DESIGN IN MOSTRA

Les Citoyens, lo sguardo di Guillermo Kuitca alla Triennale di Milano

Una selezione di opere dell'artista dalla collezione della Fondation Cartier pour l'art contemporain creano una cosmogonia inedita.

di Redazione

Guillermo Kuitca durante l'installazione della mostra Les Habitants, Fondation Cartier pour l'art contemporain, Parigi, 2014. Foto © Olivier Ouadah.

4' di lettura

A distanza di un anno dall'inizio della pandemia, la Triennale Milano e Fondation Cartier pour l'art contemporain presentano la mostra Les Citoyens, ideata da Guillermo Kuitca. In programma dal 6 maggio al 12 settembre 2021, esplora uno dei temi cruciali che hanno contraddistinto gli ultimi mesi: l'idea del collettivo, del gruppo, della comunità. Il pittore argentino mette in mostra una selezione personale di 120 opere di 28 artisti della collezione della Fondation Cartier, proponendo un viaggio nella memoria, con pezzi in gran parte mai esposti in Italia.

George Rouy, One Mass Set on Red, 2019. Acrilico su tela, 220 × 160 cm. Acquisizione 2019. © George Rouy, courtesy Hannah Barry Gallery, London. Foto © Damian Griffiths.

Il pittore abbina installazioni, dipinti, sculture, ceramiche, video e disegni per creare una cosmogonia che si compone di opere, artisti, animali e oggetti in cui spesso è rappresentata la figura umana, vista nel suo rapporto con gli altri e con il mondo. Kuitca firma la selezione delle opere ma anche il loro inserimento nello spazio, in armonia con l'architettura di Triennale e il proprio universo pittorico.

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David's Living Room Revisited, 2014-2021. Un'installazione di Guillermo Kuitca creata da un'opera di David Lynch, con la partecipazione di Patti Smith. Realizzata per la mostra Les Habitants, 2014. Rivisitata nel 2017 per la mostra Les Visitants, CCK, Buenos Aires, 2017. Acquisizione 2018. © Guillermo Kuitca. Foto © Olivier Ouadah.

“La mostra non presenta niente di omogeneo: è un vero crogiolo, una polifonia di elementi e voci. Ha a che fare col senso più ampio di ‘comunità', con l'aspetto democratico non centrato di tutte le opere e con la relazione che le collega l'una all'altra”, ha spiegato l'artista. “Mentre lavoravo al progetto e cercavo di organizzare questi spazi e dare un'identità all'esposizione, ho anche pensato che essere a Milano – una città che ha un rapporto così stretto con il design – potesse essere una fonte d'ispirazione e una sfida che quasi fa sentire in soggezione. Mi piace pensare che Les Citoyens sia tanto un atto di design quanto un atto di amore”.

Vija Celmins, Night Sky #11, 1995. Olio su tela, 79 × 95.2 cm. Acquisizione 1996. © Vija Celmins.

Secondo progetto presentato nell'ambito del partenariato tra Triennale Milano e Fondation Cartier pour l'art contemporain, l'esposizione rappresenta un'occasione, per le due istituzioni, di ricordare il ruolo centrale delle collezioni d'arte e di design e l'importanza di preservare la memoria per pensare il futuro.

Daido Moriyama, Polaroid Polaroid, 1997. Installazione di 3.262 Polaroid su 26 pannelli (122 × 75 cm ciascuno). Dimensioni variabili. Acquisizione 2004. © Daido Moriyama.

Kuitca concepisce un percorso privo di tematica, centro o gerarchia, pur effettuando dei collegamenti che “tessono una trama di sensi e sensazioni”. In questo modo, avvicina al disegno monumentale di Cai Guo-Qiang il film di Artavazd Peleshyan, che evoca una comunione di animali la cui vulnerabilità fa eco alla presenza astratta dell'uomo nelle fotografie di Fernell Franco o nella società in miniatura delle sculture di Véio. Anche altre opere propongono quest'idea onnipresente delle costellazioni. Grazie al suo dispositivo spaziale, l'opera di Agnès Varda fa risuonare le voci di una comunità di donne di ogni età, da una parte; e dall'altra, delle sedute invitano i visitatori a riunirsi a loro volta, in un gruppo fortuito di osservatori.

Artavazd Pelechian, Les Habitants, 1970. Pellicola 35 mm in bianco e nero, 8 min 58 s. Acquisizione 2015. © Artavazd Pelechian.

