Listini ben intonati, ora il focus è sulla crescita Usa
Segno più per le principali borse internazionali dove svetta il rimbalzo di Shanghai. Ecco tutti i livelli tecnici da monitorare
di Andrea Gennai
2' di lettura
Ancora una settimana di fondo positiva per l’azionario internazionale. Questa volta l’exploit è stato da parte dei listini che erano rimasti più indietro e segnatamente del comparto degli Emergenti. In particolare ha brillato Shanghai (+3,6%) grazie al rallentamento dei timori sulll’inflazione e su una stretta monetaria. Segnali di recupero anche dal Giappone (+2,9%). Ben impostata l’Europa. La settimana che sta per iniziare vede al centro dell’attenzione i dati sull’inflazione nelll’eurozona e soprattutto gli indicatori Ism e il dato degli occupati Usa: due termometri fondamentali per capire come procede la ripresa.
S&P 500
Wall Street resta in prossimità dei massimi storici con l’S&P 500 non lontano da 4.238 punti toccati il 7 maggio. Il mercato resta comunque distante anche dal primo supporto di brevissimo che passa in area 4.125 punti. Il livello è stato violato e subito recuperato una decina di giorni fa a dimostrazione che il mercato continua a comprare sulle debolezze. Allargando lo sguardo discese fino a 3.880 punti non darebbero nessun segnale di debolezza nel medio termine: solo sotto quest’area si può ipotizzare un tentativo di inversione. L’oscillazione media giornalieri dei valori dell’indice resta intorno ai 50 punti.
L’indice Vix, che misura la volatilità implicita delle opzioni legate all’S&P 500, è tornato sotto la soglia critica dei 20 punti. Il rientro sotto questo livello di guarda ha ridato slancio agli acquisti a Wall Street. Segnali di nervosismo possono riaffiorare con un ritorno sopra 20. Per avere comunque prove tangibili di vero pessimismo sull’azionario è necessario che il Vix passi sopra area 32.
Ftse Mib
Piazza Affari ha raggiunto e superato l’area dei 25mila punti portandosi ai massimi dal febbraio 2020. A questo punto resta l’ultimo ostacolo di 25.500 per dare un segnale di forza e aprire potenzialmente spazi significativi di apprezzamento. Sono 13 anni che l’indice non esce da questa fascia. Nel breve solo ritorni sotto 24mila punti potrebbero dare un segnale di cedimento mentre per parlare di segnali di inversione al ribasso di medio termine il focus resta sempre concentrato sull’area dei 22.800 punti.
Oro e dollaro
L’oro consolida dopo essersi riportato sui valori di inizio anno. Negli ultimi due mesi il metallo giallo ha messo a segno un recupero intorno al 13 per cento e nelle ultime sedute ha metabolizzato l’ascesa complice anche il rimbalzo del dollaro. Il primo livello da monitorare, come supporto, è quello dei 1.870 dollari. Sotto questa soglia la pressione al ribasso di breve potrebbe amplificarsi. Il supporto importante per la tenuta del movimento in corso da marzo è rappresentato da area 1.770 dollari.
Il dollaro ha dato segnali di risveglio. Il dollar index, che sintetizza il valore del biglietto verde verso il resto del mondo, ha provato a rimbalzare. In prossimità del doppio minimo con i valori di inizio anno, intorno ad area 89 punti, sono scattate ricoperture. I riflettori sono sempre puntati sulla resistenza di 91,5 punti, come possibile punto di svolta di medio termine.
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