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Lu-Ve, più automazione nei processi produttivi. Nuovi impianti in arrivo

Investimenti per 40 milioni nell'allargamento delle fabbriche: fino a 80 milioni di potenziali ricavi aggiuntivi. Il rischio della frenata economica

di Vittorio Carlini

5' di lettura

Ampliare la base produttiva. Poi, unitamente all’innovazione di prodotto, aumentare l’automazione nei processi produttivi. Sono tra le priorità di Lu-Ve a sostegno del business.

Il gruppo, di cui la Lettera al risparmiatore ha sentito i vertici, prevede nel 2023 circa 40 milioni di Capex (meno di quanto preventivamente stimato). Una parte di questi è indirizzata proprio sugli impianti. Il programma di ampliamento, avviato prima di quest’anno e che traguarda oltre l’esercizio in corso, prevede diversi interventi.

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Così, negli Stati Uniti, deve ricordarsi l’allargamento della struttura in Texas finalizzata alla realizzazione di Apparecchi ventilati di grande potenza (usati, ad esempio, nei data center). L’investimento per l’intera operazione è intorno a 20 milioni e l’entrata in funzione è attesa tra luglio e agosto 2024.

In Cina, invece, dovrebbe essere pronto - entro la primavera dell’anno prossimo - l’incremento da circa 12.000 a 18.000 Mt2 delle strutture coperte. Qui l’esborso, limitato a macchinari e linee produttive, è intorno ai cinque milioni in un triennio.

Due opzioni in Polonia

Dall’ ex “Regno di mezzo” al Vecchio continente. Nel polo del gruppo in Polonia è stato completato l’intervento - ulteriori 6.000 Mt2 di base produttiva - finalizzato agli Scambiatori di calore. L’impegno è intorno ai cinque milioni e, adesso, sul tavolo c’è una duplice opzione. O proseguire nell’allargamento della fabbrica esistente oppure, nel caso di vittoria della gara cui Lu-Ve ha deciso di partecipare, acquisire un nuovo terreno (circa 30.000 Mt2). Entro fine settembre prossimo dovrebbe esserci il risultato dell’asta e, di conseguenza, si saprà qual è la strada che verrà seguita.

Infine: l’Italia. Nel Belpaese due sono gli interventi. Il primo riguarda la razionalizzazione ed allargamento della base produttiva avuta in eredità dallo shopping di Refrion. Il secondo, invece, attiene alla progressiva riconversione dell’impianto di Borgo Valbelluna (acquisito nell’operazione su Acc).

Insomma: il progetto è importante. Un programma il quale, complessivamente (considerando gli stessi interventi di riqualificazione di vecchie linee produttive), vale intorno ai 40 milioni. L’esborso, evidentemente non contabilizzato nel solo 2023, permetterà di incrementare il volume di affari della società. Di quanto? Lu-Ve indica che, potenzialmente, potrebbero aversi ricavi aggiuntivi fino ad 80 milioni in un triennio (dalla fine dei lavori considerati).

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L’automazione

Ma non è solo questione di allargamento degli impianti. Altra priorità riguarda l’automazione dei processi produttivi. L’azienda ha realizzato, e portato positivamente a termine, dei progetti pilota, in India e Polonia, volti ad efficientare la produzione. Ora l’approccio viene via via esteso ad altri impianti e attività. Un esempio? La saldatura ed assemblaggio di specifici Scambiatori di calore di dimensione inferiore a due metri. Di più. Il gruppo punta a collegare maggiormente tra di loro le macchine nelle linee di montaggio. Cioè: l’obiettivo è arrivare ad avere sistemi più integrati ed automatizzati. Gli investimenti su questo fronte, nell’esercizio in corso, si aggirano sui 3 milioni. Nel 2024 la volontà è raddoppiare l’impegno.

Tutto rose e fiori, quindi? La realtà è più complicata. Il risparmiatore esprime una preoccupazione in merito alla dinamica inflattiva. Nonostante l’andamento dei costi delle materie prime, rispetto al 2022, sia rallentato c’è ad esempio il problema prospettico del costo del lavoro (aumentato nel primo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022). Un contesto che rischia d’impattare la redditività del gruppo. La società rigetta il timore. L’azienda, in primis, ricorda che, ad esempio nei contratti di vendita degli Scambiatori di calore, sono previste formule di prezzo indicizzate a variabili quali il costo del lavoro. Inoltre - aggiunge sempre Lu-Ve - va sottolineato che, unitamente all’uso del passtrough, la società spinge per l’appunto sul fronte dell’automazione della produzione. Una strategia che limita il tema del costo del lavoro. A fronte di un simile contesto l’azienda afferma di essere in grado di gestire la situazione.

