Lo spread comincia a pesare sulle tasche degli italiani
di Laura Serafini
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Spread, imprese e famiglie. Il tema ritorna di frequente, come un invisibile filo conduttore, in occasione della celebrazione della giornata del risparmio. Un monito che non vuol essere un allarme, ma un avviso a chi, nella compagine governativa, afferma di operare nell’interesse delle due categorie: cittadini e tessuto imprenditoriale. Molto presto, probabilmente già con i dati diffusi dalla Banca d’Italia e dall’Associazione bancaria italiana il mese prossimo, emergerà come lo spread non resterà a lungo una categoria astratta e lontana ma andrà a pesare direttamente sui tassi di interesse dei prestiti alle imprese e sui mutui per le famiglie.
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Il monito dei banchieri e della vigilanza
«Non si può essere indifferenti agli andamenti dello spread e dei mercati e alle conseguenze su conti pubblici, imprese e famiglie», ha detto il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli nel suo intervento ricordando come sinora «i prestiti a famiglie e imprese» sono cresciuti «con i tassi d’interesse più bassi della storia d’Italia e fra i più bassi d’Europa». Il governatore Ignazio Visco è stato esplicito: «dalla fine di maggio (da quando cioè lo spread ha iniziato ad aumentare, ndr) il costo che le banche sopportano per raccogliere fondi sotto forma di obbligazioni è più che raddoppiato».
Il costo della raccolta è tutt’altro che indifferente ai fini del calcolo di quale tasso di interesse applicare a un mutuo. «Questi andamenti finiscono per incidere negativamente sul costo e sulla disponibilità di credito per famiglie e imprese », ha osservato Visco, che ha proseguito: «ad attenuare finora la trasmissione delle tensioni ai prestiti bancari hanno contribuito la più elevata capitalizzazione degli intermediari (rispetto a qualche anno fa, ndr) e la loro più stabile struttura di finanziamento».
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Da novembre si pagherà il conto
Quel “finora” non è stato messo lì a caso. L’implicazione è che d’ora in avanti non sarà più così. Qualcuno comincerà a pagare il conto. In occasione della presentazione dell’indagine Ipsos 2018 sul risparmio delle famiglie Nando Pagnoncelli ha spiegato come gli italiani ritengano lo spread qualcosa di lontano da loro e 3 italiani su 4 non sanno darne una definizione. Dal mese prossimo sarà chiaro che lo spread comincia a pesare sulle rate dei mutui a tasso variabile o sui tassi di interesse applicati a chi va a chiedere un nuovo mutuo a costo fisso. Il bagno di realtà sarà inevitabile.
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