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Liu Jianchao: «La Cina sta creando un ambiente favorevole alle aziende italiane»

Il responsabile delle relazioni internazionali del Partito comunista cinese parla delle prospettive dei rapporti con l’Italia

di Rita Fatiguso

4' di lettura

Nell’era dei nuovi rapporti globali tra la Cina e il mondo, l’ambasciatore Liu Jianchao è al timone delle relazioni internazionali del Partito comunista cinese, il settore più sensibile alle dinamiche planetarie. L’Italia è, e resta, cruciale nella mappa di Pechino, come ha dimostrato la sua presenza a Milano dove Liu Jianchao ha incontrato le imprese dell’Italy Cina Council Foundation (Iccf), da Banca Intesa a Bracco, in una fase complessa in cui l’Italia deve decidere sul rinnovo dell’MoU sulla Via della Seta siglato a Roma nel 2019. Un evento in cui Iccf ha lanciato la proposta di creare un meccanismo di dialogo bilaterale permanente sull’economia con aziende e istituzioni, in grado di tenere ferma la barra sugli interessi reali dei due Paesi. In questa intervista esclusiva al Sole 24 Ore il ministro conferma le aspettative della Cina nei confronti dell’economia italiana. Con una doppia, chiara avvertenza per il futuro prossimo: «Nuovi dialoghi politici formano nuovi consensi. Le nuove cooperazioni economiche creano nuovo dinamismo».
Cina e Italia hanno una lunga tradizione di collaborazione reciproca. Come possono i due Paesi rivitalizzare questo passato?
L'antica civiltà e l'amicizia millenaria hanno permesso alla Cina e all'Italia di costruire con saggezza rispetto, apprendimento e fiducia reciproci. Nel considerare l'eredità storica, si deve superare l'inerzia e attribuire nuovi contenuti strategici al rapporto Cina-Italia. I nuovi dialoghi politici formano nuovi consensi. Si intensificano gli scambi istituzionali, dei partiti, delle autorità locali, e si rafforza il coordinamento sull'agenda internazionale e in seno alle organizzazioni multilaterali. Le nuove cooperazioni economiche creano nuovo dinamismo. Si potenziano le cooperazioni nei settori come la logistica portuale, il trasporto marittimo, l'energia, la telecomunicazione e la farmaceutica, nonché nei mercati terzi. I nuovi progetti culturali creano nuovi progressi. Si rafforzano il gemellaggio tra i siti dell'Unesco, la co-organizzazione di mostre d'arte e di patrimoni culturali, e si promuovono gli scambi tra persone nel segno dell’eredità del patrimonio di Marco Polo.
A sorpresa, durante la pandemia, i rapporti economici bilaterali hanno segnalato una significativa ripresa. Quale può essere la prossima meta?
L’interscambio Cina-Italia segnò 120 milioni di dollari nel 1970, 10 miliardi di dollari nel 2003, più di 50 miliardi di dollari nel 2019, verso 80 miliardi di dollari nel 2022. I parametri dimostrano un balzo esponenziale. Anzi, nel periodo della pandemia l'interscambio ha registrato livelli record in tre anni consecutivi. Una crescita che porta l’Italia tra i primi posti della Ue. La Cina è disposta a un upgrade quantitativo e qualitativo di cooperazione con l’Italia. Vogliamo un commercio equilibrato invece del surplus. La China International Import Expo (Ciie) è la prima fiera nazionale dedicata all’importazione. Un mercato di 1,4 miliardi di consumatori significa una grande opportunità. Quest'anno l’Italia si è segnalata come ospite d’onore della China International consumer product Expo. Siamo fiduciosi, in una prospettiva di cooperazione bilaterale.
Agricoltura e regole sull’interscambio agroalimentare rappresentano ostacoli del recente passato superati con successo. Quali altre restrizioni potrebbero essere prese in considerazione?
Quanto agli accordi d'accesso in Cina di prodotti agroalimentari, l'Italia è al primo posto nella Ue Di recente, i due Paesi hanno firmato un protocollo per l’export della pera fresca italiana in Cina. La Cina sta diventando il mercato più grande del mondo ed accoglie i prodotti del Made in Italy. Per le cooperazioni bilaterali, i settori come l’industria manifatturiera, l’energia pulita, l’aerospazio e i mercati terzi sono da potenziare; l’energia eolica e fotovoltaica, l’automobile a nuova energia sono aree emergenti; l’e-commerce transnazionale è una nuova forma economica da valorizzare. La Cina sta creando l’ambiente favorevole alle imprese italiane che investono in Cina, con l’auspicio che le imprese cinesi in Italia vengano trattate in modo equo.
L’Italia nell’ambito europeo resta un protagonista di rilievo, ma nei confronti della Cina rispetto ad.altri Paesi.come la Francia e.la Germania sembra rimanere indietro. Cosa è possibile fare rispetto a questa situazione? Cosa può fare la Cina?
Per la Cina, l'Italia è uno dei primi Paesi che storicamente hanno stabilito rapporti diplomatici in Occidente e il rapporto di partenariato strategico nella Ue, è il quarto partner commerciale e la prima destinazione turistica nell'Unione europea. In tutti gli ambiti, l'Italia è l’avanguardia.
La Cina tiene molto al rapporto con l'Italia. Vogliamo intensificare gli scambi istituzionali di alto livello, valorizzare i meccanismi bilaterali come il Comitato governativo Cina-Italia, aumentare le cooperazioni in vari settori nella Belt & Road Initiative. Crediamo che il rapporto Cina-Italia sia, come si suol dire, un two way rush. Veniamoci8 incontro ed eleviamo il rapporto bilaterale a un rango strategico globale.
L’Italia in Cina ha una vivace business community, la Cina in Italia vanta interessi economici importanti. Sono due facce della stessa medaglia? Come è possibile migliorare il contesto nel quale si muovono le imprese dei due Paesi?
L'interscambio e gli investimenti Cina-Italia sono in crescente aumento. Ciò fa bene alle imprese che sono le cellule dell'economia. L'economia cinese è sempre più aperta e l'accesso al mercato sempre meno vincolato. La lista negativa dell'industria manifatturiera è stata totalmente cancellata e quella del commercio terziario è paragonabile a quella dei Paesi industrializzati; la tariffa doganale è scesa al di sotto del 7.4%; l'ambiente aziendale cinese si colloca al 31° posto tra i 190 soggetti economici considerati dalla Banca mondiale; l'indice d'innovazione è all’ 11° posto, stando alle valutazioni della World Intellectual Property Organisation. Il meccanismo di tutela della proprietà intellettuale stabilisce il divieto di traferimento tecnologico forzato. La chiave per far crescere le imprese italiane e cinesi è senz’altro quella di migliorare l’ambiente aziendale.

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