Coni a rischio autonomia. Perché il Cio contesta la legge italiana sullo sport
Il Cio ricorda tra l’altro che il «Coni non dovrebbe essere “riorganizzato” mediante decisioni unilaterali da parte del Governo» perché si tratta di «un’organizzazione autonoma e legittimamente indipendente governata prioritariamente dalla Carta Olimpica e dal proprio statuto»
di An.Ga.
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La riforma dello sport è legge, e ora ci sarà da mettere in moto le diplomazie per evitare che il braccio di ferro deflagri. Il via libera ieri del Senato al testo voluto dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti attribuisce al Governo in via definitiva la delega a intervenire sull'ordinamento sportivo, anche con il riordino dello stesso Coni. Una riforma su cui la maggioranza gialloverde è sempre stata compatta. E non ha cambiato direzione dopo la dura presa di posizione del Cio che con una lettera inviata al presidente del Coni, Giovanni Malagò, proprio a poche ore dall'approvazione del ddl, aveva chiesto cambiamenti puntuali al testo, in assenza dei quali l'Italia può andare incontro a sanzioni pesanti. Non ultima la «sospensione o il ritiro del riconoscimento dello stesso Comitato olimpico», con i Giochi di Tokyo del prossimo anno a rischio.
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Le preoccupazioni del Cio
Nella lettera il comitato presieduto da Thomas Bach aveva espresso “seria preoccupazione” per una legge che «intaccherebbe chiaramente l'autonomia del Coni». Sei i punti indicati da Losanna su cui servirebbe fare marcia indietro secondo il Cio. In particolare lì dove la legge approvata prevede che il Governo è «delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per il riordino del Comitato olimpico nazionale italiano», il Cio replica che il «Coni non dovrebbe essere “riorganizzato” mediante decisioni unilaterali da parte del Governo» perché si tratta di «un’organizzazione autonoma e legittimamente indipendente governata prioritariamente dalla Carta Olimpica e dal proprio statuto».
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La sua governance interna e le sue attività al contrario «devono essere stabilite e decise nell'ambito del proprio Statuto, e la legge non dovrebbe avere per obiettivo un “micromanaging” della sua organizzazione interna e delle sue attività».
La questione autonomia
Ma il punto del testo quello più indigesto a Losanna è forse contenuto nel Capo I, Art. 1, comma 1, lettera I dove si parla della «piena autonomia gestionale, amministrativa e contabile delle federazioni sportive». Tali enti, si legge «dovrebbero completamente rendere conto al Coni per ogni specifica assistenza finanziaria e tecnica che possono ricevere»
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Si chiede poi che sui due commi che prevedono rispettivamente che «l'articolazione territoriale del Coni sia riferita esclusivamente a funzioni di rappresentanza istituzionale», nonché la necessità di un riordino della disciplina in materia di limiti al rinnovo dei mandati degli organi del CONI, ci sia tempo per una maggiore discussione e un coordimento tra le autorità governative e il Coni.
In attesa dei decreti attuativi
Giorgetti (demiurgo del disegno di legge nato per «organizzare e sviluppare la pratica dell'attività sportiva» nelle scuole, di riordinare le norme di sicurezza per la costruzione e l'uso degli impianti sportivi e di riformare «le disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e
dilettantistici») dopo aver espresso soddisfazione per il via libera ha cercato di rassicurare sull'immediato futuro. «Ora c'e' la seconda parte del lavoro da fare col Parlamento, i decreti attuativi e legislativi. Lì
saranno chiariti anche i dubbi che nascono da un fraintendimento, come dimostra la lettera del Cio».
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