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Legge di Bilancio, Giorgetti: possibile correzione al ribasso Pil +0,8% 2023. «L’economia regge, scongiurata la recessione»

Per l’Ufficio parlamentare di bilancio gli obiettivi di crescita sono raggiungibili «ma solo sotto l’ipotesi che si rafforzi consistentemente la domanda estera e che avanzino speditamente i progetti del Pnrr»

di Nicola Barone

Legge di Bilancio, la Manovra approda in Parlamento

7' di lettura

«Se la stima preliminare relativa al terzo trimestre dovesse essere confermata, l’obiettivo di crescita per l’anno in corso contenuto nel Documento programmatico di Bilancio (0,8%) potrebbe essere soggetto ad una - sia pure contenuta - correzione al ribasso. Allo stato, risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024». Lo dice il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. «È una manovra austera sì, ma espansiva quando serve».

«Su crescita futura molteplici rischi al ribasso»

«Le stime puntuali di crescita non possono che avere natura puramente indicativa nel contesto attuale, caratterizzato da elevata incertezza e scosso da nuove, drammatiche tensioni geopolitiche. Restano perciò molteplici i rischi al ribasso che aleggiano sulle prospettive future che, come ampiamente argomentato nella Nadef, sono rappresentati» dagli aumenti del prezzo del petrolio e «tassi d’interesse internazionali elevati». Il ministro in audizione fa osservare che «gli scenari formulati tenendo conto di tali ipotesi restituiscono una dinamica dell’economia che potrebbe risultare più debole, ma pur sempre positiva”.

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«Fase complicata, fatto il meglio possibile»

La manovra, precisa Giorgetti, è stata predisposta «in un frangente estremamente complicato, nel quale l’incertezza legata ai recenti avvenimenti in Medio Oriente si aggiunge alle difficoltà che già da tempo caratterizzano il contesto economico e geopolitico. Il confronto all’interno dell’esecutivo ha dovuto individuare una sintesi tra le diverse istanze e i vincoli, interni ed esterni, di bilancio. È stato un lavoro niente affatto facile, ma ritengo che sia stato fatto il meglio possibile».

«L’economia regge, scongiurata la recessione»

«I dati più recenti ci dicono che il sistema economico italiano, nonostante tutte le difficoltà, è riuscito a reggere l’impatto concomitante delle diverse criticità che caratterizzano il contesto internazionale», precisa il ministro dell’Economia. «La complessiva resilienza dell’economia nel trimestre estivo ha evitato la seconda flessione consecutiva del Pil, scongiurando così una recessione tecnica».

«Manovra trascura le imprese? Risorse da Repower»

Dal mondo produttivo non sono mancate critiche all’impianto della manovra. «A chi afferma che questo disegno di legge ha trascurato le imprese, ricordo che la manovra di Bilancio deve essere letta in combinato disposto proprio con il Pnrr e che ulteriori risorse per le imprese saranno disponibili in seguito all’approvazione, da parte della Commissione Ue, della proposta di revisione del suddetto Piano come integrato con REPowerEU». La manovra, è la puntualizzazione del ministro, «introduce un piano di stimolo per investimenti infrastrutturali e produttivi, focalizzato in particolare sugli ambiti che presentano livelli subottimali di investimento».

«Interessi sul debito e pensioni vincoli stringenti»

Al ministro preme inoltre evidenziare «i vincoli stringenti all’interno dei quali abbiamo costruito la manovra. Il primo è rappresentato dall’onere degli interessi sul debito pubblico». Mentre «il secondo fattore che limita gli spazi di manovra è rappresentato dall’andamento della spesa per prestazioni sociali». «La spesa per interessi non è direttamente controllabile dal governo ma, anzi, risente delle decisioni assunte dalle banche centrali che, continuando a perseguire politiche fortemente restrittive, contribuiscono ad alimentare incertezza e determinare un incremento degli oneri a carico sia delle casse pubbliche sia dei cittadini».

«Sui prezzi si sono registrate forti distorsioni»

«Mi auguro davvero che i segnali incorporati nelle previsioni di un forte ridimensionamento del tasso di inflazione nei prossimi mesi possano essere confermati», ma al di là di questo «non può tacersi che le variazioni dei prezzi osservati non sono state lineari e omogenee, ma si son registrate forti distorsioni dei prezzi relativi con conseguenze immediate anche sulla distribuzione del reddito». Per Giorgetti «in linea con i principali previsori, ci aspettiamo che l’inflazione rimanga su livelli contenuti nel 2024».

