Louis Vuitton secondo Pharrell Williams: uno show faraonico per diventare “marchio culturale”
Decine di celebrità raccolte sul Pont Neuf rivestito per l’occasione con un tessuto iconico della maison per salutare la prima collezione del cantante dopo la sua nomina a direttore creativo lo scorso febbraio
di Angelo Flaccavento
1' di lettura
Il gioco della moda, a Parigi, si fa sempre serio. Il volume si alza. A questo giro i decibel deflagrano proprio: la fashion week maschile si apre con il debutto di Pharrell Williams alla direzione creativa della divisione uomo di Louis Vuitton. Il musicista prende il posto che fu di Virgil Abloh.
È una produzione faraonica: sfilata sul Pont Neuf interamente ricoperto di un enorme damier oro, arrivo in bateau mouche, parterre con tutti i reali dell'entertainment - da Rihanna perennemente in ritardo a Beyoncé. Parlare di sfilata è riduttivo, in effetti. Vuitton si sta trasformando in un cultural brand e quello di ieri è stato un happening totale, una prova di puro entertainment, conclusa da un trascinante concerto di Pharrell e Jay-Z, nella quale gli abiti - un melange disparato di tailoring, sport, vaga eccentricità tenuto insieme dall'ubiquo damier - sono solo una parte dell'equazione. Lo spettacolo è grandioso, e certamente aggregativo, ma la moda, ancora, deve essere messa a fuoco. Manca l'ispirata leggerezza che Pharrell profonde nel suo personalissimo modo di vestire.
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