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Quello delle festività pasquali è un weekend all'insegna del cinema impegnato: questa settimana escono nelle nostre sale diversi film profondi e adatti a un pubblico di veri e propri cinefili, amanti delle pellicole capaci di far riflettere e di non semplice lettura.
Tra le novità, seguendo proprio questo versante, si segnala subito il film iraniano “Leila e i suoi fratelli”, terzo lungometraggio del regista Saeed Roustayi.
Presentato in concorso al Festival di Cannes, il film vede protagonista Leila, una donna quarantenne che ha passato tutta la sua esistenza a prendersi cura dei suoi genitori e dei suoi fratelli.In una famiglia schiacciata da debiti, dovuti alle sanzioni economiche contro l'Iran, e perennemente in preda a litigi e discussioni, Leila prova a cambiare vita, stanca di doversi dedicare completamente alla sua famiglia.La donna, infatti, ha escogitato un piano, che potrebbe aiutarli a uscire dalla miseria in cui vivono: vorrebbe avviare un’impresa, ma la sua idea viene ostacolata dalla figura paterna, portando i già di per sé fragili equilibri familiari a frantumarsi, forse per sempre.
Intenso dramma famigliare
Intenso dramma famigliare, “Leila e i suoi fratelli” è un film che parla di una donna che prova a salvare i suoi affetti più cari, nonostante sia circondata da una società profondamente maschilista e patriarcale che non vuole proprio darle la fiducia che meriterebbe.
Una sceneggiatura stratificata
Aperto da uno splendido incipit che gioca su un efficace montaggio alternato, “Leila e i suoi fratelli” inizia fortissimo, riuscendo subito a toccare corde particolarmente profonde e a lanciare spunti su cui riflettere al termine della visione.La durata eccessiva (circa 2 ore e 45 minuti) genera qualche prolissità e l'attenzione rischia di subire qualche calo, ma la sceneggiatura è talmente intelligente e stratificata da rimanere sempre interessante: a colpire sono soprattutto i dialoghi tra i vari personaggi, ben interpretati da un cast credibile e ottimamente amalgamato.Svettano in particolare la sorprendente protagonista Taraneh Alidoosti e l'attore che interpreta la figura paterna, Saeed Poursamini.
Vincitore del premio FIPRESCI al Festival di Cannes, “Leila e i suoi fratelli” è l'ennesima conferma dello straordinario momento che sta vivendo la cinematografia iraniana e di quanto i messaggi che questa industria inserisce nei suoi film siano dettati da un'urgenza sempre più impellente.
La cospirazione del Cairo
Sempre dal Festival di Cannes 2022 arriva anche “La cospirazione del Cairo”, nuovo film di Tarik Saleh.Il soggetto iniziale è incentrato sulla morte del Grande Imam durante il discorso di benvenuto di fronte un gruppo di studenti della rinomata università del Cairo, quella di Al- Azhar, nota come il centro del potere dell'Islam sunnita.La scomparsa dell’Imam dà inizio a una lotta senza esclusione di colpi per influenzare coloro che dovranno prendere il suo posto. Lo sa bene Adam, un ragazzo di provincia da poco arrivato in città, che finirà nel bel mezzo di questi scontri e di questi giochi di potere, dopo che un suo compagno di studi viene rinvenuto morto nel cortile dell’università.
Cinque anni dopo “Omicidio al Cairo” (2017), il regista Tarik Saleh, svedese di nascita ma di origine egiziana, torna a firmare una sorta di giallo-poliziesco con all'interno un'indagine sulle dinamiche socio-politiche egiziane. In questo caso il contesto è quello religioso ed è proprio grazie a questa scelta che si sviluppano i temi più rilevanti di un film che descrive con cura gli intrighi per acquisire il potere.Col passare dei minuti, però, il ritmo si affievolisce e il film fatica a ritrovare lo slancio iniziale, nonostante la cornice narrativa sia così interessante da nascondere alcuni dei limiti strutturali che questa pellicola porta con sé (la ridondanza è senza dubbio uno di questi). Resta comunque un prodotto da vedere, seppur vittima di un andamento nel complesso troppo altalenante.
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