MARTEDÌ INCONTRO CON CONTE 

Libia, parte da Roma «l’operazione Verità» di Serraj

di Gerardo Pelosi

Incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente del Consiglio presidenziale del Governo di accordo nazionale della Libia, Fayez al Serraj (foto Ansa)

3' di lettura

Da una parte l’operazione «Dignità» della Lna, l’esercito del generale Khalifa Haftar che vuole unificare la Libia, laicizzarla e sradicare le milizie islamiche. Dall’altra parte l’operazione «Verità» del premier di Tripoli Fayez al-Serraj che vuole smontare la propaganda di Bengasi e far passare messaggi rassicuranti alla comunità internazionale ricordando che è la guerra di Haftar a favorire i terroristi.

Così mentre Haftar incita le sue truppe a sferrare l’attacco finale a Tripoli Serraj darà avvio da domani a un periplo nelle principali capitali europee, partendo da Roma. Martedì mattina Serraj incontrerà il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte a Roma per recarsi nel pomeriggio a Berlino per incontrare cancelliera, Angela Merkel. Mercoledì è in programma poi un incontro a Londra con Theresa May mentre non è ancora confermato l’incontro a Parigi con il presidente Emmanuel Macron.

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Serraj: le milizie sono sotto controllo
L’obiettivo di Serraj è far capire ai partner europei che la propaganda di Haftar nell’ultimo mese ha stravolto la realtà dei fatti per cui non ci si trova di fronte a un regime dell’Est che sostiene una svolta laica del Paese e il Governo di Tripoli che, sebbene riconosciuto dalla comunità internazionale, sostiene le milizie paraterroriste. Serraj ricorderà a tutti la gravità dell’assedio a Tripoli nei giorni in cui si stava preparando la conferenza Onu di Gadames, un vera “pugnalata alle spalle” al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Serraj vuole anche lanciare messaggi rassicuranti e spiegare che sta mettendo sotto controllo tutte le milizie soprattutto dopo la telefonata del presidente americano Donald Trump che, smentendo la stessa posizione del Dipartimento di Stato, avrebbe incoraggiato di fatto Haftar a proseguire la sua lotta contro i terroristi islamisti.

Consiglio esteri Ue prepara dichiarazione su Libia
Non è escluso che Serraj possa anche avere contatti con l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini e questo in vista del Consiglio Affari Esteri di lunedì 13 maggio che dovrebbe preparare una dichiarazione sulla crisi libica. A Tripoli molto ci si attende dall’incontro tra Serraj e Conte perché si va facendo strada sempre di più la convinzione che il premier italiano è l’unico che con i suoi contatti e mantenendo la nostra ambasciata aperta si sta spendendo personalmente per una soluzione pacifica parlando con tutti gli attori in gioco e facendo quasi dimenticare le pessime figure del 2011 quando il premier di allora, Silvio Berlusconi, passò in poco tempo dal baciamano a Gheddafi alle mai dimenticate battute («non vorrei disturbarlo» oppure «sic transit gloria mundi»).

Secondo l’Oms i morti sono 432 e i feriti oltre mille
Ma il rischio di una crisi umanitaria è ormai una realtà che la comunità internazionale non può più far finta di ignorare. Secondo i dati dell’Oms, è salito a 432 il numero dei morti, e a 2.069 quello dei feriti, dall’inizio degli scontri a Tripoli mentre si stimano in oltre 50.000 gli sfollati. «Ogni giorno di violenza vuol dire più persone uccise, ferite o sfollate», si legge ancora in un tweet dell’Oms. Situazione di estrema gravità anche ad Est, a Bengasi, dove la crisi finanziaria sta producendo profonde ferite sociali. Il debito è ormai arrivato a 32 miliardi di dinari, ossia circa 9 miliardi di dollari che neppure i 10 miliardi di dinari stampati in Russia riescono ad arginare. Haftar aveva a un certo punto immaginato di utilizzare i proventi dei ricavi del petrolio per finanziare il debito ma la linea rossa degli Stati Uniti (confermata anche di recente) è che tutti i proventi petroliferi confluiscano direttamente nella Noc che ha sede a Tripoli.

Haftar punta Tripoli
Ma Haftar è deciso a sferrare l’attacco decisivo a Tripoli e, nonostante il Ramadan e un appello dell’Onu per una tregua umanitaria di almeno una settimana, ha spronato i suoi soldati a proseguire la battaglia. In un comunicato letto domenica sera in tv da un portavoce dell’Esercito nazionale, Haftar ha chiesto a militari e soldati «di proseguire la battaglia della lotta contro il terrorismo». Haftar ha esortato a proseguire «le operazioni Dignità cominciate il 16 maggio 2014» e ha spronato i suoi soldati anche a «impartire al nemico una grande lezione», «fin quando non li sradicheremo dalla nostra amata terra».

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