Lieve calo in luglio per l’export di orologi dalla Svizzera, ma il 2023 resta positivo
I primi tre mercati restano Stati Uniti, Cina e Hong Kong, l’Italia si conferma al decimo posto
di Lino Terlizzi
I punti chiave
3' di lettura
Live flessione in luglio per l'export di orologi svizzeri, che comunque rimane a livelli elevati e ha il segno positivo per i primi sette mesi dell'anno. In luglio le esportazioni di segnatempo elvetici sono state pari a 2,20 miliardi di franchi (2,29 miliardi di euro), lo 0,9% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Tra gennaio e luglio 2023 hanno raggiunto i 15,53 miliardi di franchi (16,17 miliardi di euro), con un progresso del 9,8% in rapporto allo stesso periodo del 2022.
Sei mercati ancora in crescita
Tra i primi dieci mercati di sbocco, in luglio sei hanno registrato aumenti e quattro hanno archiviato riduzioni. Gli Stati Uniti si confermano traino principale, nell'area asiatica la Cina e Singapore frenano e Hong e Giappone invece procedono, in Europa bene Regno Unito e Germania e in frenata invece Francia e Italia. Questo l'andamento di luglio nella top ten dei mercati: Stati Uniti 340 milioni di franchi (+5,2%), Cina 262 milioni (-16,6%), Hong Kong 182 milioni (+6,3%), Giappone 148 milioni (+5,9%), Regno Unito 145 milioni (+5,6%), Singapore 130 milioni (-7,1%), Germania 114 milioni (+5,1%), Emirati Arabi 100 milioni (+7,3%), Francia 98 milioni (-14,2%), Italia 87 milioni (-9,7%) (nella foto in alto, il flagship store Pisa Orologeria di via Verri, nel quadrilatero della moda di Milano).
Le fasce più alte sono le più resilienti
Per quel che riguarda le fasce di prezzo, in luglio la gamma alta, costituita dagli orologi con prezzo sopra i 3 mila franchi, ha ancora una volta registrato il segno positivo in valore, con un +2,2% rispetto a un anno prima. Per la gamma medio-alta, con prezzo tra i 500 e i 3 mila franchi, c'è stata invece una netta discesa, pari al 12%. Meno marcati i cali della gamma media (prezzo 200-500 franchi), che ha archiviato un -1,4%, e della gamma di base (prezzo sotto i 200 franchi), che ha registrato un -2,6%.Diverso il quadro dei primi sette mesi di quest'anno, che vede in positivo tutti i dieci maggiori mercati, Italia inclusa. Ecco l'andamento nel periodo: Stati Uniti 2,3 miliardi di franchi (+9,1%), Cina 1,6 miliardi (+16,1%), Hong Kong 1,4 miliardi (+25,8%), Giappone 1 miliardo (+5,9%), Regno Unito 984 milioni (+7,5%), Singapore 964 milioni (+6,8%), Germania 801 milioni (+10,9%), Francia 744 milioni (+8,2%), Emirati Arabi 720 milioni (+13%), Italia 637 milioni (+12,5%).
Segnali negativi dalla Corea del Sud
Nel complesso, tra i primi trenta mercati solo quattro hanno il segno negativo nel periodo e tra questi solo la discesa della Corea del Sud, che è all'undicesimo posto, è marcata (-11,2%). Il polo elvetico degli orologi rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta più del 90% della sua produzione. Secondo la Federazione dell'industria orologiera svizzera (Fh), la leggera discesa dell'export nel mese di luglio è dovuta almeno in parte ad effetti statistici per Cina e Singapore (che avevano registrato forti aumenti un anno fa) e non dovrebbe quindi avere un impatto significativo sul trend positivo. La Federazione è cauta e non fa previsioni precise, ma tra gli operatori del settore resta diffusa l'idea che anche per l'intero 2023 possa esserci un progresso dell'export. Il rallentamento economico internazionale e la forza del franco svizzero, che rende di fatto più cari i prodotti elvetici, in sostanza non hanno sin qui inciso più di quel tanto sulle esportazioni di segnatempo e la sfida ora è tenere il passo nei prossimi mesi.
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