Letizia Moratti in Forza Italia: dalla presidenza della Rai a prima cittadina di Milano, ecco chi è
Milanese, politica e imprenditrice, vedova di Gian Marco Moratti, due figli, Letizia Brichetto Arnaboldi, è stata anche, tra l’altro, presidente della Rai, ministra dell’Istruzione (dal 2001 al 2006), sindaco di Milano e presidente del Consiglio di amministrazione di Ubi
I punti chiave
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Dopo la parentesi del Terzo Polo, che l’aveva candidata alla guida della Regione Lombardia in alternativa ad Attilio Fontana, e le interlocuzioni avute per il progetto centrista di Matteo Renzi, Letizia Moratti torna nel centrodestra, di cui è stata esponente indipendente. E lo fa mettendo piede in Forza Italia. Si chiude così l’asse con Matteo Renzi e Carlo Calenda. Guiderà la consulta della segreteria del partito.
Subito dopo la delusione delle elezioni regionali non aveva deposto le armi. Anzi, aveva rilanciato: «Continuerò il mio impegno per una nuova proposta politica», aveva detto commentando la vittoria del suo sfidante Attilio Fontana in Lombardia, alle elezioni del 12 e del 13 febbraio. Poi era uscita allo scoperto, proponendo di lanciare un partito su cui far convergere realtà civiche in vista delle elezioni europee del 2024, con Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ora la decisione di rientrare in Forza Italia.
Nessuna candidatura alle europee
Moratti ha spiegato che il fallimento del Terzo Polo non c’entra ma che «il posizionamento di Italia Viva e Azione a Bruxelles con Renew Europe non coincide con il mio. Mi sono sempre rispecchiata nei valori del Ppe». Ha poi precisato che il suo ritorno in Forza Italia non porterà a una sua candidatura per le europee.
Ex presidente della Rai e ministra dell’Istruzione
Milanese, politica e imprenditrice, vedova di Gian Marco Moratti, due figli, Letizia Brichetto Arnaboldi, è stata anche, tra l’altro, presidente della Rai, ministra dell’Istruzione (dal 2001 al 2006), sindaco di Milano e presidente del Consiglio di amministrazione di Ubi. Padre partigiano di origine aristocratiche come la madre, dopo aver frequentato il Collegio delle Fanciulle di Milano si laurea in Scienze scientifiche alla Statale e diventa per un breve periodo assistente in Diritto comunitario europeo. Molto determinata fin da giovane, brillante negli studi, si fa subito valere anche nel mondo del lavoro. A soli 25 anni si occupa di brockeraggio assicurativo, poi entra nel Consiglio di amministrazione della Comit, e ricopre ruoli analoghi e dirigenziali in varie aziende. A questo punto inizia il suo interesse per la cosa pubblica che poi sfocia nella politica: prima diventa presidente Rai (la sua gestione non fu priva di polemiche e contestazioni, il consigliere Franco Pardini parlò di “clima irrespirabile”). Quindi fa il ministro dell’Istruzione: la sua riforma viene però cancellata e sostituita dal secondo Governo Prodi.
L’esperienza a sindaco di Milano
Ma è la candidatura per il centrodestra e l’elezione a sindaco che la rende davvero nota tra i milanesi: la vittoria al primo turno sull’ex prefetto Bruno Ferrante la fa diventare la prima donna a dirigere l’amministrazione milanese. Punta sulle periferie che secondo l’opposizione di centro-sinistra per lei sono nella vita di tutti giorni sconosciute. La sua grande vittoria è l’Expo 2015. Nel 2011 però viene sconfitta - inaspettatamente sulla base della composizione elettorale della città - da Giuliano Pisapia che riporta alla sinistra la città dopo l’ultima giunta socialista e quelle precedenti anche con il Pci.
In prima fila contro la pandemia Covid
A questo punto riprende il suo percorso manageriale all’Ubi, ma poi riemerge, anche qui senza preavviso nella politica: sostituisce Giulio Gallera assessore lombardo al Welfare in quota Forza Italia (molto criticato per la gestione del Covid nonostante il riconosciuto impegno e silurato dal leader della Lega Matteo Salvini) ed è anche vicepresidente. Perfino i detrattori riconoscono che il suo piglio deciso contro la pandemia Covid dà risultati rapidi e concreti. E il suo nome figura anche tra i papabili per il Quirinale, come prima donna a capo delle istituzione repubblicane. Gli ultimi mesi sono stati invece caratterizzati dalla sua autocandidatura come Governatore della Lombardia. I rapporti con il presidente Attilio Fontana si raffreddano rapidamente, ma nemmeno gli incontri con il “capitano” leghista la smuovono.
Le regionali in Lombardia del febbraio 2023
Entrata in contrasto con Fontana, anche in relazione a una propria candidatura alle regionali del 2023, Moratti si dimette il 2 novembre 2022. Quattro giorni dopo ufficializza la sua candidatura, con il sostegno del Terzo Polo. Viene sostenuta anche dalla lista civica Moratti Presidente, espressione di Lombardia Migliore, associazione da lei fondata. Come candidata civica del Terzo Polo nella competizione regionale del febbraio 2023 ottiene il 9,87% dei voti (320.346 preferenze), classificandosi al terzo posto e non risultando quindi eletta.
Il progetto in vista delle prossime Europee
Alle comunali del 14-15 maggio 2023 la lista Moratti come candidato sindaco a Sondrio sostiene Luca Zambon che però con il 2,9% non entra in consiglio comunale. Nello stesso periodo Letizia Moratti raduna diversi esponenti del Terzo Polo e dell’area centrista, riformista e liberale per dar vita a un nuovo soggetto politico in vista delle elezioni europee del 2024: Matteo Renzi di Italia Viva, Mariastella Gelmini di Azione, Gianfranco Librandi di +Europa, gli ex PSI Claudio Signorile e Giampaolo Sodano, l’ex ministro Mario Mauro, l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, l’ex PD Giuseppe Fioroni, Giacomo Portas dei Moderati, l’ex ministro Gaetano Quagliariello, Stefano Zamagni e Ivo Tarolli di Insieme, Giuseppe De Mita dei Popolari in Rete, Michelino Davico di Noi con l’Italia ed Enzo Maraio del Psi. Tuttavia dopo poco tempo Moratti si riavvicina al centro-destra decidendo di sostenere Adriano Galliani al collegio uninominale Lombardia - 06 (Monza) per il Senato della Repubblica nelle elezioni politiche suppletive in seguito al decesso di Silvio Berlusconi. Ora l’ingresso in Forza Italia.
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