Lo sguardo è presente anche nell'installazione di Tony Oursler, in cui il visitatore si trova immerso in una foresta di spiriti sciamanici. Oppure nell'occhio del fotografo Daido Moriyama, che propone un viaggio nel suo studio attraverso un'installazione costituita da una serie di Polaroid. E poi un'altra immersione nell'universo tridimensionale del film di Moebius, che trasporta la comunità umana su un altro pianeta.

Agnès Varda, Les Veuves de Noirmoutier, 2004-2005. Installazione video che include una pellicola da 35mm con audio(9 minuti e 30 secondi in loop), 14 video con audio su 14 schermi (3 minuti e 30 secondi ciascuno in loop), 14 sedie e 14 cuffie. Dimensioni variabili. Musica: Ami Flammer. Acquisizione 2017. © Agnès Varda. Foto © Jorge Miño.

Nonostante sia una presenza quasi costante nelle opere selezionate da Kuitca, così come nei gruppi dipinti da Moke o George Rouy o modellati da Isabel Mendes da Cunha, la figura umana assume un carattere silenzioso, una sorta di presenza-assenza che entra in risonanza con insiemi più astratti, come le opere di Richard Artschwager, Absalon, José Vera Matos o Thomas Demand. Ritroviamo nuovamente l'astrazione e la dissoluzione del corpo nelle fotografie di Francesca Woodman, nei nudi di David Lynch, e persino nei disegni dell'artista yanomami Taniki.

Isabel Mendes da Cunha, Untitled, 1970-1980. 8 ceramiche dipinte, circa 80 × 30 × 25 cm ciascuna. Acquisizione 2012. © Isabel Mendes da Cunha. Foto © Ambroise Tézenas.

Le opere di Rinko Kawauchi e Virxilio Vieitez evocano invece l'idea universale del nucleo familiare e della comunità di personalità e temporalità multiple che la costituiscono. Insieme a David Hammons, Junya Ishigami, Allan McCollum, Vija Celmins, Hu Liu, Guillermo Kuitca gioca con l'idea di combinare elementi, entità, unità, con la ripetizione e la singolarità, con il tutto e la frammentazione. Opera corale, che riunisce gli universi di Guillermo Kuitca, David Lynch e Patti Smith, l'installazione David's Living Room Revisited (2014-2020) è emblematica dell'idea di comunità, filo conduttore dell'esposizione Les Citoyens. Così come le fotografie di Claudia Andujar che concludono il percorso, ricordando l'esposizione presentata in precedenza nei medesimi spazi.

Moebius, La Planète encore, 2010. Film d'animazione 3D. Produzione: BUF, 9 min. Realizzato per la mostra Moebius-Transe-Forme, 2010. © Angele & Fine production / Moebius Production.

Con Les Citoyens, Kuitca firma il terzo capitolo del suo rapporto con la collezione, inaugurato a Parigi nel 2014 con Les Habitants, proseguito nel 2017 con Les Visitants, presentata al CCK di Buenos Aires. In contemporanea alla mostra viene proposta una serie di appuntamenti inediti come concerti, incontri con gli artisti, conferenze e visite guidate. È inoltre disponibile un catalogo illustrato, concepito in collaborazione con Kuitca.

Tony Oursler, Mirror Maze (Dead Eyes Live), 2003. Video-proiezioni su 10 sfere (1,8 m di diametro ciascuna), colonna sonora. Dimensioni variabili. Realizzato per la mostra Yanomami, Spirit of the Forest, 2003. Acquisizione 2003. © Tony Oursler. Foto © Hironori Itabashi.

Nel 2019 Triennale Milano e Fondation Cartier pour l'art contemporain hanno dato inizio a una partnership di otto anni, con l'intento di presentare insieme un programma di mostre, conferenze e spettacoli dal vivo negli spazi del Palazzo dell'Arte di Milano. Dopo Claudia Andujar: La lotta Yanomami, che ha inaugurato la collaborazione a ottobre 2020, e dopo questo nuovo capitolo, a ottobre 2021 verrà presentata la prima esposizione personale in Italia del cineasta e fotografo francese Raymond Depardon, La Vita Moderna.

Taniki, Untitled, 1978-1981. Serie di 18 disegni. Pennarello su carta, 21 × 29 cm ciascuno. Acquisizione 2015. © Taniki.

Riproduzione riservata ©

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