Lorenzo Bertelli: «Al centro di tutto c'è la sostenibilità ambientale e sociale»
E’ stato indicato come l’erede del gruppo Prada, che entro tre anni raccoglierà il testimone del padre. Il figlio di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli racconta la sua idea di futuro.
di Nicoletta Polla-Mattiot
8' di lettura
Il racconto di questa intervista comincerà dall'ultima domanda e siamo autorizzati a farlo direttamente da Eraclito. Chiamare in causa il sommo maestro del panta rei non ci pare fuori luogo, intanto perché è il primo ad aver detto che “ogni punto d'inizio può essere anche un punto di fine” e poi perché è di filosofia che finiamo per parlare per almeno un terzo della nostra conversazione con Lorenzo Bertelli. Ma prima liberiamo subito il campo dalla domanda delle domande: è vero che entro i prossimi tre anni raccoglierà il testimone del padre alla guida dell'azienda, come lo stesso Patrizio Bertelli avrebbe detto − frainteso o meno, come rivelazione a sorpresa, battuta o provocazione − all'agenzia Bloomberg in occasione del Capital Markets Day? È possibile? «Non credo che andrà in pensione e non so fra quanti anni avverrà la successione, è importante organizzarla bene».
Da quel 18 novembre, il primogenito trentatreenne di Miuccia Prada deve averlo ripetuto talmente tante volte, che non vale la pena di riprovarci. Dunque torniamo ad Eraclito e la fine (o l'inizio) della storia suona, più o meno, così: «La risposta sta nel saper non dare una risposta». Alla luce dell'attualità, il ribaltamento di prospettiva si fa interessante. «Quello che intendo è che ho imparato a sposare un pensiero, farlo mio, e poi, la settimana dopo, immergermi in un modo di ragionare completamente diverso, magari opposto. Studiare filosofia è un esercizio di flessibilità mentale, non è una materia che puoi fare tua per il tempo di un esame e poi dimenticare, è un modo di procedere, un metodo di comprensione delle cose. Le tesi sono così complesse che devi appropriarti delle convinzioni di ogni filosofo per poterne parlare. Ed è un esercizio di cambiamento continuo». Tutto scorre, lo si diceva, ma nel divenire, nell'adattarsi alle novità, anche le più inaspettate, sta la capacità di presenza sul mercato, tanto più nella moda che è l'incarnazione dell'essere contemporanei al proprio tempo. Si esiste e si è rilevanti stando nel flusso e questo, se non fosse un punto di vista del VI secolo avanti Cristo, è la descrizione del mondo digitale.
Lorenzo Bertelli non ha dubbi in proposito: «Non c'è più un solo modo di fare comunicazione, tutto è fluido, bisogna saper capire e registrare il momento, mutare. L'unica vera regola è che non ci sono regole. Lo scenario cambia, bisogna acquisire nuove competenze per sapere quello che si vuole. E studiare, studiare, studiare. Io lo sto facendo da oltre un anno sugli NFT, un progetto importante a cui stiamo lavorando». Che il leader italiano nel settore della moda, con quattro marchi in portafoglio (Prada, Miu Miu, Church's e Car Shoe), entri nel mondo dei Non Fungible Token è un'altra notizia. Tanto più pensando al potenziale rappresentato da Aura Blockchain Consortium, l'alleanza che ha unito Lvmh, Richemont, Prada e che recentemente ha visto l'ingresso anche di Otb di Renzo Rosso. Di Aura Lorenzo Bertelli è presidente e questa capacità di mettere intorno allo stesso tavolo i grandi rivali del mercato dei consumi di lusso, ci riporta al discorso di partenza. «Quando sei convinto di un'idea e c'è qualcuno che la pensa in modo completamente diverso, all'inizio tieni le distanze. Ma se lo ascolti, provi a guardare le cose dal suo punto di vista, scopri che anche quell'opinione mostra un pezzo di verità. Il vantaggio che mi ha dato la laurea in filosofia è la consapevolezza che ci sono tanti modi di vedere la stessa cosa e sono tutti rispettabili. Il mondo non è in bianco e nero, la vita è fatta di sfumature. Il che non significa non essere pragmatici e risoluti nelle scelte, anzi! Proprio perché hai una chiara visione delle cose da più punti di vista, sai anche, in modo chiaro e sincero, che alla fine occorre arrivare alla sintesi e decidere».
