Dopo 64 anni, il Galles va ai Mondiali e regala al Regno Unito due nazionali
La partita “minore” per la qualificazione a Qatar 2022 era un simbolo politico: una punizione (con autogol) di Gareth Bale rovina la favola mediatica dell’Ucraina, beniamina d’Europa
di Simone Filippetti
I punti chiave
3' di lettura
Nel pomeriggio di domenica 5 giugno Londra si è trasformata in una sorta di carnevale brasiliano. È il giorno finale dei festeggiamenti per i 70 anni di regno della Regina Elisabetta: una parata multicolore, che ripercorre tutte le epoche storiche della sovrana (dal punk a Doctor Who; dal BritPop alle olimpiadi), ha affollato le strade. Per l'occasione è stata anche portata in processione la mozzafiato Golden State Coach, la carrozza reale tutta d'oro. A bordo, tuttavia, la sovrana non c’era: è troppo anziana per sopportare il disagio.
Una nazione in festa
La vera festa, però, non era il “Pageant” che ha chiuso la 4 giorni di celebrazioni per il Giubileo di Platino. Quello stesso pomeriggio, ma a 200 chilometri più a ovest di Londra, un’intera nazione è esplosa in una gioia repressa per 64 anni, nonostante la pioggia incessante e il clima da novembre. Al City Stadium di Cardiff, modesto stadio di calcio rispetto alla supermoderno Millennium Stadium del rugby (che cinque anni fa ospitò l'infausta finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid), il Galles ha battuto l'Ucraina e ha conquistato un posto nella Coppa del Mondo. L’ultima volta che il “Cymru” era approdato ai Mondiali era il 1958. Nessuno dei giocatori in campo era nato e nemmeno la maggior parte degli spettatori sullo stadio. Avranno qualcosa da raccontare ai nipoti.
Calcio&Geopolitica
A Cardiff, non c'era in ballo solo un biglietto per il Qatar, che per il Galles sarebbe già un evento. Ma una partita minore, a cui nessuno avrebbe dato troppa importanza, è diventata un evento simbolo: guerra contro pace; occidente contro Russia; bene contro male. Parafrasando la famosa massima del barone Von Clausewitz, nella società moderna dello spettacolo e dell'intrattenimento, “il calcio è la continuazione della politica con altri mezzi”. Per l'Ucraina, che ha liquidato la Scozia, l'occasione di rivalsa mondiale era enorme: la nazionale di Kiev, che nella sua breve storia (è nata nel 1992) ha fatto i Mondiali solo una volta: nel 2006, eliminata dall’Italia. Almeno fino al 2026, rimarrà ancora l’unica volta. L’anno scorso ha disputato gli Europei ospitati, allenata da Andriy Shevchenko, gloria nazionale e del Milan, poi andato, ma subito scappato, al Genoa FC retrocesso.
Una qualificazione per Qatar 2022 avrebbe avuto un valore politico enorme: sarebbe stata una vittoria morale verso la Russia. E invece sia Mosca, che la Fifa ha escluso per punizione, sia Kiev, per demerito sul campo, guarderanno i Mondiali alla tv, in compagnia dell’Italia. La star Garteh Bale, che al Real Madrid fa il panchinaro di lusso, andrà in Qatar a giocare il suo ultimo Mondiale e poi dire addio al calcio. Con lui anche Aaron Ramsey, altro panchinaro di lusso, della Juventus.
Un paese diviso
Per un pomeriggio, le verdi e piovose colline del Galles, terra povera di ex minatori, sono stati un crocevia delle tensioni mondiali: ucraini e gallesi, peraltro, dividono un analogo destino di popoli oppressi e invasi. Al Regno Unito, e soprattutto al premier Boris Johnson, sarebbe piaciuto che l'Ucraina si fosse qualificata. Londra è oggi il più acerrimo nemico della Russia: l'Inghilterra è il paese europeo che sta inviando più armi in Ucraina; Johnson è il premier che più volte ha visitato Kiev; il governo inglese ha fatto dell'Ucraina una bandiera della difesa dei valori occidentali e della democrazia. La tentazione del biscotto, di far vincere gli sfortunati ucraini, era forte.Ma la gente di Cardiff, che deriva dal gallese Caer Didio, ossia il forte di Aulo Didio, il generale romano che costruì il primo insediamento nel 75 dopo Cristo, non è stata dello stesso parere: contrario alla Brexit e nemico del Governo di Londra, il Galles voleva a tutti i costi vincere la partita. Lo si è capito dall’atmosfera allo stadio, con un tifo incredibile e un pubblico che si infiammava a ogni tocco di palla della nazionale gallese.
Britannia Rules
Grazie alla superstar Bale la Gran Bretagna è l'unico paese a spedire due sue nazionali ai Mondiali. Benzina nel motore snob e patriottico del paese. Spaccato tra chi tifava Ucraina, per alimentare la propaganda anti-russa; e chi, mosso dal nazionalismo, e tifava Galles, alla fine il paese ha brindato alla Ragion di Stato. Finisce sotto l’insistente pioggia “novembrina” di Cardiff la favola calcistica dell’Ucraina, beniamina d’Europa.
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