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Da gennaio giù del 5,4% le bollette elettriche. Come scegliere tra le tariffe

Le ultime rilevazioni dell’Arera stabiliscono un contenimento dei costi dell’elettricità, a fronte di un lieve aumento di quelli del gas (+0,8%)

di Jacopo Giliberto

(₩扵歩)

7' di lettura

Bolletta elettrica meno cara per le famiglie italiane, a fronte di un lieve rincaro per quella del gas. Nel primo trimestre 2020, spiega infatti l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), «il forte calo del fabbisogno per gli oneri generali, il contenimento delle tariffe regolate di rete (trasporto e distribuzione) e le basse quotazioni delle materie prime nei mercati all'ingrosso portano infatti a una riduzione del -5,4% per l'elettricità e a un leggero aggiustamento per il gas, +0,8% per la famiglia tipo in tutela». Numeri che si traducono in una spesa di 544,2 euro per l'elettricità per la famiglia-tipo nell'anno scorrevole compreso tra il primo aprile 2019 e il 31 marzo 2020 (-2,9% annuo) e di 1.040 euro per il gas (-9,5%). Il risparmio rispetto ai 12 mesi corrispondendi di un anno prima, quindi, è complessivamente di 125 euro su base annua (109 euro sul gas e 16 sull'elettricità.

Resta però il fatto che la liberalizzazione di luce e gas fa paura a molti. Mentre piace a molti altri. L’autorità dell’energia Arera ha censito quanti consumatori hanno lasciato le sicure tariffe aggiornate ogni tre mesi e sono passati ai prezzi fissi o variabili proposti dalle compagnie energetiche: nel 2019 che sta per finire hanno lasciato la “maggior tutela” il 46,5% dei clienti domestici di corrente (circa 13,7 milioni di famiglie) e già il 59,1% delle piccole imprese (circa 4,1 milioni).
Nel gas già a dicembre 2018 sul libero si trovava il 50% delle famiglie.
E fra tutti i contratti liberi, le famiglie vanno pazze per quelle a prezzo fisso.

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Ma chi lascia la sicurezza delle tariffe regolate e approda al mercato libero ha vantaggi sulle bollette?
No. Stando al censimento dell’autorità dell’energia, le famiglie che hanno scelto un contratto nel mercato libero «hanno pagato costi mediamente più elevati», afferma l’Arera, perché le offerte commerciali «spesso includono servizi aggiuntivi, elementi di differenziazione commerciale e differenti strutture di prezzo».

I dati sono contenuti nel documento “ Monitoraggio del mercato retail ” che l’organismo pubblico sull’energia, sulle reti e sull’ambiente conduce ogni anno per fare il punto del processo di liberalizzazione dell’energia, processo che è fra i compiti di promozione del mercato dell’authority milanese.

Tutto ciò avviene mentre più in là, a Roma nel Senato, viene fatta slittare ancora una volta la liberalizzazione di tutti i consumatori. Prevista per il 1° luglio prossimo, la liberalizzazione piena è stata spostata ancora una volta, e questa volta slitta al 1° gennaio 2022.

Corrente elettrica
Le dinamiche della competizione nel settore elettrico sono poco omogenee. Nel 2018, osserva l’autorità dell’energia, sono cresciuti a decine i rivenditori di corrente ai consumatori; le società di vendita sono diventate 426, cioè 35 in più rispetto al 2017.
In molti casi sono società poco strutturate che fanno margini ampi non tanto sulla bolletta del singolo cliente bensì sui mercati paralleli del bilanciamento e degli altri servizi ancillari.

Chi sono i leader del mercato libero?
Il “primo operatore” (l’Arera non ne dice il nome ma è l’Enel) scende sotto la metà del mercato libero delle famiglie, 49,3%, in termini di energia fornita, ma rimane sopra la metà con il 50,4% in termini di punti serviti. Significa che s’è ridotta leggermente la dimensione media di consumo dei suoi clienti.
Insieme, le prime tre società elettriche servono il 67,0% del mercato in termini di energia e il 68,3% in termini di clienti.

Gas
Fermenta il settore del metano. Le aziende del gas sul mercato libero sono cresciute a 396, cioè nel 2018 erano 9 in più.
Le aziende più rilevanti sono Eni, Edison, Enel e Iren.

A differenza del mercato dell’elettricità, dematerializzato e vicino alle modalità di mercato dei contratti per i telefonini, le aziende del gas hanno una forte prevalenza locale di legame fisico con le singole province.
Le aziende che stipulano contratti in più di 3-4 regioni sono appena 23 e solamente le due aziende più grandi hanno una presenza significativa in almeno metà del territorio nazionale.

