Letizia Battaglia: i suoi scatti consacrati dai musei e dal mercato
di Sara Dolfi Agostini
3' di lettura
Mentre a Palermo si festeggia per la scelta della città come Capitale Italiana della Cultura 2018, al Museo MAXXI di Roma è in corso la più importante mostra retrospettiva del lavoro della fotografa Letizia Battaglia (1935), figura carismatica della scena artistica palermitana. Visitabile fino al 17 aprile e intitolata «Per pura passione», la mostra riunisce 200 stampe, provini, libri, film e riviste per ripercorrere oltre sessant’anni di lavoro della fotografa, sempre in prima linea nel raccontare la mafia in Sicilia e il volto dell’Italia in trasformazione.
«Conosco Letizia dalla fine degli anni '80: fu tra i primi a frequentare il mio spazio d'arte alla Vucciria, quartiere storico della città che oggi ospita mostre e gallerie» ricorda Paolo Falcone, direttore artistico della Fondazione Sambuca a Palermo e co-curatore della mostra al MAXXI con Margherita Guccione e Bartolomeo Pietromarchi. È stato lui a organizzare la prima retrospettiva di Battaglia a ZAC i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo la scorsa primavera: una mostra che in poco meno di due mesi ha ricevuto 21mila visitatori, dato di rilievo per la programmazione culturale del Comune, che qualche mese fa ha rivelato anche i termini della collaborazione con OMA di Rem Koolhaas e Manifesta per il 2018.
Letizia Battaglia è una figura di spicco nel mondo della fotografia: ha lavorato per il quotidiano L'Ora di Palermo e consegnato alla storia fotografie di Giorgio Boris Giuliano, il presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella e il generale Dalla Chiesa, i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Attivista, politica ed editrice, ha mostrato il suo lavoro in galleria da Cesare Manzo di Pescara, Cardi di Milano, e Massimo Minini di Brescia. «Eppure la forza della fotografia nel panorama culturale di un paese dipende dall'ingresso nei musei e nelle biennali, e fino a poco anno fa non c'era interesse in Italia per il reportage» spiega Paolo Falcone. Ma la scena si sta ampliando e ad aprire la strada sono due celebri fotografe, Diane Arbus e Mary Ellena Mark, esponenti di spicco del nuovo stile documentario in bianco e nero degli anni '70.
Ad oggi l'unico soggetto avente diritto di vendita nel primo mercato di Battaglia è il suo archivio, che di recente si è avvalso della collaborazione di Falcone anche per il riordino dei materiali. «Abbiamo scelto un nuovo formato di 100 x 66,5 cm, più grande di quello che usava storicamente, e stabilito edizioni da cinque a nove esemplari per un corpus di 200 scatti fotografici» spiega Falcone. Le edizioni più numerose sono dedicate alle fotografie iconiche e già validate dalle istituzioni, una decina in tutto, come il drammatico ritratto di «Rosaria Schifani moglie di Vito Schifani, Palermo» (1993) o la «Bambina con il pallone, quartiere La Cala, Palermo» (1980), e cinque esemplari di ognuna sono sempre riservati alle collezioni museali.
Come spesso nel caso di fotografie in edizione, i prezzi premiano il collezionismo più audace. «Il prezzo di partenza generalmente è 8mila euro, a fronte di 5mila euro per le fotografie in edizione aperta e formato più piccolo che sono state vendute in passato» spiega Falcone, che si è occupato anche della mappatura del venduto. Un dato importante per i fotografi che sono passati dall'edizione aperta a quella chiusa quando già erano all'apice del successo commerciale, ma non per Battaglia, che sta ricevendo adesso la sua consacrazione dal collezionismo. «Sue opere sono solo nelle collezioni dell'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma e del MAXXI, che ha appena acquistato un'installazione di 19 fotografie della serie dedicata all'ospedale psichiatrico, un'edizione di tre esemplari» nota il curatore, e aggiunge «ed è notevole l'interesse a Roma anche dai collezionisti privati».
Per le prossime mostre, invece, sarà necessario il passaporto. «L'Archivio è in dialogo con curatori in Inghilterra e soprattutto in America, il paese che per primo ha riconosciuto il suo lavoro conferendole il prestigioso W. Eugene Smith Grant a New York nel 1985» anticipa Paolo Falcone. All'età di quasi 82 anni, la carriera di Letizia Battaglia si può dire finalmente decollata.
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