ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùBrindisi di Natale

Lo spirito vintage dello champagne: calici da intenditori

Decenni di riposo sui lieviti, in assenza di luce e vibrazioni, a temperatura costante. Nascono così degli assemblaggi che sono un distillato di rarità.

di Barbara Sgarzi

Uno scatto di Lea Anouchinsky della tavola “Fine Dying”, realizzata dal collettivo MISSCHIEFS, alla Milano Design Week 2022. Caraffa, vaso e calici in vetro soffiato a bocca, Sara Szyber. Coltello con manico intagliato, Isa Andersson. Apribottiglie, Lotta Lampa. Tovaglia e tovaglietta americana, Anna Nordström (www. misschiefs.se). Poggiato sul tavolo, a destra, Rare Rosé Millésime 2012, RARE CHAMPAGNE (a partire da 490 €).

5' di lettura

Lunghe attese, nella penombra di cantine scavate per chilometri nel gesso, a riposare sui lieviti. Sapienti alchimie create con i vin de réserve, tesori gelosamente custoditi nelle caves, per riportare in vita profumi e sapori di vendemmie passate. Anche se lo champagne è spesso sinonimo di freschezza e slancio, perfetti per l'effervescenza delle feste, negli ultimi anni le grandi maison hanno messo in luce l'altro lato della sua anima: l'incredibile longevità e il ventaglio infinito di possibilità per gli assemblaggi, a patto di avere una cantina storica che conservi i vini dei decenni precedenti. Di certo non mancano a Piper-Heidsieck che, nel 2021, ha stupito il mondo con il primo Hors-Série, un progetto che unisce la memoria storica della maison alla creatività dello chef de cave Émilien Boutillat. Lanciato lo scorso anno con l'annata 1971, prosegue con Hors-Série 1982, per la quale Boutillat ha degustato tremila bottiglie conservate in cantina per quarant'anni, con il loro sigillo originale. E il tuffo negli anni Ottanta raddoppia, perché questa seconda Hors-Série è proposta insieme alla reinterpretazione del Brut Sauvage 1982, cuvée leggendaria della maison. Entrambe in edizione limitatissima, per un regalo sontuoso sono abbinate anche in un cofanetto, in 500 esemplari, grazie al quale confrontare le due annate a quarant'anni di distanza fra loro. Il Brut Sauvage 1982 è stato infatti sboccato nel 1992, conservato in cantina sui lieviti per 10 anni e affinato in bottiglia per ben 29. Dorato con riflessi quasi ramati, è fragrante di frutta candita e brioche e chiude con note calde di noce moscata, rum e miele. Hors-Série 1982, che ha trascorso 39 anni sui lieviti prima del dégorgement del 2022, ha nuance oro tenue, note di mandarino e ananas, sentori di zenzero e bergamotto e una lieve tostatura. Chicche preziose ed esclusive, non facili da reperire sul mercato, che si possono però degustare alla Résidence Eisenhower, la splendida casa della maison. Antico palazzo noto per aver accolto il generale Eisenhower durante la liberazione della Seconda Guerra Mondiale, è stato recentemente trasformato in residenza di lusso per degustazioni esclusive, soggiorni enoturistici e vacanze alla scoperta dello champagne.

Un rosé-gioiello

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Le origini di Rare Champagne s'intrecciano con la storia di Francia e con l'alta gioielleria; fu Pierre-Karl Fabergé, gioielliere dello Zar Alessandro III, a creare nel 1885 una bottiglia in oro, diamanti e lapislazzuli per celebrare il centenario della prima cuvée di Piper-Heidsieck, davanti alla Regina Maria Antonietta. Cento anni dopo Van Cleef & Arpels, ispirandosi a quel capolavoro, ne creò un altro per il primo millesimato di Rare, annata 1976. Blend di 70% di Chardonnay e 30% di Pinot Nero, ha un potenziale di invecchiamento quasi infinito, che si esprime al meglio dopo anni di bottiglia. Il nuovo gioiello per celebrare le prossime feste è il Rare Rosé Millésime 2012 Virtuoso. È solo la terza volta in quarant'anni che la maison produce un rosé, frutto di un'annata imprevedibile a livello climatico, ma eccezionale per la maturazione delle uve. Con un 60% di Chardonnay e 40% di Pinot Nero, e un affinamento di almeno otto anni sui lieviti, ha un'eleganza naturale, un sorso cristallino e una naturale armonia tra note floreali, fruttate e speziate.

