera stringente le norme, stando alla larga da eventuali ipotesi di deroghe all'utilizzo di specifici fitofarmaci, come purtroppo sta avvenendo con il glifosato».


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