Lotta all’evasione, così il Pos aiuterà a scovare i «furbetti» delle tasse in Italia
Nel focus del Def dedicato alla lotta all’evasione, il governo rilancia la lotta al nero e ipotizza il ricorso alle lettere di compliance per chi non accetta moneta elettronica
di Marco Mobili
I punti chiave
2' di lettura
È in arrivo un ruolo tutto nuovo per il Pos. Il mitico apparecchio per poter saldare il conto con moneta elettronica che ancora oggi in molti punti d’Italia fatica spesso a connettersi o ad essere realmente attivo. A ipotizzarlo tra le righe del Def è il governo, in particolare nel canonico focus che l’Esecutivo di turno dedica al contrasto all'evasione.
Il Pos e soprattutto il suo mancato utilizzo, dunque, potrebbe trasformarsi già da quest’anno in una spia dell’evasione, consentendo al Fisco di scrivere direttamente al commerciante, al professionista o all’artigiano che non hanno correttamente utilizzato l'apparecchio per accettare i pagamenti digitali.
Quando si accende la spia
Il gioco, almeno come lo racconta il governo nel Def, appare abbastanza semplice e quasi scontato.
Le novità introdotte dal governo Draghi nel 2022, prime fra tutte l'applicazione delle sanzioni dal 1° gennaio 2023, così come l'obbligo della trasmissione telematica all'agenzia delle Entrate, da parte di banche e intermediari finanziari, dei dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico messi a disposizione degli esercenti, consentiranno all'amministrazione finanziaria di utilizzare i dati delle fatture elettroniche e dei corrispettivi telematici trasmessi dagli esercenti attività di commercio al dettaglio incrociandoli con i dati dei Pos.
Da questo incrocio di data base ogni eventuale discordanza farà accendere la spia del rischio di evasione consentendo alle Entrate di procedere con le più classiche lettere di compliance da inviare ai contribuenti interessati e invitandoli a un chiarimento per sanare la propria posizione fiscale alla luce delle incoerenze dei dati registrate.
Chi è obbligato al Pos
L’obbligo di accettare la moneta elettronica è stato prima introdotto per le transazioni effettuate in favore dei soli operatori che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizi al consumo finale (B2C), e solo dopo esteso alle transazioni effettuate a favore di tutti gli operatori economici, compresi, quindi, gli operatori B2B (transazioni intermedie interaziendali) e B2G (transazioni finali con la Pubblica Amministrazione.
La mancata accettazione di un pagamento di qualsiasi importo tramite carte di pagamento, si applica una sanzione amministrativa pecuniaria in misura fissa di 30 euro, aumentata però, allo scopo di assicurare adeguata proporzionalità rispetto all'entità dell'operazione, di una somma pari al 4% del valore della transazione rifiutata.
L’ulteriore spinta all’incrocio dei dati
L’estensione, poi, dell'obbligo di fatturazione elettronica a tutti i soggetti esenti, consentirà all'amministrazione finanziaria di disporre di un ulteriore e importante pacchetto di dati da poter incrociare con tante altre informazioni in modo tale da poter scattare una fotografia nitida dell'intera filiera, dal fornitore all'utente finale che all'atto di acquisto avrebbe magari voluto saldare con moneta elettronica ma gli è stato negato il Pos.
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