Linkedin, un terzo delle aziende ridimensiona i piani di assunzione
Una ricerca lanciata alla fine del 2022 evidenzia una certa preocupazione da parte dei manager. Tra i lavoratori, invece, oltre la metà (54%) dice che quest’anno cercherà un nuovo lavoro, con un picco del 69% nella fascia 18-24 anni, mentre il 49% chiederà promozioni
di Cristina Casadei
2' di lettura
Quest’anno ci sarà un rallentamento delle assunzioni su scala globale. Le previsioni fatte da 2.900 manager executive e raccolte da Linkedin restituiscono un quadro di grande cautela, dove però spicca lo sguardo positivo dei più giovani ed emerge con forza la ricerca del miglioramento economico.
I piani di assunzione saranno molto più contenuti e in questo il nostro paese non si discosta molto dalla media: in Italia, infatti, il 34% delle aziende ridimensiona i propri piani di ’hiring’. Davanti a questo scenario, però, la metà (49%) dei lavoratori dice che rispetto all’inizio del 2022 sente arrivato il momento di chiedere una promozione o una nuova opportunità, mentre solo un quinto si sente meno fiducioso. «Un'indagine che abbiamo condotto a fine 2022 tra dirigenti e C-level ha rivelato un clima di diffusa preoccupazione per il futuro del lavoro, dovuta all'incertezza della situazione economica e politica su scala globale», spiega Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia. Tra i lavoratori, però «è emersa una percezione diversa, più ottimistica, soprattutto da parte della genZ».
L’ottimismo caratterizza soprattutto le generazioni più giovani dove si trova la maggior parte di chi dice di voler cambiare lavoro quest’anno. Se la media è del 54%, il dato sale nella fascia 18-24 anni dove la quota raggiunge il 69%, contro il 46% di chi ha tra 45 e 54 anni e il 27% degli over 55.
Il divario generazionale si fa sentire oltre che nello slancio a cambiare lavoro e a cercare nuove opportunità anche nelle cause: a mano a mano che aumenta l’età il fattore economico diventa predominante. La maggior parte dei millennial (25-34) e di chi appartiene all’età di mezzo (35-54 anni), infatti, mette al primo posto della lista la necessità di guadagnare di più, mentre solo il 31% della genZ cita la retribuzione come principale ragione per un cambiamento. Per i più giovani (18-24 anni), spicca anche la ricerca di un miglior equilibrio tra vita privata e professionale (29%) e il fatto di sentirsi più sicuri nelle proprie capacità (29%) e quindi nella possibilità di trovare una posizione altrove.
In generale cercare un nuovo lavoro è molto sfidante: quasi 7 intervistati su 10 (65%) hanno dichiarato che, negli ultimi 10 anni, cercare lavoro è diventato più difficile: tra questi, la pensa così il 56% della genZ (18-24 anni) mentre la percentuale sale drasticamente per i millennial (25-34 anni), toccando il 70%. Quasi la metà (48%), in media, cita le possibilità offerte dal digitale come la principale ragione: in particolare è così per la fascia di età tra i 35 e i 44 anni (54%). Tra le informazioni più importanti, al primo posto (48%), per i candidati ci sono quelle su stipendio e benefit, ma anche la possibilità di lavorare 4 giorni su 7 e di lavorare in maniera ibrida. Sullo stipendio, in particolare, le differenze generazionali si appiattiscono: è un punto fondamentale per tutti, persino più importante per la genZ (48%) rispetto ai millennial (45%).
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