Louis Vuitton va in Grecia per lanciare la nuova alta gioielleria: «Così conquistiamo i clienti»
Francesca Amfitheatrof, direttrice artistica di gioielli e orologi della maison, racconta la collezione di alta gioielleria Deep Time, la quinta firmata Vuitton e la più ampia, con 170 pezzi unici e un numero record di pietre preziose
di Giulia Crivelli
3' di lettura
«Quando ero solo una ragazzina e non potevo immaginare che i gioielli e le pietre sarebbero diventati la passione della mia vita, trascorrevo le vacanze in Grecia e ricordo la meraviglia che provavo immersa in quei paesaggi. Ero affascinata da tutto, sassi e conchiglie compresi. Mi sembrava che avessero una loro saggezza, che mi aiutassero a sentirmi parte non solo della natura, ma dello scorrere del tempo». Francesca Amfitheatrof spiega così la scelta di presentare in Grecia la collezione di alta gioielleria Deep Time, la quinta da quando è direttrice artistica gioielli e orologi della maison e a oggi la più più grande, con 170 pezzi unici e un numero record di pietre preziose.
Il nome della nuova collezione parla da solo: lei crede che idealmente i gioielli possano superare il passare del tempo o persino essere eterni?
Penso sia vero per l’alta gioielleria, ma in certa misura anche per quella che viene chiamata fine jewellery e che non propone pezzi unici, è vero, ma mantiene una sua unicità e identità molto forti. O almeno è quello che ci anima in Louis Vuitton: riconoscere
o dare ai gioielli una forza che va oltre il passare degli anni e sicuramente delle stagioni della moda e dei trend.
Qual è l’unicità, in particolare, della collezione Deep Time?
Da una parte si lega allo spirito che caratterizza da sempre la maison Louis Vuitton, il viaggio e l’avventura, come esperienza reale e dell’anima. Immaginando, disegnando e vedendo nascere i pezzi unici Deep Time io e le persone che lavorano con me e mi aiutano fin dalla “caccia” alle pietre in giro per il mondo, abbiamo avuto l’impressione di fare un viaggio nel tempo, soprattutto grazie alle pietre, e spero che le clienti che si sono innamorate di questi pezzi unici sentano a loro volta di imbarcarsi in un viaggio nel tempo e nella bellezza.
Ha parlato di “caccia” in giro per il mondo. Cosa la affascina in particolare delle pietre?
Sono tesori che la natura ci regala, si formano modificandosi nell’arco di millenni: per questo dico che hanno la capacità di portarci fino agli albori del pianeta, mostrandoci l’evoluzione del patrimonio geologico della Terra e di tutti noi che la abitiamo. Noi direttori creativi abbiamo la fortuna di aggiungere il nostro contributo e credo che le cinque collezioni di alta gioielleria presentate fin ora siano legate da un fil rouge: non parlo di assonanze nel design dei singoli pezzi, perché, ripeto, ogni collezione ha una sua personalità fortissima. Il legame è piuttosto, oltre all’eccezionalità delle pietre, la maestria artigianale e, certo, alcuni simboli della maison che ricorrono, anche se un po’ meno rispetto alla fine jewellery.
Per la maison la gioielleria è un segmento relativamente giovane, ma c’è un grande fermento, in generale, tra i brand della moda e del lusso, anche
per la parte di alta gioielleria. Le fa piacere?
Mi fa piacere e capisco questa curiosità e volontà di molti marchi di entrare nella gioielleria. Per Louis Vuitton penso sia anche un modo per coinvolgere in modi nuovi i clienti che entrano nelle boutique, magari attratti dagli accessori, borse in primis, e dall’abbigliamento. Scoprire i gioielli e vedere come siano ben integrati nel mondo Vuitton penso sia una sorpresa molto piacevole.
In Grecia avete svelato 95 dei 170 pezzi della collezione e 13 dei 16 temi nei quali è divisa. Uno di questi è Gondwana, ci può raccontare perché è così importante?
Gondwana è il nome di quello che i geologi chiamano supercontinente, una delle due masse terresti che oggi comprende Sud America, Africa, India, Australia e Antartide. Per me è il modo di creare una connessione seguendo la magia degli smeraldi. In particolare c’è una collana in platino a sette fili che allude al movimento circolare della Terra, enfatizzato dal motivo a V tipico delle collezioni di gioielli Vuitton. In questa collana sette eccezionali smeraldi colombiani si incastrano in una V e al centro c’è una pietra da 4,51 carati con una rara tonalità blu e quella che i gemmologi definiscono saturazione impeccabile. “Ancelle” degli smeraldi, per così dire, sono 259 diamanti e alla collana sono abbinati orecchini e anello.
Parla dei gioielli come fossero creature viventi. Non le costa fatica separarsene?
Un pochino, forse. Ma come dicevo, i gioielli sono fatti per creare una connessione tra passato e presente e con il futuro. Connessioni rese possibili dalle persone e questo mi rende felice.
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