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Il Pnrr prova a mettere un po’ di «transizione digitale» anche nelle procedure elettorali che per decenni hanno fatto largo uso di carta, timbri e ceralacca. Lo fa in particolare per i certificati elettorali di chi mette la propria firma per la presentazione di una lista di candidati. I Comuni devono rilasciarli, anche in forma cumulativa, entro 24 ore dalla richiesta.
Il passaggio serve a verificare che le firme a sostegno della lista, come quelle necessarie alla presentazione dei quesiti dei referendum, siano messe da cittadini che hanno i requisiti indispensabili per il voto.
Il decreto dello scorso anno sulla Governance del Pnrr (è il Dl 77/2021, all’articolo 38-bis, comma 3) apre a questi documenti la strada telematica. La richiesta può essere fatta tramite posta elettronica certificata da parte del segretario, del presidente o dal rappresentante legate del movimento politico che presenta la lista. E l’ufficio elettorale è chiamato a rispondere, sempre tramite Pec, entro le 24 ore successive alla richiesta.
I certificati digitali sostituiscono in tutto e per tutto quelli cartacei. Hanno lo stesso valore legale dei loro antenati di cui costituiscono copia conforme per tutti gli effetti di legge.
Il passaggio al digitale continua invece a essere impossibile per le operazioni di voto, ancora legate a urne e matite copiative. I progetti di voto elettronico negli ultimi anni si sono susseguiti numerosi, hanno dato vita anche a più di una sperimentazione ma le condizioni di sicurezza per una loro applicazione generalizzata ancora sono lontane dal maturare.
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