Liste 2018: i collezionisti premiano la ricerca delle gallerie
di Nicola Zanella
5' di lettura
Dall'11 al 17 giugno negli spazi del Wartek, in centro a Basilea si è tenuta Liste , la fiera collaterale per eccellenza di Art Basel è giunta alla sua 23ª edizione, con 79 gallerie provenienti da 30 paesi – dal Perù alla Nuova Zelanda, dal Kosovo al Libano –, in un rapporto tra numero di gallerie e numero di nazioni rappresentate che non ha eguali in nessuna fiera al mondo. Con 22mila visitatori la fiera emblema della ricerca artistica contemporanea diventa simbolo della globalizzazione, in cui giovani gallerie da tutto il mondo sono sorprendentemente unite da un linguaggio artistico comune, in cui le influenze culturali specifiche di ogni paese non sono così evidenti nella proposta espositiva. Una sorta di inglese condiviso senza un accento troppo marcato. Tra le 79 gallerie presenti, 15 sono le new entries con esordio assoluto per una galleria cubana, El Apartamento . A dispetto della location quasi spartana e volutamente non laccata, il costo degli stand non è dei più economici e varia dai 6-7mila franchi fino ai 16.500 franchi e tiene conto di criteri quali l'età della galleria, numero ed età degli artisti proposti in fiera, se si tratta di una galleria di ritorno dopo un anno presso la sezione Statement di Basilea, in questo caso viene applicata la fee massima.
L’ultima di Blauer. Questa 23ª edizione segnerà uno spartiacque nella storia di Liste essendo l'ultima edizione diretta da Peter Blauer. Il co-fondatore di Liste insieme ai galleristi Peter Kilchmann ed Eva Presenhuber lascia la direzione dopo 22 anni, il successore sarà annunciato a fine estate.
Una riflessione su Liste può iniziare da uno dei progetti speciali presenti in fiera, quello a cura dell' Istituto Svizzero di Roma che presenta una retrospettiva di cinque stand che tra Art Basel e Liste hanno in qualche modo esercitato una forte influenza sulle altre gallerie (tra gli altri lo stand di Kurimanzutto a Liste 2002 e quello di Sadie Coles ad Art Basel Miami Beach nel 2012). Un monumento alla fiera d'arte in generale che celebra sé stessa e la propria centralità nel sistema dell'arte e di Liste, in particolare, che di tutte queste gallerie, ora di enorme successo, vuole presentarsi come l'incubatrice.
Leggendo la lista delle gallerie della prima edizione, si incontrano nomi come quelli di David Zwirner e Massimo de Carlo , le tedesche Neugerriemschneider e Neu , Zeno X da Anversa, gallerie che oggi sono tra le più rappresentative ad Art Basel, ma questi nomi ora così altisonanti sarebbe erroneo pensare che allora fossero degli emeriti sconosciuti, e come spiegato dal co-fondatore di Liste, Peter Kilchmann molte di loro erano già presenti ad Art Basel prima che Liste nascesse e già ben sostenute dai collezionisti: il debito di questi galleristi verso Liste è sicuramente inferiore rispetto a quello di Liste verso i galleristi stessi. E indirettamente il loro successo attuale rimane ancora oggi la miglior pubblicità per la fama della fiera.
Senza voler confutare (anche se…) l'assioma secondo il quale Liste rimane la porta d'ingresso principale per accedere ad Art Basel, va notato che il numero di gallerie di Liste dalla prima edizione ad oggi è aumentato da 36 a 79 restringendo di conseguenza il collo dell'imbuto che porta ad Art Basel. Anche la tendenza da parte di Liste di valorizzare gallerie che propongono lavori spesso inconsistenti e difficilmente collezionabili in larga scala è antitetica rispetto alla fiera madre, che vede tra i suoi criteri forse impliciti, ma allo stesso tempo indispensabili, il fatturato della galleria, conditio sine qua non senza la quale sarebbe impossibile sostenere i costi astronomici: uno stand ad Art Basel può costare più di 100.000 franchi svizzeri. In questa edizione di Art Basel, a differenza di Liste, erano presenti gallerie dal Canada, la Corea del Sud e l'India, paesi bacino potenziale di importante di collezionisti.
