mercato dell’arte

Liu Yiquian compra da Cambi scultura di Zanabazar per 4,7 milioni

di Roberta Olcese

3' di lettura

Questa volta non ci sono dubbi: la scultura in bronzo dorato alta 68,5 cm, realizzata in Mongolia alla fine del Seicento raffigurante Amitayus, il Buddha di lunga vita, è un capolavoro da 4,735 milioni di euro. Un record a tutti gli effetti anche per il mercato italiano. Il compratore ancora una volta è il magnate cinese

Liu Yiquian - l'ex tassista che quando è diventato ricco si è trasformato in collezionista a sei zeri - che lo ha battuto al telefono come sua abitudine durante l'asta di Arte Orientale della Cambi Casa d'aste lo scorso 23 maggio a Milano.
Mr. Liu insieme alla moglie Wang hanno creato il Long Museum con una importante raccolta di arte cinese antica e contemporanea.

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Nel 2015 da Christie's ha acquistato “Nu Couché” di Modigliani per 170,4 milioni di dollari.

Ma la foto che lo ha reso davvero famoso e anche un po' antipatico al pubblico, è quella che lo ritrae mentre sorseggia té in una tazza Ming, la “chicken cup” comprata per 36,3 milioni di dollari da Sotheby's. Arroganza o desiderio di rivalsa? Non importa scoprirlo, quello che si sa è che per 4,7 milioni di euro Mr. Liu ha sbaragliato l'underbidder che peraltro aveva versato la caparra obbligatoria per partecipare alla vendita di 200mila euro e si è portato a casa il capolavoro di Zanabazar, il monaco-scultore tibetano influente nella politica religiosa e culturale del suo paese, stimato 200-300mila euro.

Gli esperti non hanno avuto alcun dubbio a riconoscere la grandiosità dell'opera e attribuire una base d'asta così alta. Gli appassionati di arte orientale sapevano però che questa volta ci sarebbero voluti diversi milioni di euro per vincere la gara.
«Per chi non lo sapesse, Zanabazar è lo scultore considerato il Michelangelo cinese – racconta soddisfatto Dario Mottola, responsabile del dipartimento di arte orientale per la Cambi, e aggiunge – un oggetto simile è stato venduto per oltre 3 milioni di euro a Parigi, la qualità forse era superiore ma era alto la metà. È rarissimo trovare sculture di Zanabazar in piedi e non sedute» spiega l'esperto.

Ottimo semestre. Cambi con un solo appuntamento ha realizzato 5,8 milioni di euro e chiude il primo semestre con un risultato complessivo di 21 milioni di euro per 24 vendite e un incremento del 67% rispetto al 2016 dove con 17 vendite ha totalizzato 12,7milioni di euro. La percentuale di compratori stranieri quest'anno è del 63%. Il dipartimento di arte orientale è passato da 1,038 milioni di euro nel 2016 a 5,84 quest'anno con un +463%. L'antiquariato ha realizzato 3,6milioni con un +116%, mentre il Design insieme al Novecento chiudono con 3,78 e un +10%. Altro dipartimento in crescita è quello di orologi e gioielli che registra vendite per 2886milioni e un +32%.

Fa premio la qualità. «L'arte cinese antica ha cambiato la sua natura, qualche anno fa si vendeva tanto e di tutto, ora si fa cifra solo con i top lot». Matteo Cambi, amministratore delegato della Cambi Casa d'aste, chiarisce che i risultati eclatanti del settore Cina dipendono dai capolavori che non sempre si trovano.
In attesa dell'export la notizia è rimasta riservata, ma oggi il top lot ha avuto l'autorizzazione per la libera circolazione e non resta che portarlo a Shangai e incontrare Mr. Liu. Il risultato milionario conferma che l'Italia, Milano in questo caso, è una piazza piu che autorevole per vendere e se passerà l'emendamento sull'export che dovrebbe aumentare a 70 e non più 50 gli anni di esistenza di un work of art per chiedere l'esportazione a beneficiarne sarà il mercato globale. Soprattutto quello dei collezionisti. Nel caso della scultura di Zanabazar anche la provenienza era autorevole, e l'argomento non è da sottovalutare quando si parla di arte cinese, una delle più falsificate al mondo, visto i risultati che può ottenere.

Provenienza. L'opera arriva da Roma appartiene agli eredi dell'ambasciatore Vittorio Cerruti incaricato nel 1922 come ministro Plenipotenziario a Pechino dove rimase fino al 1926. In quell'anno si recò a Pechino per incontrare il Panchen Lama: «la scultura è talmente straordinaria che l'ambasciatore Cerruti potrebbe averla ricevuta da qualcuno molto vicino all'ultimo imperatore» osserva Mottola. Cerruti è scomparso nel 1961 a Novara.

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