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Liste chiuse, nella lunga fila degli scontenti manca solo Fdi

Da Fi alla Lega, dal Pd al M5S, i tagli mettono a rischio la compattezza dei partiti. Berlusconi a Monza, Tremonti con Fdi. Giorgettiani delusi, tra le novità Dalla Chiesa e Lotito

di Barbara Fiammeri

Entro il 22 liste, il 15 ottobre nuove camere

3' di lettura

Gli strascichi adesso rischiano di farsi sentire. Dentro Forza Italia ma anche nella Lega, nel Pd, tra i Cinquestelle e perfino nelle nuove formazioni come il terzo polo che registra già l’addio dell’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti. La lista degli scontenti è infatti molto lunga, molto più che in passato. I tagli forzati dall’attuazione della riforma costituzionale che ha ridotto a 600 il numero dei parlamentari e le scelte in molti casi non condivise dai territori potrebbero rivelarsi un boomerang.

Nel partito di Silvio Berlusconi in particolare i «sacrifici» decisi tra Roma e Villa Certosa dal Cavaliere e i suoi fedelissmi (Antonio Tajani e Licia Ronzulli, i due capigruppo, Paolo Barelli e Anna Maria Bernini) sono stati vissuti da molti come un vero e proprio tradimento. Da Giuseppe Moles, attuale sottosegretario all’Editoria che in Basilicata ha dovuto lasciare il posto alla presidente del Senato Elisabetta Casellati dirottata dal Veneto al Sud per far posto a Padova a Bernini, a Simone Baldelli, Renata Polverini e Andrea Ruggeri mentre Annagrazia Calabria e Sestino Giacomoni e anche Valentino Valentini sono candidati ma a rischio. A corredo in un comunicato i giovani di Forza Italia esprimono pubblicamente «delusione e profonda amarezza» per l’esclusione totale dei giovani dirigenti. Ci saranno invece alcune new entry tra cui Rita Dalla Chiesa e il presidente della Lazio Claudio Lotito e anche l’ex leghista Flavio Tosi che correrà a Verona così come un altro ex del Carroccio, Roberto Cota, in Piemonte. Quanto a Silvio Berlusconi, come già anticipato, è candidato in diverse circoscrizioni al Nord come al Sud per un seggio al Senato e come lui candidature plurime anche per la compagna Marta Fascina e i big di Fi.

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Nella Lega invece i vertici, gli esponenti di governo sono stati tutti ricandidati. Molte le donne pochi gli esterni. Il malumore però c’è perchè anche qui i tagli sono stati pesanti. Tra gli esclusi soprattutto parlamentari vicini a Giancarlo Giorgetti come l’ex presidente del Copasir Raffaele Volpi mentre tutto il gruppo che si occupa del Fisco - si fa sapere da via Bellerio - da Alberto Siri a Massimo Bitonci da Claudio Borghi ad Alberto Gusmeroli sono stati candidati così come Giulia Bongiono e Alberto Bagnai. Umberto Bossi sarà invece capolista alla Camera a Varese.

Nel Pd all’ultimo momento sono stati recuperati l’attuale sottosegretario Enzo Amendola e il costituzionalista Stefano Ceccanti. Mentre entrambi i fratelli Pittella così come il senatore Dario Stefano hanno già detto addio al partito di Enrico Letta che dopo il dietrofront di Calenda adesso deve fare i conti anche con quello in Sicilia di M5s. Letta rivendica di aver condiviso la decisione delle liste: «Siamo l’unico partito che ha votato le liste in una Direzione di 200 persone che nella stragrande maggioranza è stata a favore», ha detto il segretario che correrà in Veneto e Lombardia. A proposito di M5s qui la delusione è soprattutto tra chi ha partecipato alle parlamentarie ed è stato sì candidato ma molte volte in posizioni impossibili per far per far spazio a persone più vicine al vertice e in particolare a Conte, anche lui candidato in più collegi.

Tra i delusi abbiamo detto di Pizzarotti e come lui anche l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, che hanno deciso di tagliare i ponti con Carlo Calenda, così come ha detto addio a Luigi Di Maio e Impegno civico il deputato uscente Antonio Lombardo.

L’unica a non avere problemi è Giorgia Meloni. Forte dei consensi che le attribuiscono i sondaggi, la leader di Fdi non solo ha confermato tutti i parlamentari uscenti a partire dai big (Lollobrigida, Rampelli, Donzelli, La Russa, Fazzolari ecc.) ma si è presa in carico anche gran parte dei centristi della coalizione, oltre ad alcuni esterni pregiati tra cui Giulio Tremonti, che correrà a Milano contro il candidato del Pd, l’economista Carlo Cottarelli, l’ex magistrato Carlo Nordio (in Veneto), l’ex presidente del Senato Marcello Pera (in Sardegna). Rientrerà a Roma anche Raffaele Fitto, attuale vicepresidente dell’Ecr a Strasburgo, candidato in Puglia.

Da oggi si fa sul serio. Meloni sarà assieme a Letta, Salvini, Tajani sul palco del Meeting di Rimini e poi in serata aprirà formalmente la campagna elettorale ad Ancona, nelle Marche del fedelissimo governatore Francesco Acquaroli.

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