Decidere, per il group marketing director ed head of corporate social responsibility, significa parecchie cose. Compreso aver puntato i piedi per pretendere la creazione di un comitato di sostenibilità con figure dedicate. Notizia che è stata annunciata sempre al Capital Markets Day. Due nuovi ingressi nel consiglio di amministrazione per ampliare le competenze in materia ESG (Environmental, Social, Governance), due figure di spicco nel mondo dell'impegno sociale e ambientale internazionale: Pamela Culpepper, fondatrice di Have Her Back Consulting e Anna Maria Rugarli, corporate sustainability vice president della Japan Tobacco International. «Servono persone che abbiano una visione strutturata di queste tematiche e che passino il loro tempo a pensare, investire e dedicarsi ad esse. Ricordiamoci che la sostenibilità è innanzitutto economica. Non basta essere sostenibili “a perdere” o “a termine” perché se no non si è sostenibili per definizione!».
Ecco una delle ragioni per cui ha senso portare la questione a livello del board: è una scelta di business prima che di comunicazione o di immagine. «Se vogliamo tornare alla filosofia, ci si potrebbe chiedere: esiste un mondo sostenibile senza il capitalismo? Possiamo starne a discutere per ore, ne hanno scritto e dibattuto in moltissimi. A me, però, una cosa è chiara: le partite si giocano dentro il campo. Non si può pensare di cambiare il mondo, tenendosene fuori. Occorre stare alle regole del gioco che c'è in quel momento. Poi le regole si potranno cambiare, e si potrà contribuire a cambiarle, ma prima bisogna iniziare la partita». Perché l'impegno CSR sia incisivo e centrale nel sistema produttivo mondiale, deve diventare conveniente e competitivo. Altrimenti non si va da nessuna parte e ci si ferma alle dichiarazioni di principio.
«Al centro di tutto c'è la sostenibilità, ambientale e sociale. Non basta una leva, ne servono molte». Vale per i progetti di recycle e upcycle, vale per Sea Beyond, il programma didattico, ideato con Unesco, che punta a fare formazione nelle scuole sulla salvaguardia degli oceani. «Le buone abitudini devono partire dalle future generazioni. Spendere energie su menti che sono ancora plasmabili è più efficace».
La chiarezza senza finti pudori è uno dei regali spontanei di appartenere alla generazione Y, e di sentirsi molto vicino e sempre in dialogo con la generazione Z. «Ci sarebbe voluta la digitalizzazione vent'anni prima. Il motivo per cui tutto sta accelerando è dovuto al fatto che chiunque ha un cellulare, chiunque può fare un video, scrivere, documentare, dire la propria. Se avessimo avuto internet e gli smartphone prima, avremmo anni di vantaggio nel processo di trasformazione. Detto questo, io sono fiducioso. La speranza è fondamentale per convincere le persone. Se si esagera in allarmismo, se si colpevolizza troppo, le persone alzano bandiera bianca. Pensano: tanto non dipende da me, è un problema troppo grosso, che cosa posso fare da solo? Invece più se ne parla, più si condivide, più ci si coinvolge e più si fa cultura». Un ottimismo che si estende alle alleanze sulle sfide d'impresa. «Quando vedo qualcuno che fa meglio di me, a lui dico: Bravo! E a me dico: Voglio batterlo! Imparare da chi fa meglio è un volàno incredibile. Poi, su alcuni temi d'interesse generale credo che, in ottica futura, ci sarà una forte convergenza e un'inferiore dispersione. È un normale processo: all'inizio ci sono una miriade di isole, ciascuna per sé e in gara con tutte le altre, ma via via diventano un continente».
Un discorso che si applica, per esempio, alla ricerca sulla tracciabilità delle materie prime, sulla trasparenza degli approvvigionamenti, sui parametri di calcolo e attribuzione delle emissioni di Co2 («non è vero che la moda è la seconda industria più inquinante»). Ma vale anche per le collaborazioni, come quella fra Levi's e Miu Miu, che ha dato vita a un progetto di recupero degli scarti di magazzino, vecchi avanzi di tessuto rivalorizzati, senza usare nuovo materiale. La sostenibilità, per essere concreta, procede per obiettivi e commitment chiari. «Il 2021 sta per finire e noi avevamo preso l'impegno della riconversione completa in nylon rigenerato: nonostante la pandemia e l'inevitabile rallentamento delle vendite, posso dire che ci siamo riusciti!». Non è il solo target raggiunto. Prada fa parte di The Valuable 500, associazione internazionale che si occupa di promuovere l'inserimento di persone disabili all'interno delle organizzazioni aziendali.
