Libra? «Potrebbe non funzionare». Parola di Zuckerberg
Libra? Potrebbe anche non funzionare. Ma Facebook intende provarci comunque, perché in palio ci sono rivoluzioni nei servizi finanziari e nei sistemi di pagamento globali
di Marco Valsania
3' di lettura
New York - Libra? Potrebbe anche non funzionare. Ma Facebook intende provarci comunque, perché in palio ci sono rivoluzioni nei servizi finanziari e nei sistemi di pagamento globali. Falsità, manipolazioni e interferenze nelle informazioni nelle campagne elettorali? Esistono tuttora, ma l'azienda in questi anni ha compiuto passi avanti nel combatterle senza minare la libertà di espressione.
Mark Zuckerberg ha testimoniato così davanti alla Commissione Servizi Finanziari della Camera, al termine di settimane difficili per il re dei social network e di Internet, abbandonato da partner nel progetto di cripto-valuta e sempre nel mirino di indagini antitrust e di polemiche sulla mancanza di controllo e responsabilità sui contenuti che diffonde. O meglio, più che testimoniato ha dovuto difendersi da un assedio, toccando ancora una volta con mano il profondo scetticismo e le dure critiche delle quali Facebook è bersaglio - a causa della sua influenza sulla frontiera digitale e dei rischi che ciò genera, dalla privacy alla democrazia fino alla stabilità del sistema finanziario.
Le audizioni erano formalmente dedicate a Libra e il disegno di cripto-currency è stato inizialmente al centro del dibattito e dei j'accuse. «Esaminando i vari problemi di Facebook - ha dichiarato fin da subito Maxine Waters, presidente democratica della Commissione - ho concluso che sarebbe vantaggioso per l'azienda concentrarsi sulle molte carenze e fallimenti esistenti prima di procedere oltre nel progetto di Libra». Alcuni esponenti repubblicani hanno usato toni meno duri, sottolineando la necessità di stimolare l'innovazione; ma a loro volta hanno citato “perplessita'” quando si tratta della valuta digitale.
«Non ho idea se funzionerà», ha ammesso Zuckerberg nella riposta agli affondi dei parlamentari su Libra. Ha ribadito che l'obiettivo è quello di offrire servizi finanziari a un miliardo di consumatori al mondo. Ha però precisato che il lancio non avverra' senza un'approvazione delle autorità americane di regolamentazione, dalle quali, come è il caso anche in Europa, sono ad oggi arrivati segnali soprattutto di preoccupazione, da pericoli di fenomeni di riciclaggio a spettri di alimentare instabilità economico-finanziarie.
Tra i deputati americani che hanno interrogato Zuckerberg, come indicato dalla stessa Waters, le preoccupazioni sono presto dilagate verso altri temi scottanti, anzitutto politici e sociali. Il chief executive e co-fondatore ha detto che Facebook oggi ha maggior successo nello scovare e eliminare manipolazioni elettorali sulle sue piattaforme rispetto al 2016. «Le elezioni sono cambiate significativamente e Facebook è a sua volta cambiata», ha indicato. Le protezioni contro le campagne di “disinformazione” sono diventaste “più sofisticate di quelle di qualunque altra azienda e anche dei governi”, ha rivendicato. Parlando delle urne americane del 2020, ha inoltre sostenuto che le pubblicità elettorali “sono una percentuale molto piccola del business” del gruppo e che quindi “non si giustifica il livello della controversia”. Soltanto lunedì Fb ha rimosso una rete di account legati alla Russia e che sotto false pretese rappresentavano residenti in molteplici stati americani politicamente incerti, sostenendo Donald Trump e aggredendo il leader democratico Joe Biden.
Waters e altri leader democratici hanno tuttavia attaccato pesantemente Facebook per la decisione in nome della libertà di espressione di abdicare nei fatti ad un fact-checking, cioè a controlli automatici, della veridicità di affermazioni che siano citate in pubblicità o contenuti messi in circolazione da politici. Facebook ha particolarmente irritato i democratici rifiutandosi di recente di cancellare subito un'inserzione della campagna presidenziale di Donald Trump accusata di contenere menzogne contro Biden e suo figlio Hunter, collegate a business in Ucraina. La deputata Rashida Tlaib - parte della corrente considerata più di sinistra del partito democratico, la cosiddetta Squad, la Squadra - ha poi incalzato sostenendo che Facebook “abbassa gli standard di verità e decenza” in politica, condonando “l'incitazione all'odio, che porta a violenza e minacce di morte ricevute dal mio stesso ufficio”.
Ancora: Facebook è stata accusata dalla repubblicana Ann Wagner di non fare abbastanza per combattere lo sfruttamento online dei bambini. Nel mirino sono finite strategie pubblicitarie sospettate di alimentare discriminazione razziale e sociale negli Stati Uniti, in particolare nella ricerca di casa. E sono fioccate critiche per il ruolo di “acceleratore di molte e distruttive” battaglie politiche su scala mondiale, dove spesso “Facebook è stata trovata sulla scena del delitto” nelle parole del democratico William Lacy Clay. Numerosi deputati hanno infine attaccato Facebook per le sue pratiche sulla diversità all'interno dell'azienda, tra cui assunzioni e contratti di fornitura. La democratica Joyce Beatty ha apostrofato l'atteggiamento di Facebook sui diritti civili addirittura come “disgustoso”.
loading...