Convergenze

Lo sport e la moda: festeggiare la vittoria dell'Italia indossando la t-shirt giusta

Fitness da guardare, praticare, indossare e centrale nel modo di vestirsi. Fra capi-totem e capsule per sentirsi tutti campioni

di Silvia Paoli

Maglia Figc Away Replica, PUMA (90 € da uomo e da donna, 70 € da bambino).

3' di lettura

La moda e lo sport camminano fianco a fianco da molto tempo. Se le uniformi per la pratica e l'agonismo hanno offerto ispirazione alla moda per espandersi in altri scenari di stile e in altri contesti, la ricerca nei tessuti e i tagli ergonomici hanno stimolato e poi portato alla rottura di formalismi ormai desueti. Poi ci si è messa la pandemia. Che ha azzerato molte certezze, ma da cui lo sportswear è uscito vincitore, o più precisamente, con minor danno e più alta propensione alla “volata”.

Secondo un rapporto stilato da McKinsey & Company, dal titolo Sporting Goods 2021 - The next normal for an industry in flux, la spesa nei mercati europei per abbigliamento casual, da casa e dello sport sono calati, rispettivamente, del 5, 7 e 17 per cento nell'agosto 2020 rispetto al periodo pre-crisi. Quello per abiti formali e per cerimonie di una media tra il 26 e il 37 per cento. Una bella differenza. La fusione del tempo libero con quello lavorativo, dello spazio dedicato alla professione con quello per il digital fitness (sempre di fronte al pc) ha portato a investire su un abbigliamento più confortevole e, all'occorrenza, utilizzabile per le attività di fitness indoor. A questa crescita di consumi ha contribuito anche il mercato femminile (e del bambino), sempre più aperto e interessato a discipline outdoor.

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Pallone da calcio Nike Strike, NIKE (24,99 €).

La via prescelta dalla moda per avvicinarsi al mercato dell'athleisure è il lusso e la performance del tessuto, quella dello sport l'innovazione e la resa tecnica dei capi. Su queste due direttive si muove la convergenza dei due mondi. «Lo sport», ha dichiarato Giuseppe Musciacchio, co-ceo di Arena, intervistato nel report di McKinsey, «sta diventando centrale nella definizione dell'identità personale, che viene espressa da un insieme di fattori che vanno dall'abbigliamento a un senso di appartenenza culturale». Lo sport sta ridefinendo l'identità dell'individuo all'interno di una specifica comunità, di cui condivide i valori (i campioni sono considerati leader sia perché sostenitori di valori positivi, sia perché paladini di eguaglianza e diritti umani). In questo senso, la visione collettiva di un evento sportivo rafforza il senso di comunità, non solo perché si segue la propria nazionale (questo già succedeva), ma perché, in quanto sportivi-praticanti, lo si fa insieme alla propria comunità ideale.

La maglietta della nazionale italiana, replicata per il grande pubblico dalla Puma , porta in sé alcuni elementi chiave delle leve di sviluppo del settore sportswear. Primo: è disponibile anche in versione bambino e donna, a dimostrare che il mercato di questi due target è pronto per allargare i propri acquisti anche a capi pensati per la partecipazione condivisa (magari davanti alla tv) a “eventi” internazionali. Inoltre, i due materiali di cui è fatta la maglietta onorano le qualità più richieste dal nuovo consumatore di articoli sportivi: essere performanti e sostenibili. La Puma Figc Away Replica è in tecnologia dryCELL (allontana l'umidità dalla pelle aiutandola a rimanere asciutta, per il massimo comfort tutto il giorno), ma contiene anche fibre di origine riciclata, interesse imprescindibile per un consumatore di abbigliamento sportivo.

Felpa loose fit in maglia di cotone unisex, LACOSTE (180 €).

Ogni tribù ha i suoi totem e i suoi simboli di riconoscimento. Ma ce ne sono alcuni totalmente trasversali, specie perché vicini al secolo di storia. Era il 1927 quando Robert George, sportivo e amico di René Lacoste , disegnò un coccodrillo con fauci spalancate che il tennista e fondatore del brand appuntò sulla tasca del suo blazer bianco. Le dimensioni furono riviste e rimpicciolite, ma nelle collezioni recenti, quella estiva e la prossima invernale, disegnate da Louise Trotter, il rettile è tornato in versioni inedite e creative (sul cappotto della prossima stagione anche sotto forma di zampa con scaglie che “salta” sulla spalla) e a un formato maxi, come si nota nella felpa rossa al centro (la coda nell'originale era però più aperta verso l'alto). Onore al coccodrillo: la sua è stata la prima volta, nella storia della moda, che un logo è apparso all'esterno di un capo. Ecco un'altra cosa che la moda deve allo sport, non un contributo da poco considerando lo sviluppo delle stampe logo negli anni Ottanta e Novanta, ma anche più di recente.

Felpa con cappuccio in cotone ricamato, YOHJI YAMAMOTO per AUTOMOBILI LAMBORGHINI (466 €).

La convergenza tra moda e sport si supera quando nascono collaborazioni destinate a edizioni speciali, per capsule che uniscono i dna di due marchi in un'ibridazione destinata a un lifestyle ispirato ai valori di entrambi: la felpa Automobili Lamborghini in collaborazione con Yohji Yamamoto ne è un esempio. Come il modello della Aventador S, personalizzata dallo stilista in occasione del lancio della Tokyo Lounge lo scorso autunno, porta pennellate di colore e gli stilemi della sua moda. Un modo per salire a bordo di due miti, rimanendo coi piedi per terra.

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