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Legge elettorale, al via la partita della riforma tra soglie e premi di maggioranza

La certezza è che l’attuale sistema, il Rosatellum, dovrà essere cambiato perché non dà la sicurezza matematica che il Presidente del Consiglio eletto direttamente abbia la maggioranza parlamentare del 55%, prevista dal ddl del governo

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3' di lettura

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri, che ha approvato all’unanimità il disegno di legge sulle riforme nel segno del premierato , la partita si gioca tutta sulle nuove regole di voto. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato come nel ddl non si sia voluto affrontare nè la questione del ballottaggio, nè quella del premio di maggioranza perché di questo si dovrà occupare il Parlamento anche riscrivendo la legge elettorale.

Il limite dell’attuale sistema elettorale

E su questo, sulla legge elettorale collegata alla riforma costituzionale , c’è una certezza e diverse incognite. La certezza è che l’attuale sistema, il Rosatellum , dovrà essere cambiato perché non dà la sicurezza matematica che il Presidente del Consiglio eletto direttamente abbia la maggioranza parlamentare del 55%, prevista dal ddl del governo.

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La soglia del premio di maggioranza

Il testo parla di un sistema con premio di maggioranza ed è sul meccanismo per assegnare tale premio, nonché sul sistema per selezionare i parlamentari, che possono esserci diverse soluzioni nonché una serie di problematiche. La futura legge elettorale dovrà avere una soglia minima superata la quale scatta il premio. Ma qui si apre il primo quesito: visto che il modello pensato dal governo, - sostengono alcuni costituzionalisti - prevede una elezione diretta del premier a cui è collegata una maggioranza, la soglia minima dovrebbe essere del 50% , come il sistema per eleggere il Sindaco, o come il sistema presidenziale francese. Senza la maggioranza assoluta si dovrebbe andare al ballottaggio.

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L’ipotesi della maggioranza

Probabilmente nella maggioranza si ragiona invece su soglie più basse, come quella del 40% inserita nell’Italicum (legge bocciata dalla Corte costituzionale nel 2017 ma per altre questioni , e quindi mai utilizzato). Poiché il governo ha deciso di mantenere il bicameralismo c’è tuttavia la possibilità (evidenziata dalla sentenza della Corte del 2017) che per Senato e Camera si abbiano due risultati diversi, ad esempio che in una la soglia sia superata da una coalizione, e nell’altro solo sfiorata. In ogni caso il ballottaggio (sempre in base alla sentenza del 2017) dovrà essere aperto, vale a dire con possibilità di aggregazione tra il primo e secondo turno, per evitare un eccesso di disproporzionalità nell’assegnazione del premio.

Il nodo dell’algoritmo

Un rompicapo che appassiona i matematici e l’algoritmo con cui “calare” a livello circoscrizionale il premio di maggioranza nazionale assegnato alla coalizione vincente e quindi ai diversi suoi partiti. L’algoritmo del Rosatellum, in 8 passaggi subordinati l’uno all’altro, ha scricchiolato con il taglio dei parlamentari, specie per il Senato, dove gli eletti sono solo 200.

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Come selezionare i parlamentari

Il secondo grande tema è il meccanismo di selezione dei parlamentari, vale a dire il meccanismo con cui gli elettori scelgono chi mandare al Montecitorio e Palazzo Madama. Un sistema classico, usato nei comuni per l’elezione diretta dei Sindaci, è avere delle liste proporzionali nelle 28 circoscrizioni elettorali, con le preferenze. Sistema poco amato dai leader perché non garantisce di far eleggere i propri fedelissimi. Un altro sistema può essere quello di assegnare l’85% dei seggi in collegi uninominali, e il restante 15% con il premio. Questo metodo può essere ulteriormente declinato attraverso collegi plurinominali (in cui si eleggono 3 o 4 parlamentari), quindi con listini bloccati. È il sistema adottato dall’Italicum e dalla parte proporzionale del Rosatellum; è il sistema più apprezzato dai leader di partito che hanno maggiori certezze di portare i fedelissimi in Parlamento.

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