«Spesa per pensioni sale al 15,9% del Pil nel 2026»

L’effetto dell’elevata inflazione registrata negli ultimi due anni, unitamente alle dinamiche derivanti dalla legislazione vigente e alla transizione demografica in corso, dovrebbero portare la spesa per prestazioni sociali in denaro al 20,7% del Pil nel 2026; 15,9 punti percentuali riguarderebbero, in particolare, la spesa pensionistica, che mostrerebbe nello stesso periodo un aumento di 0,6 punti rispetto all’ultimo dato di consuntivo (15,3% del Pil nel 2022) e di 0,7 punti rispetto al risultato del 2018 (15,2% del Pil). «Per effetto degli scenari di evoluzione demografica attualmente utilizzati per l’Italia, l’incidenza della spesa pensionistica sul Pil dovrebbe aumentare di oltre un punto percentuale nei prossimi 10-15 anni superando, dunque, il 17 per cento in termini di Pil. Tali scenari, oltre a produrre effetti sulle componenti di spesa direttamente collegate (la spesa pensionistica e le altre spese age-related), ricordo che si riflettono sulla stessa dinamica del Pil, che risente della riduzione della popolazione in età da lavoro».

«Ai medici vedremo come dare risposta»

Con riferimento alla disposizione relativa all’adeguamento delle aliquote di rendimento di alcune gestioni previdenziali (Cpdel, Cps, Cpi, Cpug), il ministro ricorda la misura «costituisce la manutenzione di una normativa alla quale non si è provveduto in sede di attuazione amministrativa e della quale, nel corso del tempo, era stata evidenziata da più parti la criticità, poiché accentuava un trattamento disomogeneo tra dipendenti solo sulla base della gestione previdenziale di riferimento». Per quanto riguarda i pensionamenti anticipati, poi, dal ministro viene evidenziato che «si conferma la flessibilità in uscita», «apportando alcuni correttivi ai requisiti di accesso e alle modalità di calcolo dei trattamenti pensionistici». «Tali correttivi sono stati apportati al fine di garantire la sostenibilità economico-finanziaria del sistema previdenziale, senza però tralasciare la tutela di categorie di lavoratori svantaggiati, tra cui quelli impiegati in lavori usuranti, i precoci e le lavoratrici con figli». Sulla vicenda dell’articolo 33, le pensioni dei medici, «vedremo come dare una risposta, evidentemente è un problema che noi ci poniamo».

«Fondi a sanità, priorità è taglio liste d’attesa»

La riduzione delle liste d’attesa «è una priorità del governo, che ritiene assolutamente necessario garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini». I numeri sono articolati. «Si incrementa il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, di competenza dello Stato, per un importo di 3 miliardi per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi annui a decorrere dal 2026». Quindi «le risorse a disposizione del servizio sanitario continueranno a crescere nel tempo, con un finanziamento di 134 miliardi nel 2024, 135,4 miliardi nel 2025 e 135,7 miliardi nel 2026», rimarca Giorgetti. «Accanto a questo, si interviene per cercare di risolvere il problema dell’allungamento dei tempi e delle liste d’attesa», che «affligge da molti anni il nostro sistema ed è sensibilmente peggiorato» durante il Covid, determinando «un arretrato di prestazioni senza precedenti».

«Sulla inemendabilità ho espresso un auspicio»

Sull’inemendabilità della manovra Giorgetti parla di «un auspicio, che è quello di tutti i ministri dell’Economia» che hanno messo a punto un impianto che auspicano non venga modificato. «È chiaro che gli errori li abbiamo fatti anche noi» e potranno esserci proposte di aggiustamento «ma è evidente che il principio dell’articolo 81 ha ancora più valore oggi» nella situazione economica attuale.

«Sciopero legittimo ma manovra è pro dipendenti»

«I sindacati hanno la totale legittimità a scioperare, però dire che questo sia un governo che non ha a cura gli interessi dei lavoratori dipendenti, questa critica proprio no: l’unica parte espansiva della manovra è proprio questa». Giorgetti riepiloga le azioni previste dall’esecutivo. «Se si sommano 11 miliardi della decontribuzione confermata, 4,6 miliardi di sconto Irpef, 5 per rinnovo dei contratti della Pa,1,6 miliardi per i fringe: si arriva a una cifra che è i due terzi dell’intera manovra, diretta a famiglie con redditi medio bassi e lavoratori dipendenti».

