ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùMade in Firenze

Loretta Caponi cresce con l’abbigliamento e arriva da Harrods  

Le strategie del marchio

di Silvia Pieraccini

Lusso. Capi della collezione Loretta Caponi. La prima camicia da notte confezionata nel 1967, ora trasformata in abito, è diventata un pilastro della collezione d'abbigliamento

3' di lettura

La prima camicia da notte confezionata da Loretta Caponi quando aprì il negozio di biancheria sartoriale a Firenze, nel 1967, sorprese e innovò per le stampe dai colori accesi, ma soprattutto per l’uso del “punto smock” (un punto-ricamo che produce una serie di piccole pieghe in modo da formare delle arricciature), che fino a quel momento era utilizzato solo per i vestiti da bambina. Quella camicia da notte, ora trasformata in abito, è diventata un pilastro della collezione d’abbigliamento che sta contribuendo a dare nuova spinta all’azienda fiorentina portabandiera del made in Italy, oggi guidata dalla figlia di Loretta, Lucia, direttrice creativa che disegna e supervisiona tutti i capi, e dal nipote Guido Conti Caponi, figlio di Lucia, direttore generale. Nell’atelier-boutique di via delle Belle Donne a Firenze, scrigno di tessuti preziosi, ricami e intarsi, trionfano la lingerie, le tovaglie e i lenzuoli per grandi e piccini che hanno conquistato artisti, politici, regnanti e imprenditori, fra cui i Rockfeller, i Rotschild, i Kennedy, i reali di Monaco, i Windsor fino a Madonna, Sting e Nicole Kidman.

Ma accanto a questi capi tradizionali, preziosi e unici (spesso fatti su misura) Loretta Caponi sta sviluppando appunto l’abbigliamento da donna, declinato in varie linee (casa, mare, ready to wear), a cui si è appena aggiunta quella da sposa: «Dopo il Covid abbiamo pensato che fosse il momento giusto per lanciare la linea Bridal – spiega Guido Conti Caponi – e proprio in questi giorni stiamo consegnando la prima collezione primavera-estate 2023. Siamo stati ispirati da alcune clienti che ci hanno chiesto di trasformare le nostre camicie da notte in abiti da sposa».

Loading...

L’allargamento della gamma (che abbraccia i capi da bambini, soprattutto per cerimonia) aiuta la distribuzione_ «La strategia – aggiunge il direttore generale - è far sì che il marchio sia presente con continuità, in estate e in inverno, nei punti vendita nel mondo: abbiamo 70 rivenditori tra Europa, Usa, Giappone, Corea, Medio Oriente e Sud-est asiatico, oltre ai negozi monomarca di Firenze e Forte di Marmi e al sito di e-commerce». Tra pochi giorni aprirà uno shop-in-shop Loretta Caponi nei grandi magazzini Harrods a Londra, uno spazio permanente dedicato alla biancheria da letto: «Per noi è un piccolo sogno che si avvera – spiega Guido Conti Caponi – perché Harrods è l’unico department store al mondo che vende biancheria da letto di lusso, e la nostra offerta sarà accanto a quella di grandi marchi internazionali». Per il brand toscano è un riconoscimento di qualità e di affidabilità, visto che Harrods vende già da tempo sia la lingerie Loretta Caponi (che è uno dei best performing brands del grande magazzino), sia la biancheria per la tavola. Lo shop-in-shop dedicato alla biancheria da letto è stato disegnato dal fratello di Guido, Duccio Conti Caponi, che ha realizzato un grande armadio ispirato all’atmosfera di fine Ottocento del negozio di Firenze.

I nuovi progetti puntano a spingere la marcia della maison, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 2,5 milioni di euro, in crescita del 25% sul 2021: «Il Covid è stato un disastro per i nostri negozi diretti, ma una manna del cielo per la distribuzione – spiega il direttore generale - perché il nostro prodotto, comodo, fresco, ricercato, gioioso, ricco di stampe colorate floreali e ricami fatti a mano, si è rivelato perfetto per il periodo che abbiamo trascorso». E infatti nel 2020, l’anno peggiore del Covid, Loretta Caponi ha aumentato del 70% i ricavi wholesale e spinto l’e-commerce; nel 2021 il fatturato wholesale è cresciuto ancora del 30%, e di un altro 25% nel 2022, mentre i ricavi nei due negozi diretti non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid.

«Per crescere ancora vogliamo puntare sull’abbigliamento, che sarà il motore propulsivo perché ha un pubblico più ampio – conclude Guido Conti Caponi - e anche sulla biancheria per la casa guardando al mondo residenziale e all’hotellerie». Tra i progetti futuri c’è anche quello di realizzare un museo-archivio aziendale, dando ordine a più di 20mila disegni e ricami, migliaia di modelli, esemplari di biancheria dal XV secolo in poi, e mettendo a confronto dettagli e tecniche antiche e moderne, ammirate soprattutto dagli americani, che restano incantati quando entrano nella bottega fiorentina: «Gli Stati Uniti hanno un amore incondizionato per l’artigianato, per il fatto a mano: è un richiamo cui non possono sottrarsi», conclude Conti Caponi.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti