Lo strapotere Mercedes è devastante anche al Mugello: Hamilton fa 90
Un dominio Mercedes intoccabile anche oggi, proprio nel week-end in cui si è celebrata la millesima gara Ferrari
di Alex D'Agosta
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Seconda domenica di settembre, in giro per l'Italia c'è grande festa nelle due ruote e un po' di tristezza a quattro. Il sogno della Formula 1 al Mugello è andato sprecato. Un dominio Mercedes intoccabile anche oggi, proprio nel week-end in cui si è celebrata la millesima gara Ferrari e, per l'occasione, per un caso fortuito, proprio nella pista “di casa”, di proprietà di Maranello. Eppure ci sono state qualifiche ancora alterne e un guizzo di Leclerc già nella prima partenza. Ma non è bastato per rilanciare le sorti della monoposto rossa, anzi, per l'occasione, amaranto. E così sul podio Hamilton, Bottas e, si può dire, un meritatissimo primo podio in carriera per Albon.
Peccato. Era un gran bella giornata per l'Italia dello sport, della meccanica, dei mezzi di trasporti più popolari. Al Mugello il debutto della Formula 1. A Misano la prima di due domeniche consecutive di Moto Gp, dove in Moto 2 ha vinto il fratellino di Valentino Rossi. E un podio tutto italiano sfiorato fino all'ultimo giro: si è celebrato comunque il primo successo di Franco Morbidelli, seguito da Francesco Bagnaia e Joan Mir, mentre Valentino ha concluso quarto perdendo il “bronzo” come accennato solo negli ultimissimi metri di gara.
Fra i tifosi avevano Vasco Rossi, che veniva da Rimini, dove per tradizione e scaramanzia si reca sempre prima di iniziare un nuovo tour: lì c'era poi l'Italian Bike Festival, l'evento fieristico e interattivo più noto e partecipato nel mondo della bicicletta, dove negli ultimi tre giorni sono transitati tanti dei migliori professionisti del presente e del passato tricolore.
Tornando al gran premio automobilistico, a una settimana da una vittoria dell'Alpha Tauri, che ha sede a Faenza, l'impronta italiana delle quattro ruote, invece, è stata minima. In un gran prix toscano con un guaio dopo l'altro, in particolare dopo la sensazione di tragedia evitata nella ripartenza lanciata dopo la safety car, si raccoglie poco. E resterà nella memoria di tanti che Giovinazzi ha ingaggiato una carambola fra le più memorabili di sempre per quanto riguarda gli incidenti sulle linea di partenza: fra Bottas e Magnussen c'è stata esitazione nel rilancio davanti al via, creando un grosso equivoco per tutti gli avventori sopraggiungenti di metà griglia che, arrivando lanciati da dietro, si sono trovati il danese della Haas a una inaspettata bassa velocità, con l'impossibilità di evitarlo.
Latifi è riuscito a scartarlo, gli altri no. Da lì un grosso crash e gara ferma, tanto da bloccare il contatore dei giri a solo nove completati in tutta la prima ora.Dopo la ripartenza si è visto subito schizzare ancora Leclerc, che era riuscito a partire in modo convincente dalla quinta piazza e collocarsi presto al terzo posto. Anche nel secondo start da fermo ha ripreso e mantenuto la terza posizione, allineando non poco il pubblico dei 3000 accorsi sulle dolci colline toscane.
Ma da lì in poi non c'è stata molta storia. Prima Stroll poi al giro 19 da Ricciardo e via via gli altri, alla fine Leclerc finisce ottavo, soffiando sul finale l'ottavo a Raikkonen. Con Vettel decimo, a punti per un soffio! C'è voluto una lunga serie di “regali”. In particolare un'uscita molto forte di Stroll all'ingresso della celebre curva Arrabbiata due. Come dice Valentino solo l'altro ieri “due curve da pelo, con un'uscita cieca a 100 km/h superiore alla MotoGp”. Sbalzato fuori all'improvviso, un attimo. Forse una foratura.
Ancora tanto spavento e nuova safety car quando il tempo finale marcava dieci minuti alla fine. E nonostante una gara completata per oltre il 75%, si è atteso e la gara si è conclusa dopo oltre due ore e mezza.Solo dodici comunque all'arrivo. Una domenica dove con incidenti e bravura si pensava di vedere almeno Raikkonen più in alto visto che, pur avendo una macchina mediamente inferiore alla media, ieri era riuscito nuovamente a mettere il muso davanti a Vettel di merito.
Ma non è bastato per dargli motivazione e cavalli a sufficienza. Pensare che al giro 39 le due Ferrari e l'Alfa si trovavano decimo, undicesimo e dodicesimo e dietro a poco più di un secondo solo Grosjean, ultimo. C'è da accendere un cero di aver finito tutti a punti!Una festa incompleta, insomma. E un altro rammarico, visto che si corre in patria e non si può ignorare questa sincronia di eventi.
L'Italia della MotoGP vede chiaramente un futuro nei piloti. In Formula 1, invece, al momento non si vede ancora la fine del tunnel sul fronte costruttori né su piloti in grado di vincere. Per quanto riguarda la Ferrari, ormai è chiaro: il progetto 2020 dovrebbe essere già nel cassetto e, ancora una volta, si è visto che bisogna turarsi il naso e sperare nel progetto per le vetture 2021 e, considerando il corto margine di miglioramenti, confidare sopratutto nella “nuova generazione” del 2022.
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