«Forte effetto Superbonus su andamento debito»

Infine il ministro è tornato sul Superbonus replicando a una domanda sulla possibilità che ci siano limature su quel punto in manovra. «Mi rendo conto dei problemi che ci sono ma io ho un altro problema: questa emorragia non smette di toccare la finanza pubblica»,

Upb: ottica di breve periodo, misure frammentate

«Le previsioni macroeconomiche ufficiali, validate dall’Upb il mese scorso in occasione dell’audizione sulla Nadef, sono ancora accettabili per il 2023 mentre sono decisamente aumentati i rischi al ribasso per l’anno prossimo». Lo ha detto la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Lilia Cavallari in audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. «Gli obiettivi di crescita del governo per il 2024 sono raggiungibili, ma solo sotto l’ipotesi che si rafforzi consistentemente la domanda estera e che avanzino speditamente i progetti del Pnrr».

Con incertezza vincoli più stringenti, debito pesa

«Alla luce delle oggettive condizioni di incertezza e instabilità dello scenario, combinate con il peso del debito e la debole dinamica del Pil nel nostro paese, i già forti vincoli di bilancio si fanno più stringenti». Così la presidente dell’Upb in audizione sulla manovra. «Sebbene l’impatto della manovra sia coerente con gli obiettivi programmatici stabiliti nella Nadef 2023 e nel Dpb 2024 - avverte -, ogni rallentamento sulla strada obbligata di riduzione del debito rischia di comprimere ulteriormente i margini di manovra per affrontare condizioni sfavorevoli», come «shock inattesi o rallentamenti della crescita».

Ottica di breve periodo, misure frammentate

A giudizio di Cavallari la manovra «appare improntata a un’ottica di breve periodo, con interventi temporanei e frammentati. Inoltre, per il secondo anno consecutivo, si prevede sia un aumento del deficit per il primo anno rispetto a quanto precedentemente stabilito, sia il rinvio all’anno finale dell’orizzonte previsivo - il 2026 - del conseguimento di un disavanzo inferiore al 3 per cento del Pil».

Pnrr centrale per economia, spinta fino +2,6 punti Pil 2026

Il Pnrr «ha un ruolo centrale per il sostegno dell’economia e la sua attuazione non può ammettere rinvii. Secondo stime dell’Upb, il pieno avanzamento dei progetti del Pnrr fornirebbe uno stimolo all’attività economica che, se pur appena inferiori rispetto a quello prefigurato dal Mef, è determinante per lo sviluppo nel prossimo biennio», spiega ancora la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio. Nel 2024 la spinta è di 8 decimi di punto. «Nel 2026, anno in cui si dovrebbe completare il programma europeo Rrf, le stime dell’Upb indicano che il Pnrr dovrebbe spingere il livello del Pil tra i 2,3 e i 2,6 punti percentuali rispetto allo scenario in assenza del Piano. Affinché tale risultato sia raggiunto occorre avanzare speditamente con l’attuazione degli interventi».

Su pensioni misure per sostenibilità del sistema

«La manovra inizia ad affrontare parte delle criticità sugli andamenti di medio periodo della spesa che derivano dalle tendenze demografiche». Secondo l’Upb «i principali beneficiari della manovra sono le famiglie attraverso interventi sui redditi dei lavoratori privati e pubblici, la conferma per il prossimo anno della riduzione dei contributi previdenziali a loro carico, il rifinanziamento del Ssn, le misure a sostegno della genitorialità». In ambito previdenziale, «rilevano le misure volte a preservare la sostenibilità del sistema pensionistico. Alla riproposizione, sebbene a condizioni più stringenti, dei canali temporanei di pensionamento con requisiti ridotti rispetto agli ordinari, si affiancano misure volte a incidere positivamente e strutturalmente sull’evoluzione futura della spesa pensionistica come l’anticipo dell’adeguamento alla speranza di vita dei requisiti per l’uscita anticipata e la parificazione delle aliquote di rendimento dei dipendenti pubblici».

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