Primo gruppo del lusso a impegnarsi su questa strada, aveva annunciato in primavera un piano a lungo termine di assunzioni nella rete retail. «Rispettare questi patti mi sembra de minimis!». Non aggiunge altro Lorenzo Bertelli, così come fa solo un cenno al profondo cambio di strategia su Car Shoe e su Church's. «Il digitale permette di osare, è agile nel breve termine e su brand più piccoli ci si può consentire di sperimentare. Provo-imparo, provo-imparo: è un approccio evolutivo continuo. Testi velocemente e acquisisci altrettanto velocemente informazioni. Insomma, è un buon modo per guadagnare know-how». Questo è anche l'incarico più “antico” che Lorenzo Bertelli ha ricoperto in azienda, cominciando per età ed esigenze strategiche proprio dalla digital innovation.
Alla prima sfilata post Covid, Prada, meglio di altri brand, è riuscito a integrare, in modo tutt'altro che scontato, l'esperienza del digital show con il ritorno alla presenza, realizzando due passerelle in simultanea, a Milano e Shanghai, che sdoppiavano l'esperienza, in un efficace slittamento temporale e reciproco riverbero. «Non potevamo tornare al vecchio modo di fare le cose, ci voleva una soluzione ibrida: io non ho mai visto il virtuale alternativo né in competizione con il fisico. È semplicemente un elemento in più all'interno della stessa ricetta. Come se fossimo in una di quelle trasmissioni televisive di cucina e la sfida fosse aggiungere un ingrediente in più. Hai quelli di prima e sei obbligato ad usarli tutti, ma ogni volta te ne danno uno nuovo. Ecco: in futuro dovranno esserci gli elementi che già ci sono e altri che si aggiungeranno. Dovremo fare un piatto che li comprenda e li equilibri tutti, e che sia pure buono. Anzi, migliore di prima».
Siamo partiti dagli antichi greci e siamo arrivati a MasterChef, ma la ricetta (qui è il caso di dirlo) resta la stessa: sperimento per apprendere, considero ogni punto di vista, anche il più distante dal mio (per età, storia, formazione) e cerco di integrarlo, ho le idee chiare, ma sono disposto a cambiarle. Persino sulla più grande passione: «L'auto elettrica, se guardiamo in una prospettiva lunga, è un passo imprescindibile e fondamentale. Quando risolveremo tutti i problemi collaterali, non ci sarà altro mezzo di trasporto». Parla il pilota, l'unico italiano che ha corso nella massima categoria del WRC: «È la giusta direzione, e figuriamoci se il motorsport sarà un problema!». Bisogna volere l'impossibile, perché l'impossibile accada. Questo, però, è di nuovo Eraclito. E ne riparliamo (di possibile, impossibile e verosimile) fra tre anni.
ANNIVERSARI
Invito in Galleria
Galleria è un archetipo neo-classico di Prada. La borsa, che sta per compiere 15 anni, nel tempo è cambiata in modo impercettibile. Del resto, prende il nome dalla sede dello storico negozio di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II, che ospita ancora oggi la boutique dove il marchio fu fondato da Mario Prada, nonno di Miuccia, nel 1913. Il design è pulito e innatamente pragmatico, sta in mezzo tra forma e funzione, con il semplice manico superiore curvo. Ha dato origine a quei segni senza tempo, che uniscono il patrimonio artigianale dell'azienda, ma riflettono necessità contemporanee. Porta con sé una vocazione: essere longeva e creare un'abitudine d'uso e di condivisione.
Ha debuttato in Saffiano, una pelle di vitello resistente ai graffi e all'acqua, disegnata da una texture a tratteggio incrociato. Brevettato da Mario Prada, il pattern viene pressato a macchina nel rivestimento in cera della pelle, conferendole così una leggera lucentezza e donando al colore un tono vibrante e saturo. Le tonalità dell'inverno 2021-22 sono otto, i classici accanto a tinte dai nomi poetici come petalo, astrale, fuoco, cammeo. Tre le dimensioni, mini, medium e large, 83 i pezzi singoli che la compongono, e all'interno un trio di scomparti paralleli.
A rileggere la borsa sono stati chiamati questa stagione l'attrice Hunter Schafer, inserita da Time nella lista Next, che raccoglie le 100 persone under 21 che stanno plasmando il futuro, e il trentenne regista canadese Xavier Dolan. La possibilità di esprimere attraverso l'obiettivo, e in modo indipendente, la propria visione ha portato a un corto che parla di cinematografia e di moda. Galleria, come un talismano, è una presenza costante, una sorta di ossessione/sogno, di cui non esiste una sola narrazione, piuttosto vengono catturati pensieri, amori, emozioni in dialogo tra loro.
loading...