L’Italia rischia di gareggiare senza tricolore, inno e medaglie: legge sullo sport all’esame del Cio
Il Cio potrebbe aprire un contenzioso con una procedura di infrazione della carta olimpica nei confronti del Coni perché non avrebbe contrastato le ingerenze governative
di Gerardo Pelosi
3' di lettura
È ormai una storia infinita quella che vede su due fronti contrapposti il Governo italiano per la legge sullo Sport e il Comitato olimpico internazionale (Cio) presieduto dal tedesco Thomas Bach, ex schermitore. Una storia che potrebbe arricchirsi ora di nuovi importanti dettagli mercoledì prossimo quando a Losanna si riunirà l’esecutivo del Cio (che rappresenta 206 Paesi più dei 193 dell’Onu) per esaminare tra l’altro il dossier Italia. L’ultimo report del Cio risale al 9 settembre. In quell'occasione il direttore dei rapporti con i Comitati olimpici nazionali, James Macleod ha aggiornato i suoi membri (tra l'altro l'emiro del Qatar, il Granduca di Lussemburgo, Anna di Inghilterra, Alberto di Monaco) sulla situazione del Coni alla luce della legge delega dell'agosto 2019 per norme che metterebbero a rischio l'autonomia del Coni. Mcleod ha ricordato che «ci sono state discussioni con il Coni e le autorità di Governo» per una «soluzione reciprocamente accettabile» ma «il processo è stato ritardato al momento senza concreti risultati».
Il rischio di una procedura di infrazione al Coni
A questo punto può accadere che il Cio chieda al Coni (che è suo interlocutore diretto) chiarimenti sulla situazione italiana. In seconda battuta il Cio potrebbe aprire un contenzioso con una procedura di infrazione della carta olimpica nei confronti del Coni perché non avrebbe contrastato le ingerenze governative. Il procedimento potrebbe richiedere un'audizione del presidente del comitato italiano Giovanni Malagò (il quale è uno dei due italiani membri effettivi del Cio insieme al presidente del comitato mondiale Bob e Skeleton Ivo Ferriani).
Rischio niente tricolore, inno e medaglie
Se la procedura dovesse proseguire si arriverebbe alla sospensione del Coni in base all'articolo 59 comma 1.4 della legge olimpica. In tal caso il comitato esecutivo può determinare anche le conseguenze per il comitato olimpico nazionale e per i suoi atleti. Ci sarebbe quindi il rischio che gli atleti italiani non gareggerebbero più ad esempio per Tokio l'anno prossimo con la sigla ITA ma con quella IOA (Indipendent Olimpic Athlet). Nessun portabandiera, nessun tricolore da esibire, nessun inno nazionale o medaglie al Paese. Gli atleti italiani sul podio verrebbero salutati con la bandiera a cinque cerchi. Una sorte che è toccata a Rio a un atleta kuwaitano che ha vinto l'oro al tiro al volo. Per casi di violazione alla carta olimpica o fatti corruttivi la sospensione dei comitati nazionali è toccata nel passato a molti Paesi come Iraq, India, Kuwait, Brasile, Ghana, Niger, Russia e Sudafrica.
Il dossier potrebbe essere gestito direttamente da Conte
Non è escluso che il dossier per i suoi riflessi nelle relazioni internazionali possa essere avocato dal premier Giuseppe Conte e dal suo consigliere diplomatico Piero Benassi. Del resto lo stesso presidente del Consiglio il 24 giugno del 2019 ossia il giorno in cui si celebrava a Losanna la vittoria delle Olimpiadi invernali a Milano Cortina assicurò al presidente Bach un impegno preciso del Governo per superare le obiezioni del Cio sulla legge delega di riforma del Coni che secondo Losanna avrebbe violato la carta olimpica almeno in sei punti e l'autonomia del Coni.
Un braccio di ferro iniziato nel 2018
Ma il braccio di ferro tra Cio e Governo risale già alla fine del 2018 con la Legge di stabilità che aveva sostituito Coni Servizi con Sport e Salute nel distribuire i finanziamenti a Federazioni e organismi sportivi. Ma una società non più strumentale alla sola attività del Coni. In seguito il Dpcm del 26 settembre 2019 ha previsto, oltre alla vigilanza del Governo sul Coni anche l'indirizzo, previsione che collide contro i principi della carta olimpica. Il 20 novembre del 2019 una delegazione Cio si è incontrata a Milano con una delegazione del ministero dello sport. Anche in quell'occasione sarebbero state fornite generiche assicurazioni che, secondo il Cio, non hanno poi trovato riscontri concreti.
Le incognite riguardano anche Milano Cortina 2026
Un capitolo a parte riguarda poi Milano-Cortina. Il Coni è uno dei tre firmatari del contratto con Cio ma se Coni non è più nel pieno esercizio delle sue funzioni il Cio non può più discutere con Coni i problemi organizzativi di Milano Cortina. E non è una cosa di poco conto per giochi invernali che per la prima volta nella storia prevedono un impegno finanziario diretto del Cio tra cash e servizi per 925 milioni di dollari.
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