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Lombard Odier: servono investimenti «verticali» per cavalcare mercati irrequieti

Patrick Odier, senior managing partner della casa elvetica, suggerisce di non concentrarsi su particolari strumenti in modo «orizzontale». Occorre invece puntare su temi quali la transizione energetica in un’ottica di lungo termine sfruttando tutte le alternative a disposizione, asset privati compresi.

di Maximilian Cellino

3' di lettura

«Quando i mercati vivono un momento di turbolenza e al tempo stesso il mondo industriale attraversa una fase di enorme trasformazione, la cosa peggiore che si possa fare è allontanarsi dalla propria convinzione di investimento e dimenticare le opportunità che si stanno creando». Se si volesse caratterizzare la filosofia che sta alle spalle delle strategie di investimento di Lombard Odier, il concetto di «guardare oltre» e di inserire le decisioni in una visione di lungo termine, che eviti le tendenze del momento anche quando queste possono rivelarsi redditizie nel breve periodo, sarebbe probabilmente molto appropriato.

L’idea appare evidente dietro le parole di Patrick Odier, che rappresenta ormai la settima generazione della famiglia al comando della banca privata elvetica da oltre due secoli e riveste il ruolo di Senior Managing Partner: «I clienti – spiega a Il Sole 24 Ore - ci apprezzano non soltanto perché siamo in grado di limitare i danni durante i ribassi dei mercati, ma soprattutto perché cerchiamo di sfruttare queste situazioni per offrire loro soluzioni basate sulle forti convinzioni maturate sul ciclo di investimento per aiutarli a preservare e a trasferire alle generazioni future la ricchezza. I nostri interessi sono del resto completamente allineati con quelli dei nostri clienti e non vi sono conflitti di interesse, anche perché quasi il 90% dei ricavi di Lombard Odier proviene dall’attività di gestione patrimoniale: la banca è di proprietà e gestita da suoi sette partner ed essendo noi stessi imprenditori, ci identifichiamo con le esigenze dei nostri clienti.».

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Quali sono i temi che intendete cavalcare?

La transizione energetica anzitutto: decarbonizzazione, net zero, riduzione delle emissioni, stoccaggio della Co2, oggi tutto ruota attorno a questo argomento fondamentale che è cruciale per Lombard Odier. La finanza sostenibile è al centro del nostro modello di business e riteniamo che la transizione verso un’economia pulita, circolare e più sostenibile rappresenti la più grande opportunità di investimento di tutti i tempi. La trasformazione in corso riguarda anche agricoltura, terra e alimentazione e noi cerchiamo investimenti che possano guidare l’evoluzione in questi settori in modo significativo, ad esempio nella produzione alimentare sostenibile e nelle infrastrutture che consentono di trovare soluzioni.

Con che tipologia di strumenti?

Non facciamo scelte a priori, perché preferiamo adottare una strategia verticale anziché orizzontale.

Cosa significa?

Una volta individuato il tema, per esempio le infrastrutture legate alla transizione energetica, scegliamo gli strumenti che offrono opportunità di rendimento più elevate ai clienti, siano azioni o obbligazioni quotate, oppure asset reali o illiquidi. E se un investimento diretto o un co-investimento insieme ad altri soggetti presenti sul mercato ci convince, non esitiamo a effettuarlo anziché impiegare il denaro in fondi specializzati.

Tornando ai mercati tradizionali, cosa insegna questa correzione e come possiamo uscirne?

Abbiamo attraversato ben 42 crisi durante la nostra storia di 226 anni e sempre ne siamo usciti più forti. Stavolta abbiamo assistito a una fase in cui tutte le asset class sono scese nello stesso momento tranne il dollaro e questo ha creato una situazione molto differente rispetto al passato. Le cause che influenzano l’evoluzione del mercato tendono inoltre a essere più di tipo strutturale, come il ritorno dell’inflazione e l’inversione di tendenza sui tassi dopo anni di discesa fino a valori negativi, ma variano regione per regione e quindi possono richiedere soluzioni differenti.

Con quali conseguenze sugli investimenti?

Le probabilità di andare verso episodi di recessione è aumentata e in misura notevole e preferiamo quindi mantenere un atteggiamento prudente. Ciò non toglie che vediamo del valore nelle società di qualità con modelli di business solidi e con la capacità di trasferire sui clienti l’aumento dei costi di produzione. Nel campo obbligazionario, il credito investment grade è diventato interessante a causa delle stesse tendenze dei tassi di interesse, mentre fra i titoli sovrani preferiamo i Treasury Usa. Nel complesso, continuiamo ad essere molto selettivi nelle nostre esposizioni al reddito fisso, ma, alla luce delle migliori valutazioni di alcuni segmenti e dei rischi di recessione, i bond stanno diventando più interessanti.

Quali i pericoli all’orizzonte?

Non credo che assisteremo a casi di default veri e propri, ma è evidente che in una fase in cui l’aumento dei costi si unisce al rallentamento dell’attività economica, le società troppo indebitate potrebbero avere problemi di liquidità. Questo aspetto dovrebbe quindi diventare importante per le scelte di investimento future. Riteniamo che, per il momento, valga la pena rimanere prudenti nel credito high yield e nel debito dei mercati emergenti, che in passato sono stati maggiormente colpiti da un peggioramento delle prospettive macroeconomiche.

Riproduzione riservata ©
  • Maximilian CellinoRedattore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: italiano, inglese, tedesco

    Argomenti: Mercati finanziari, politiche monetarie, risparmio gestito, investimenti, fonti alternative di finanziamento, regolamento del sistema finanziario

    Premi: Premio State Street 2017 per il giornalista dell'anno - Categoria Innovazione

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