Gli inglesi puntano su Torino e si comprano il palazzo del film «Profondo Rosso»
I fondo londinese Zetland Capital, assieme a Finint e Andrea Tessitore, investe 100 milioni in due storici immobili in centro: uscita delle Generali.
di Simone Filippetti
3' di lettura
I palazzi di pregio Torino, con i loro caratteristici portici, hanno fatto innamorare gli investitori inglesi. Da St. James’s, il cuore della Londra monarchica e imperiale, a Via Roma e Corso Umberto, il cuore della Torino sabauda e unitaria. Con un investimento da 100 milioni di euro gli inglesi di Zetland Capital hanno comprato due palazzi di pregio a Torino: uno è l'iconico immobile di Via Roma, quello della Fontana del Po immortalata nel film cult «Profondo Rosso». Londra punta il timone su Torino, smontando in parte la “narrazione” su Milano unica piazza immobiliare d'Italia. Un’inedita alleanza tra il fondo inglese e la banca d’affari veneta Finint rilancia il mercato immobiliare della prima capitale d'Italia. A fare da anello di congiunzione la Crea.Re dell’imprenditore e manager Andrea Tessitore, ex numero uno di Italia Independent,la casa di design di proprietà di Lapo Elkann.
Gran Torino e Dario Argento
È il più grande investimento immobiliare britannico a Torino, e il più importante fuori dal consueto asse- Roma-Milano che rilancia il mercato immobiliare fuori dalle grandi metropoli: il fondo si chiama “Gran Torino” altro riferimento cinematografico che si richiama apertamente al famoso film Oscar di Clint Eastwood. Più che l’amore per il cinema e per i film horror di Dario Argento, però, l’interesse degli inglesi è nato dall’opportunità irripetibile: per la prima volta in mezzo secolo, a Torino andava sul mercato uno storico e importante immobile in pieno centro. Il palazzo di Via Roma occupa un intero isolato, di dimensioni notevoli: 20mila metri quadrati di uno storico palazzo dal pregio commerciale e architettonico. Occasioni come queste sono uniche, perché i proprietari quasi mai vendono immobili così pregevoli. Nel caso di Torino il venditore sono le Assicurazioni Generali che hanno ceduto due “trophy asset” del loro portafoglio immobiliare. Il gigante assicurativo triestino era proprietario di entrambi gli immobili ceduti agli inglesi. Il fondo Zetland, dove uno dei partner è Sara Capuano, che ha seguito l’operazione italiana, è focalizzato sull’immobiliare: pochi mesi fa a Londra ha comprato 12 pub indipendenti, tra cui la prestigiosa Westow House nel sobborgo di Crystal Palace. È interessante anche la strutturazione finanziaria dell'operazione: Gran Torino è stato costituito e viene gestito da Banca Finint: il fondo fa da veicolo per gli investitori Zetland e Crea.Re che hanno sottoscritto le quote (90% e 10% rispettivamente). Tessitore ha fatto da partner locale e facilitatore ma ha anche messo del capitale di rischio: «Essere coinvestitori è segnale di serietà e di allineamento di interessi» dei vari soggetti coinvolti, ha commentato Tessitore. La formula sarà replicata anche anche in altre città del nord d’Italia: Gran Torino ha munizioni, in termini di capitale, fino a 100 milioni, più l’effetto leva del debito».
Il palazzo di Corso Stati Uniti
Il fondo immobiliare, di tipo chiuso, dopo aver acquisito il prestigioso immobile di Via Roma, accanto a Piazza San Carlo, ha acquisito, dal fondo Effepi, gestito da Generali ma sottoscritto da Unicredit, un altro palazzo di circa 10mila metri quadrati situato in Corso Stati Uniti, in uno dei corsi più importanti della città, tra Corso Galileo Ferraris e Corso Re Umberto. L’immobile, che risale agli anni 70, verrà raso al suolo per essere poi interamente ricostruito come “Palazzo Contemporaneo”. Il progetto, finanziato da Banca Intesa, e assistito da K&L Gates, Gianni & Origoni e lo studio Legance, guidato a Londra da Marco Gubitosi, sarà la prima nuova costruzione residenziale in centro città dopo oltre trent’anni: la scelta residenziale è anche frutto del nuovo mondo post-pandemia. Fino al 2019 i grandi investitori istituzionali erano focalizzati solo immobiliare commerciale, negozi e uffici: dopo il Covid risalgono le abitazioni, con la gente che lavora più da casa e ha bisogno di più spazio.
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