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Liguria, corsa ad ostacoli per terminare le grandi opere

Con i fondi compensativi per il Morandi sono ripartiti molti progetti tra cui il tunnel subportuale e il nodo di Genova

di Raoul de Forcade

 I lavori di scavo per il tunnel dell’opera, che è parte integrante del corridoio Ten-T Reno-Alpi, sono arrivati all’83% del totale

2' di lettura

Le infrastrutture viarie e ferroviarie della Liguria, e in particolare il nodo di Genova con tutti i collegamenti necessari anche al porto, sono al centro di un grande fermento, ormai dal crollo (il 14 agosto del 2018) del ponte Morandi sulla A10. Dopo quella tragedia, con le sue 43 vittime, e dopo il crollo, nel novembre del 2019, anche del viadotto sull’autostrada A6 Savona-Torino è partita una corposa revisione (e ristrutturazione) sia della rete autostradale ligure, sia, appunto, delle infrastrutture di accesso al capoluogo. Nell’ottobre del 2021 è stato siglato un accordo tra istituzioni locali e Autostrade per l’Italia su opere compensative che, fermo restando l’importo complessivo definito nel precedente accordo del settembre 2020, pari a 3,4 miliardi di euro (in parte spesi per la realizzazione, tra l’altro, del nuovo ponte San Giorgio e le esenzioni tariffarie sul nodo genovese), ha previsto diversi e ulteriori interventi per un importo di oltre 1,1 miliardi di euro. Di questi, circa 930 milioni di euro sono da destinare alla realizzazione del tunnel subportuale di Genova (del valore di 700 milioni) e del tunnel della Valfontanabuona (230 milioni). Lo schema d’intesa prevede, inoltre, che, nell’ambito dei 3,4 miliardi del precedente accordo, siano reperite le risorse (80-100 milioni) per integrare l’attuale progetto del nodo stradale di San Benigno, che prevede un nuovo svincolo autostradale di Genova-Pegli; un autoparco per i mezzi pesanti; l’allargamento rampa svincolo di Genova-Aeroporto.

Ma anche la rete ferroviaria sta subendo profondi cambiamenti, come mostra il report redatto dall’osservatorio Oti. A cominciare, ovviamente dai lavori del Terzo valico, parte integrante del corridoio Ten-T Reno-Alpi.

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L’opera, con la legge 55/2019, è stata accorpata, in un progetto unico, del valore complessivo di 7,7 miliardi di euro, con il Nodo ferroviario genovese, sotto l’egida di un unico commissario straordinario (Calogero Mauceri). Attualmente l’attività di scavo per i tunnel del valico ha raggiunto l’83% dell’intera opera, mentre la realizzazione complessiva è al 63%. Il progetto, tra l’altro, rientra nel Pnrr. Il Nodo ferroviario genovese, poi, si allaccia la Terzo valico e ha l’obiettivo di eliminare i colli di bottiglia che oggi caratterizzano la rete, in prossimità del capoluogo ligure.

Il progetto si prefigge, essenzialmente, la separazione dei flussi di traffico fra treni regionali e convogli a lunga percorrenza o merci, attraverso il quadruplicamento Genova Voltri-Genova Sampierdarena ed il sestuplicamento Genova Principe- Genova Brignole, e di collegare direttamente gli scali portuali (bacini di Sampierdarena e Pra’), appunto, al Terzo valico. Il potenziamento della rete ferroviaria, unito agli interventi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico della linea, consentirà, rileva Oti, di incrementare l’offerta e la frequenza dei treni regionali e metropolitani.

Tra le opere su rotaia, di servizio, in questo caso alla viabilità cittadina, ci sono, poi, l’allungamento della metropolitana di Genova (con due nuove tratte, ossia ossia Brin-Canepari in Valpolcevera e Brignole-Martinez nella zona San Fruttuoso), per un valore totale di 56,5 milioni, che dovrebbe essere concluso nel 2024, e lo Skymetro a binario unico della Val Bisagno. Se la costruzione di quest’ultimo fosse avviata nel 2023, come vorrebbe il Comune, l’opera potrebbe essere portata a termine entro il 2027.

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