Lobby nera a Milano, Fidanza (Fdi) si autosospende. Indaga la Procura
Bufera dopo la messa in onda dell’inchiesta Fanpage che mostra sistemi di finanziamento in nero e apologia del fascismo da parte dei militanti di destra
I punti chiave
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Si muove anche la Procura di Milano dopo l’inchiesta di Fanpage relativa alla campagna elettorale di Fratelli d’Italia per le amministrative di Milano, rilanciata giovedì sera dalla trasmissione Piazzapulita de La7. I magistrati del capoluogo lombardo hanno aperto un’indagine con le ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio per far luce sulla vicenda al centro dell’inchiesta Blackstair prodotta da Fanpage, i cui protagonisti parlano di denaro ricevuto in nero oltre a sposare in maniera palese ideologie nazifasciste e razziste.
Anche la politica, come naturale, interviene sulla questione, soprattutto a due giorni dalle elezioni amministrative. Il Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni dell’eurodeputato di Fdi Carlo Fidanza che si autosospende. «L’inchiesta di Fanpage sulla lobby nera a Milano mostra una realtà agghiacciante. Fratelli d’Italia non solo accoglie ma addirittura promuove personaggi loschi che inneggiano a Hitler, fanno battute sugli ebrei e rimpiangono la dittatura fascista», recita la nota ufficiale della delegazione pentastellata al Parlamento europeo.
La nota M5S e le reazioni del Pd
«Inoltre», prosegue il comunicato, «i trucchetti su come finanziare illegalmente la campagna elettorale di Fratelli d’Italia, svelati dalle parole stesse di Carlo Fidanza capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, rappresentano una vecchia degenerazione della politica figlia di un’epoca buia della nostra Repubblica che i cittadini pensavano di essersi messi alle spalle. Per restituire dignità alla politica le dimissioni di Fidanza sono un atto dovuto e necessario. Giorgia Meloni non minimizzi ma le pretenda». Anche il Pd prende posizione: «La realtà emersa dall’inchiesta giornalistica di Fanpage è gravissima, per i sospetti concreti di finanziamenti illeciti e l’ombra pesante del neofascismo a Milano, città della Resistenza. Meloni parli», si legge in una nota degli eurodeputati del Partito democratico.
Fidanza: «Mai stato estremista, mi autosospendo»
Fidanza, diretto interessato, si autosospende: «Non sono mai stato estremista, né ho mai avuto finanziamenti illeciti. Ho vissuto 30 anni di impegno politico a testa alta. Adesso adirò le vie legali». Nella serata di giovedì 30 settembre è stato diramato un comunicato di Fdi nel quale il partito ha annunciato di voler chiedere il girato integrale del servizio giornalistico. «Non prenderemo per oro colato quanto riportato con il palese intento di infangare la nostra onorabilità. Verificheremo i fatti nella loro interezza e, se necessario, prenderemo provvedimenti commisurati alle eventuali oggettive responsabilità, come abbiamo sempre fatto», recitava la nota del partito di Giorgia Meloni.
Meloni: «Non c’è spazio per razzismo e antisemitismo in Fdi»
E la Meloni scrive a Fanpage: «Ribadisco a nome di Fratelli d’Italia che nel nostro movimento non c’è alcun spazio per atteggiamenti ambigui sull’antisemitismo e sul razzismo, per il paranazismo da operetta o per rapporti con ambienti dai quali siamo distanti anni luce, né per atteggiamenti opachi sul piano dell’onestà».
L’inchiesta di Fanpage
Nell’inchiesta di Fanpage appaiono l’eurodeputato di Fratelli d'’talia Carlo Fidanza e un altro ex deputato d'area, Roberto Jonghi Lavarini, detto «Il Barone Nero». Un giornalista infiltrato si presenta come imprenditore e possibile finanziatore della campagna elettorale di Fdi, con la prassi già utilizzata in altre occasioni da Fanpage. Ne emergono, da parte di alcuni militanti del partito politico, una certa disinvoltura nella gestione dei fondi per finanziare le campagna elettorale sulle amministrative, più innumerevoli atteggiamenti di apologia del fascismo e del nazismo.
Tra «lavanderie» e apologia del fascismo
Sistemi di «lavanderia» per pulire finanziamenti in nero, incontri con esplicite battute razziste, fasciste e sessiste. Il capo, secondo l’inchiesta, è Roberto Jonghi Lavarini, già condannato a due anni per apologia del fascismo. Tramite Lavarini, il giornalista di Fanpage conosce Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia. Si stabilisce cosi un rapporto che consente all’insider di frequentare il gruppo di esponenti di Fdi durante eventi e riunioni della campagna elettorale per le elezioni comunali a Milano per la quale sostengono la candidatura al consiglio comunale dell’avvocato Chiara Valcepina. Entrambi chiedono finanziamenti al presunto uomo d’affari, col quale sono ormai in confidenza: «Le modalità sono: versare nel conto corrente dedicato. Se invece voi avete l’esigenza del contrario e vi è più comodo fare del black, lei si paga il bar e col black poi coprirà altre spesa», dice Fidanza al giornalista sotto copertura.
Tra le reazioni, via Twitter si registra anche quella di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma: «Non può esserci spazio nei partiti dell’arco costituzionale per chi fa il saluto romano, inneggia a Hitler e insulta neri e ebrei. Nell’Italia che promulgò le leggi razziste, come le ha definite giustamente Draghi ieri, non ci possono essere ambiguità su questo», scrive.
Cerca di gettare acqua sul fuoco, invece, Roberto Longhi Javarini, che parla di «tanto rumore per nulla, tanto fumo e niente arrosto. Solo battute, millanterie e goliardate da bar». Secondo il cosiddetto “Barone Nero”, l’inchiesta di Fanpage «è un chiaro, provocatorio e strumentale, attacco politico alla destra e al centrodestra, a due giorni dal voto».
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