Lockdown e salute mentale: il 41% di italiani a rischio
In Spagna la quota sale al 46% e nel regno Unito al 42 per cento. Il fattore di vulnerabilità più elevato è l’incertezza sul futuro economico
di Roberta Miraglia
3' di lettura
Da una ricerca condotta in Italia, Spagna e Regno Unito emerge che la percentuale di popolazione la cui salute mentale è a rischio a causa di vari fattori di vulnerabilità socio-economica è del 41% in Italia, del 46% in Spagna e del 42% nel Regno Unito. Le problematiche di salute mentale sono legate a vari indici di misurazione, tra i quali stress, ansia e depressione per l’incertezza sul futuro economico e occupazionale, per le difficili condizioni di vita, spesso confinate in spazi ristretti e condivisi con bambini dei quali occuparsi mentre si svolgono mansioni lavorative da “remoto”, cioè nell’abitazione stessa.
Risultati peggiori delle aspettative
La ricerca è stata finanziata e condotta da Open Evidence, spin-off della Universitat Oberta di Catalunya (Uoc), in collaborazione per la raccolta dati con Bdi Schlesinger and Group e per il disegno sperimentale e l’analisi dei dati con ricercatori di varie università (Università degli studi di Milano, Uoc, Universidad Nacional de Colombia, Università degli studi di Trento, Glasgow University). «Ci siamo riproposti di coprire un’area finora poco esplorata, non sanitaria né strettamente economica» spiega il direttore della ricerca Cristiano Codagnone (co-fondatore di Open Evidence, e docente presso l’Università degli studi di Milano e la Uoc). «Siamo sorpresi di quanto sia elevata la vulnerabilità psicologica riscontrata - continua Codagnone - anche soltanto usando uno degli elementi che servono a testarla, ovvero la depressione. Considerando anche gli altri, ci accorgiamo che il livello di stress psicologico è molto elevato e il rischio di essere contagiati di gran lunga inferiore rispetto a quello di avere problematiche di tale tipo».
Salute ed economia
In tutti e tre i Paesi, inoltre, sottolineano gli autori della ricerca, una larga maggioranza di intervistati concorda con l’affermazione secondo cui «il governo non dovrebbe concentrarsi solo su come contenere il contagio, ma anche come evitare una crisi economica». Il sostegno a questa affermazione è marcatamente più alto in Italia dove concorda con essa il 67,4% del campione (aggiustato per l’Effetto di Desiderabilità Sociale, Eds) e il 63,5% senza aggiustamento. In Spagna la quota è del 58,2% (56% senza Eds) e nel Regno Unito il 59,8% (50,1% senza Eds). Dimostrando, secondo gli autori, che per la maggior parte degli intervistati la salute non è più importante dell’economia. Inoltre la ricerca evidenzia che in Italia il 65% ritiene che il Governo oltre a imporre misure restrittive dovrebbe dare un piano chiaro per il ritorno alla normalità a fronte del 71, 6% in Spagna e del 72,6% nel Regno Unito.
I fattori di vulnerabilità
La quota più alta in Italia di chi ritiene che ci si debba concentrare su come evitare una crisi economica deriva anche dalla maggiore presenza di fattori di vulnerabilità. Se si guarda infatti a uno degli otto elementi della scala di misurazione della salute mentale utilizzata dalla ricerca - il sentirsi depressi o senza speranza per il futuro - si vede un «quadro chiaramente preoccupante in quanto mostra che in Italia il 59% si è sentito depresso con una certa frequenza (da qualche volta alla maggioranza del tempo nel corso di una settimana) e solo il 41% non si è mai sentito
depresso». In Spagna è il 33% verso il 67% e nel Regno Unito il 43% verso il 57 per cento.
Contraccolpi psicologici in tutto il Paese
La ricerca sottolinea che stando alle risposte del campione, nonostante la pandemia abbia colpito maggiormente il Nord, lo stress psicologico sia superiore nelle altre macro-regioni. Questo potrebbe dipendere dal
fatto che la vulnerabilità economica è percepita maggiormente al Sud e al Centro dell’Italia.
Perdita reddito, lavoro, homeschooling tra gli eventi stressanti
In tutti e tre i Paesi è la riduzione del reddito l’evento più stressante. Alla domanda se tra gli eventi accaduti nell’ultima settimana c’è stata una riduzione del reddito ha risposto sì il 55% degli italiani, il 56% degli spagnoli, il 42% dei britannici. La perdita del lavoro ha riguardato invece il 20% del campione in Italia e Spagna e l’11% nel Regno Unito. La scuola a distanza, infine, ha riguardato il 43% in Spagna, il 30% in Italia e il 28% nel Regno Unito.
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