Chardonnay art nouveau

L'eleganza è la cifra distintiva di Perrier-Jouët, insieme a un naso che inebria con il profumo di fiori. L'eleganza imbattibile dello Chardonnay, che trova la sua migliore espressione nella cuvée Belle Epoque. Quest'anno, per celebrare i 120 anni dell'iconica bottiglia Anémone, creata dal pioniere dell'Art Nouveau Emile Gallé, la maison propone un astuccio in edizione limitata, che evoca prati in fiore e voli di farfalle. E rinsalda il fil rouge che la lega all'arte. Da anni, infatti, la Maison Belle Époque a Epernay conserva opere e installazioni frutto di collaborazioni con grandi artisti – lavorando con la giovane architetto e designer parigina Garance Vallée, per un'installazione ispirata allo champagne. Ma le novità non sono solo nella pur magnifica estetica; per queste edizioni limitate, la chef de cave Séverine Frerson ha modificato la liqueur, il dosaggio che si aggiunge al vino dopo il dégorgement, utilizzando il miglior Chardonnay a disposizione di una parcella selezionata, invecchiato in botti di rovere. La liqueur ottenuta da questo Chardonnay intensifica i sentori floreali tipici della cuvée, ne rimarca la fedeltà al vitigno e, nelle parole di Frerson, aggiunge un tocco setoso e delicato, proprio come i petali dell'anemone giapponese.

Belle Epoque 2014, con astuccio celebrativo in edizione limitata per i 120 anni dell'iconica bottiglia Anémone, PERRIER-JOUËT (190 €)

Virtuosismi

Nella metafora che ormai da anni accomuna la degustazione degli champagne Krug all'ascolto di brani musicali composti appositamente - ogni anno la Grande Cuvée viene presentata insieme a un nuovo pezzo da lei ispirato - il Clos du Mesnil 2008 sarebbe il solista virtuoso. Creato da un unico appezzamento che non raggiunge i due ettari, Le Clos du Mesnil appunto, da un unico vitigno, lo Chardonnay, e dalla vendemmia di un unico anno, il magnifico 2008, è un vino davvero unico (poco più di 13mila bottiglie e 500 magnum) ed è il ventesimo ottenuto da questa esclusiva, piccola parcella. Dopo oltre 13 anni di affinamento, offre note di agrumi, lievi sentori tostati e una punta sottilmente mentolata; il palato è cesellato, ma allo stesso tempo morbido e setoso, con agrumi canditi e note zuccherine. Da degustare ascoltando la composizione del Maestro Ryuichi Sakamoto Suite for Krug in 2008, una sinfonia dedicata a tre creazioni della maison ispirate all'annata del 2008: Krug Clos du Mesnil 2008, Krug 2008 e Krug Grande Cuvée 164ème Édition.

Clos du Mesnil 2008, KRUG, di cui sono state prodotte più di 13mila bottiglie e 500 magnum (prezzo consigliato 1.500 €).

Grandi ritorni

Sarà un Natale da ricordare per gli amanti delle bollicine vintage; torna Champagne Charlie, la storica cuvée Heidsieck per celebrare il bicentenario del fondatore, Charles-Camille Heidsieck, che creò la maison nel 1851. Prima bottiglia in 37 anni e solo la sesta nella sua storia; la rarità delle uscite fa comprendere che ci troviamo di fronte a una cuvée eccezionale, da riservare alle annate speciali. Annate che l'enologo Cyril Brun ha degustato con cura, restando colpito dalla freschezza, dall'intensità aromatica e dal finale sapido, peculiarità gustative che ha mantenuto nella sua reinterpretazione moderna. La nuova cuvée Champagne Charlie ha quasi l'80% di vini di riserva, affinati sui lieviti fino a 25 anni, e il 20% della base 2016, con un blend di 52% Chardonnay e 48% Pinot Nero. Nelle parole di Brun, un vino rinascimentale, multi-vintage, che inebria con profumi di frutta e di pasticceria ed è in perfetto equilibrio tra freschezza e setosità.

Torna dopo 37 anni Champagne Charlie, la cuvée di Charles Heidsieck dedicata al fondatore Charles-Camille (circa 900 euro. Charlesheidsieck.com).

La seconda vita di un classico

Parlando di potenzialità di invecchiamento dello champagne, impossibile dimenticare il progetto Plénitude di Dom Pérignon, fra i primi a studiare i lunghi invecchiamenti per le bollicine. Per ogni annata, un numero limitato di bottiglie Dom Pérignon, che produce solo millesimati, viene lasciato maturare nella pace della cave per almeno 15 anni. Una lunghissima sosta sui lieviti, in assenza di luce e vibrazioni e a temperatura costante, che regala una seconda vita al vino; più profondo, più ampio, dal finale interminabile. Per queste feste è appena uscito Dom Pérignon Vintage 2004 Plénitude 2, un vino ancora fresco di pompelmo rosa e arancia, che si stemperano nei sentori del lungo affinamento: cacao, moka, brioche e miele. Con una chiusa lunghissima che si fa ricordare, sulle note nette e pulite della liquirizia.

Vintage 2004 Plénitude 2, DOM PÉRIGNON, l'ultima novità della maison, fra le prime a studiare i lunghi invecchiamenti per le bollicine (a partire da 550 €).

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