Leggere tra le righe (e tra le pieghe) di una grande scrittrice e i suoi abiti passepartout
Mentre esce in Italia il nuovo libro di Joyce Carol Oates, seguiamo il filo di un'amicizia che la lega a Amy Tan e Gloria Vanderbildt
di Lisa Corva
2' di lettura
Dress code scrittrice. Esiste? Non proprio, però Joyce Carol Oates, 82 anni e quasi 100 titoli pubblicati tra commedie, racconti e romanzi (il 28 gennaio esce l'ultimo per La Nave di Teseo, “Pericoli di un viaggio nel tempo”), un abito-passepartout ce l'ha davvero. Anzi, abiti, al plurale: Issey Miyake plissettati; tunica, vestito, maglia turtleneck. Perfetti per ogni occasione, come racconta, anche perché non si stropicciano, neppure in valigia. E i Pleats Please del suo armadio hanno una storia dentro. Anzi, due. Di amicizia al femminile.
Il primo nome è quello di Gloria Vanderbildt, bellissima “socialite” americana, appassionata di moda e non solo, e grande amica della Oates, che le regalò quasi tutti i Miyake del suo guardaroba. La seconda amica è Amy Tan, altra scrittrice cult negli Stati Uniti (il suo longseller è “Il circolo della fortuna e della felicità”, in Italia edito da Tea). Anche lei ama i Miyake plissettati black, e infatti a volte si sono ritrovate con lo stesso abito allo stesso evento… E a quel punto si sono anche “instagrammate”, stile e ironia over 70.
Una cosa è sicura: i Pleats Please, lanciati nel 1988 e brevettati nel 1993 dallo stilista giapponese Issey Miyake, sono davvero un capo senza tempo, un capo-investimento. E infatti li abbiamo incontrati spesso nei negozi che raccontiamo ogni mese su HowToSpendIt, nella pagina Atelier: in Italia, ad esempio, si possono trovare da Imarika a Milano, Ivo Milan a Padova, Rosi Serli a Trieste, Dolci Trame a Siena.
Abiti che ci accompagnano. E che non invecchiano, come i buoni libri. Abiti forse per viaggiare nel tempo, come la protagonista dell'ultimo romanzo della Oates, una diciassettenne ribelle che dal mondo distopico dove vive, nel 2039, per punizione viene rispedita indietro al 1959…
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