Le vendite. Trend positivo sulle vendite, particolarmente consistenti soprattutto il primo giorno riservato ai collezionisti che erano presenti come sempre in massa il giorno dell'inaugurazione anche se, come notato nella fiera madre Art Basel, si è registrato un calo degli americani forse meno incentivati al viaggio in Europa per l'assenza quest'anno della Biennale di Venezia e di Documenta a Kassel. Interessante lo stand della galleria romana Monitor , 51 dipinti principalmente figurativi di cinque artisti, a formare una quadreria, una dichiarazione di sicurezza ed indipendenza da parte della galleria romana. La scelta controcorrente rispetto all'immaginario comune legato a Liste ha pagato con buone vendite fin dall'inaugurazione. Il range di prezzi dai 1.700 ai 18.000 euro di Monitor ha premiato con gli acquisti di collezionisti stranieri, svizzeri, belgi e persino delle Isole Vergini, ma anche italiani come Andrea Boghi che ha acquisito due lavori, uno di Thomas Braida e uno di Nicola Samorì (oltre che ad un lavoro molto interessante e fortemente concettuale del cubano Reynier Leyva Novo, rappresentato dalla galleria cubana El Apartamento). Un lavoro di Benedikt Hipp è stato, invece, acquistato dalla collezione corporate di La Roche. La casa farmaceutica con sede proprio a Basilea ha effettuato varie acquisizioni in fiera tra cui due lavori dalla galleria Galeria Sabot (Romania) uno del peruviano Nicholas Lamas e uno del rumeno Razvan Botis. Sabot ha celebrato il decimo anniversario della galleria, come spiegato dalla fondatrice Daria Dumitrescu, mettendo in scena tutti e nove gli artisti rappresentati con meno di quarant'anni, una conferma della sua vocazione di ricerca: ottimi i riscontri sin dall'inaugurazione, vendendo opere a collezioni private svizzere, francesi e americane con un range di prezzi dai 1.800 ai 4.800 euro.
Soddisfazione per le vendite anche nello stand della galleria londinese Dan Gunn presente con 30 poetici disegni della celebre drag queen Vaginal Davis con lavori dai 1.500 ai 4.000 euro, e in quello di Francesca Minini con un solo show ben curato di Giulio Frigo con opere dai 2.200 ai 14.000 euro e ottimi riscontri di vendite. Museale lo stand della galleria La Veronica di Modica con un solo show dell'attivista ed artista Jonas Staal, in trattativa con varie istituzioni sia pubbliche che private per lavori che costano fino a 18.500 euro. Staal è un artista non facilmente vendibile anche per le forti tematiche politiche trattate, ma comunque già presente in collezioni importanti come il Van Abbemuseum di Eindhoven e la Collezione Taurisano a Napoli.
Tra gli artisti più segnalati ed apprezzati dai collezionisti in fiera Diana Fonseca della galleria cubana El Apartamento, opere con prezzi dai 6mila ai 9mila dollari tutte vendute, sold outanche per l'artista giapponese Akira Ikezoe della galleria guatemalteca Proyectos Ultravioleta , presente con sette dipinti onirici con prezzi dai 9.000 ai 16.000 dollari, ispirati ognuno alla collezione di un diverso museo Europeo.
Il collezionista. Insomma, se Liste è la fiera delle giovani gallerie di bella speranza, ma forse da futuro incerto, una menzione speciale va alla galleria olandese Durst Britt & Mayhew aperta da soli tre anni, capace di lavorare con artisti di diverse generazioni che si esprimono con diversi media, i cui proprietari hanno una forte visione strategica e comprensione dei meccanismi del mercato, qualità indispensabili per poter credere ad una loro crescita ed evoluzione futura. La galleria olandese ha presentato un duo show di Puck Verkade e Wieske Westere con opere in vendita dai 1.500 ai 12.500 dollari. Molto soddisfatti anche perché un'opera presente in stand di Wieske Wester è stata acquisita della collezione Corporate di Rabobank.
Il tour di Liste non può che finire con lo sguardo di un collezionista internazionale guidato dalla curiosità e dal piacere della scoperta: l'influente parigino Hubert Juffrai, che colleziona opere di giovani artisti, ha acquistato tre opere dai 2.500 ai 4.000 euro: un lavoro di Christophe de Rohan Chabot nella parigina Gaude de Stampa , un dipinto di Gökçen Cabadan dalla galleria di Öktem Aykut di Istanbul e una scultura Katarzyna Przezwańska dalla polacca Dawid Radziszewski.
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