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Liguria, in calo i giovani che non studiano e non lavorano

La percentuale nel 2022 è scesa del 4,8% sul 2021 attestandosi al 14,8%, contro il 19% registrato a livello nazionale

di Raoul de Forcade

3' di lettura

In Liguria calano del 4,8% i Neet (cioiè i giovani che non studiano e non lavorano), il dato più basso della storia della regione, passando dal 19,6% del 2021 al 14,8% del 2022 (contro il 19% a livello nazionale); inoltre le previsioni di crescita del Pil ligure per il 2023 sono dell’1,1% e vedono il territorio al primo posto in Italia, pari merito con l’Abruzzo.

L’export ligure cresce poi del 33% nel 2022 (contro il 20% di media italiana) e aumentano gli occupati dell’1,2% tra il 2020 e il 2021 (ultimo dato disponibile), con un valore doppio rispetto alla media italiana. La Liguria è, inoltre, al primo posto tra le regioni italiane quanto a imprese attive nell’economia del mare col 10,3% sul totale (dato 2021), nonché per incidenza di occupati (16,7%) nella blue economy, sul totale regionale.

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Sette miliardi di perdite senza infrastrutture

ll rilancio del territorio, peraltro, passa anche attraverso la realizzazione di numerose infrastrutture fisiche e digitali e potrà raggiungere i 7 miliardi di euro, al 2030, la perdita economica in Liguria causata da una loro eventuale mancata realizzazione. Sono alcuni dei dati emersi durante la riunione del Club di The European House - Ambrosetti, che ha affrontato il tena Regione Liguria: priorità e sfide per un futuro sostenibile e competitivo.

«I numeri presentati da Ambrosetti, che poi presenteremo a luglio nella plenaria che ogni anno monitora i nostri conti - sottolinea il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti - sono di straordinaria importanza: la nostra regione ha una crescita di Pil sopra la media italiana che, a sua volta, cresce oltre le aspettative, una crescita occupazionale doppia rispetto alla media nazionale».

Disoccupazione in calo

In più, prosegue Toti, «il nostro territorio sta vedendo una diminuzione della disoccupazione e del numero dei Neet, quei ragazzi sfiduciati che non studiano e non lavorano, come mai accaduto prima in Liguria. La crescita riguarda anche il turismo, le esportazioni, l'impatto delle aziende tecnologiche. Dobbiamo fare i conti con qualche piccolo ritardo sulle infrastrutture, dato che la guerra in Ucraina, il caro materie prime, la crisi energetica, le questioni legate a Pnrr e codice degli appalti si fanno sentire qui come in tutta Italia».

Però, conclude il governatore ligure, «nonostante tutto abbiamo date certe per opere come il Terzo valico e passante di Genova e solo qualche giorno fa abbiamo iniziato la costruzione della nuova diga di Genova, quindi credo ci siano i margini per recuperare anche in questo campo».

Liguria quinta per turisti

La Liguria, secondo i dati Ambrosetti, si posiziona al quinto posto in Italia (dopo Trentino, Val d’Aosta, Veneto e Toscana) per arrivi turistici per milione di abitanti (2021), con il 4,4% degli arrivi a livello nazionale. Tra l’altro, il comparto turistico rappresenta una quota fondamentale dell’occupazione regionale (7,7% del totale contro il 6% della media nazionale), con una spesa dei turisti stranieri di 1.550 euro pro capite, in aumento nell’ultimo anno del 76% e per cui la regione si colloca al terzo posto in Italia.

La Liguria è inoltre la sesta regione italiana per spesa in ricerca e sviluppo (1,6% del Pil nel 2021). «L'incontro di oggi - afferma Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House - Ambrosetti - rappresenta il punto di partenza dei lavori della settima edizione del think Tank Liguria 2030, lanciato già nel 2015 da Ambrosetti in collaborazione con la Regione Liguria . Dal nostro tableau de bord regionale emerge un quadro estremamente».

Il rilancio del territorio, tuttavia, conclude Molli, «passa anche dalla realizzazione delle numerose e strategiche infrastrutture fisiche e digitali qui presenti e per il cui monitoraggio abbiamo attivato già nel 2020 un Osservatorio permanente, che quantifica fino a 7 miliardi di euro, al 2030, la perdita economica per il territorio ligure causata dalla loro mancata realizzazione».

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