Legittima difesa, via libera della Camera. Fronda M5S: in 25 non votano
di Nicola Barone
2' di lettura
Con 373 sì e 104 no (2 gli astenuti) sì della Camera alla proposta di legge sulla legittima difesa. Forza Italia e FdI hanno votato a favore del provvedimento fortemente voluto dalla Lega che torna al Senato in vista del via libera definitivo atteso entro marzo.
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Nel corso del dibattito è emersa la netta contrapposizione sulla nuova norma tra Pd e LeU da una parte e azzurri, dall'altra. Tuttavia il malcontento anche di parte del M5S ha avuto come effetto la diserzione nel momento chiave. Se dai tabulati risultano 29 deputati «in missione» (e dunque assenti giustificati), altri 25 non hanno infatti partecipato al voto.
Con la modifica all’articolo 52 del Codice penale viene previsto in particolare che si considera sempre sussistente il rapporto di proporzionalità tra la difesa e l’offesa. Questa misura esclude, nelle varie ipotesi di legittima difesa domiciliare, la punibilità di chi, trovandosi in condizioni di minorata difesa o in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo, commette il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità. Si stabilisce quindi che nei casi di condanna per furto in appartamento la sospensione condizionale della pena sia subordinata al pagamento integrale dell'importo dovuto per il risarcimento del danno alla persona offesa riguardano il quadro sanzionatorio per diverse fattispecie di reato.
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«È sicuramente una legge della Lega» ma è nel contratto di governo e dunque per lealtà «si porta avanti e si vota». Anche se «non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel M5S», come ammette Luigi Di Maio. Delle modifiche al capo politico del Movimento non piace «il messaggio» implicito nel provvedimento, perché «approvando questa legge si comincia a dire che si possono utilizzare di più le armi e questo non è il mio modello di Paese».
Tra fischi e applausi si è riproposto oggi lo scontro verbale tra Forza Italia e Pd nel silenzio delle forze gialloverdi che si sono limitate a intervenire solo al momento delle dichiarazioni di voto .
I democratici dicono no alle misure ritenute inutili e pericolose per il rischio di superare la valutazione dei giudici. Il partito di Silvio Berlusconi appoggia invece la legittima difesa rivista «perché è il primo, vero provvedimento di centrodestra» ed «era nel nostro programma di governo», secondo la capogruppo Mariastella Gelmini. Anche Fratelli d'Italia vota a favore nonostante il «rammarico» di «un compromesso al ribasso». A lamentare «una pessima modifica del Codice penale che non era affatto necessaria e che invece è una misura ideologica e demagogica» è Riccardo Magi, deputato di +Europa e segretario dei Radicali italiani. intervenendo in Aula .
Il provvedimento torna ora al Senato (dal 26 marzo) per l'approvazione definitiva, dopo che la Camera ha dovuto introdurre una correzione al l'articolato precedente relativa alla copertura finanziaria.
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