Categorie di prodotto

Fin qui alcune considerazioni su base produttiva, automazione e dinamiche inflattive. Sennonché il risparmiatore guarda anche all’andamento delle categorie di prodotto.

Già, le categorie di prodotto. Il gruppo, sotto questo aspetto, divide i ricavi in tre aree. Dapprima ci sono gli Scambiatori di calore. Questi sono costituiti da un sistema che, da una parte, grazie al passaggio di fluidi nei tubi di un componente (ad esempio CO2), cede o sottrae calore a un ambiente; e, dall’altra, costituisce una parte di un apparecchio più grande (ad esempio banchi refrigerati in un supermercato). La seconda area è, invece, rappresentata dagli Apparecchi ventilati. Appannaggio di questi sono gli scambiatori di calore abbinati a ventilatori, che di fatto costituiscono delle apparecchiature a sé stanti. Infine: la terza area. Qui troviamo le Porte di vetro per, tra le altre cose, i banchi refrigerati. Ebbene: alla fine del 2022 la divisione dei ricavi, secondo la tipologia di prodotto, è la seguente: gli Scambiatori di calore e gli Apparecchi ventilati valgono rispettivamente il 53,2 e 41,6% del fatturato. Le Porte, invece, hanno generato il 3% delle vendite.

Si tratta di una divisione destinata a cambiare nel medio periodo? Lu-Ve articola la risposta. Nel 2023, viene indicato, è prevista la ripresa ed incremento del peso percentuale degli Apparecchi ventilati. Nel medio periodo invece, al netto dell’M&A, dovrebbe aversi che gli Scambiatori di calore arrivano al 54-55% dei ricavi, mentre gli Apparecchi ventilati si assestano al 40-41%. Il segmento delle Porte, invece, resta residuale.

Vantaggi dalla diversificazione geografica

Al di là di ciò il risparmiatore realizza un ulteriore ragionamento.Il rialzo dei tassi voluto dalle banche centrali, per contrastare l’inflazione, ha spinto varie economie in recessione. Gli stessi Usa sono in predicato di cadere nella congiuntura negativa. È un trend che rischia di frenare la crescita di Lu-Ve. L’azienda, pure conscia della situazione, invita ad un’analisi articolata. In primis, viene ricordato, il gruppo vanta una diversificazione geografica, di applicazioni di prodotto e anche di stagionalità dell’attività che rende - come mostra il track record della società - resistente il business alle crisi. Inoltre, dice Lu-Ve, i processi strutturali, i quali contribuiscono alla stessa espansione aziendale, restano comunque in essere: dall’elettrificazione e digitalizzazione dell’economia - che richiede, ad esempio, più data center- fino alla messa al bando dei refrigeranti tradizionali ed inquinanti. Un contesto in cui, conclude il gruppo, la società non vede problemi.

Dinamiche e attività

Ciò detto, quali le prospettive delle categorie di prodotto? Negli Scambiatori di calore è attesa, nel medio periodo, una forte spinta in scia alla domanda di pompe di calore, soprattutto in Europa. Tra i target, sfruttando le nuove tecnologie - come le soluzioni a propano -, c’è l’ incremento delle quote di mercato. Al di là di cio, più nell’immediato e per fine del 2023, l’area in oggetto è prevista crescere ad una singola bassa cifra percentuale. Nell’altra divisione, gli Apparecchi ventilati, uno dei focus è invece sulla produzione di prodotti di ampie dimensioni da usare, ad esempio, nei centri logistici refrigerati o data center. O, ancora, sui macchinari che raffreddano i grandi motori finalizzati alla produzione di energia. Tutte soluzioni che dovranno contribuire all’espansione dell’area la quale, a fine del 2023, è stimata in rialzo tra l’alta singola e la bassa doppia cifra percentuale. Riguardo, infine, alle Porte è in atto la razionalizzazione dell’offerta, volta a concentrarsi su produzioni a valore aggiunto.

A fronte di un simile contesto, e con i ricavi che nel primo semestre 2023 sono saliti del 2,7%, quali allora le prospettive sull’intero anno? La società ricorda che il consensus di mercato prevede, a fine esercizio, un fatturato intorno a 650 milioni. Il gruppo indica che il consensus è sensato. Rispetto, invece, all’Ebitda margin Lu-Ve ribadisce che l’indicatore dovrebbe essere in linea con il 2022. Qui, a ben vedere, il rapporto tra Mol e ricavi è più debole rispetto alla media storica. Il che fa storcere il naso al risparmiatore. La società non condivide il disappunto. Il trend, viene spiegato, è anche e soprattutto l’effetto diluitivo delle acquisizioni che richiede un po’ di tempo per essere assorbito. In tal senso l’obiettivo della società, nel medio periodo, è arrivare a un Ebitda margin del 13-14 per cento.

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