La maggior parte dei consumatori è sul mercato libero, ma è una maggioranza risicata, il 50% delle famiglie e il 50,4% dei metri cubi.

I venditori storici sono avvantaggiati nel passaggio dei consumatori al mercato libero, anche perché spesso le aziende del gas hanno una forte tradizione locale le cui radici in alcuni casi superano il secolo di storia.

Come risparmiare
Uno dei maggiori dubbi dei consumatori che lasciano la tranquillità delle tariffe regolate dell’autorità dell’energia è la speranza di conseguire risparmi in bolletta. Non a caso il mercato libero è un po’ più caro di quello a tariffe tutelate, anche perché vi sono servizi aggiuntivi, ma sono possibili risparmi fino al 7-9% per le offerte a prezzo fisso, e in genere costano meno i contratti stipulati online.

Nel monitoraggio annuale del mercato l’autorità Arera ha fatto il punto sugli strumenti dati ai consumatori per potere scegliere in modo consapevole.

Il primo strumento è il portale offerte nel quale l’autorità dell’energia mette a confronto tutti i prezzi del mercato libero. Secondo il censimento, un anno fa per il settore elettrico «erano visualizzabili 774 offerte per i clienti domestici», specifica l’autorità Arera, e 705 per le piccole imprese.

Il 57% di tutte le offerte per il gas erano a prezzo fisso. «Per il settore del gas, risultavano visualizzabili 887 offerte commerciali per i domestici, 673 per i condomini uso domestico e 792 per i non domestici. Di queste il 52% era a prezzo fisso».

L’altro strumento per aiutare i consumatori a scegliere è il contratto obbligatorio secondo i criteri Placet: tutti i venditori di gas e luce devono avere nel bouquet delle offerte tariffarie anche questa tipologia di contratto, uguale per tutti e quindi confrontabile.

Piace il prezzo fisso
Le famiglie sul mercato libero preferiscono in maniera preponderante le offerte a prezzo fisso rispetto a quelle con prezzo variabile: per il settore elettrico l’85,9% dei nuovi contratti siglati dai clienti domestici consistevano in offerte a prezzo fisso (+2% rispetto al 2017); nel settore del gas, tale preferenza è leggermente meno frequente, ma comunque prevalente (70,4% nel 2018 con +1,8% rispetto al 2017).

Altre possibilità di risparmio sono confermate dalla convenienza delle offerte on-line rispetto a quelle sottoscrivibili attraverso altri canali, ma pochissimi consumatori si fidano a stipulare contratti via web: appena il 3,4% dei clienti del settore elettrico e un ridottissimo 2,6% per il settore del gas.

Chi paga di più e chi paga meno
Dall’indagine dell’autorità Arera emergere una che i consumatori hanno ancora poca consapevolezza sulle possibilità di risparmio.
Però l’analisi del mercato rivela che il divario tra consumatori liberi e consumatori tutelati si restringe.

Diverso il caso delle piccole e medie imprese.
Le aziende sul mercato libero spendono meno di quelle rimaste nel segmento tutelato. Per i prezzi dell’energia elettrica resta costante una differenza tra i prezzi mediamente pagati dai clienti delle varie tipologie (consumatori liberi o tutelati; famiglie e imprese), ma «il loro andamento sembra essersi allineato a partire dal 2016».

Meno reclami (e meno pasticci)
Si riducono i reclami (165.200 su 29,5 milioni di clienti) e i pasticci di fatturazione («Il minimo dal 2012», avvisa l’Arera, «meno di 13.200 per il mercato libero e circa 3.100 nella maggior tutela»).
Sono stati contestati 2.529 contratti (di cui 849 aziende), pari allo 0,07% dei contratti.

Le rettifiche di fatturazione e di doppia fatturazione si riducono ulteriormente raggiungendo il minimo dal 2012, meno di 13.200 per il mercato libero e circa 3.100 nella maggior tutela.

Per quanto riguarda i contratti contestati nell’elettrico nel 2018 sono stati rilevati 2.529 casi di reclamo (1.680 clienti domestici e 849 imprese), pari allo 0,07% dei contratti conclusi nello stesso periodo (in diminuzione rispetto al passato).
Nel settore gas l’indice di reclamosità dei clienti nel mercato libero è stabile dal 2016 all’1,3%.
Anche il fenomeno dei contratti contestati sembra esiguo. Nel 2018, ha interessato lo 0,06% dei contratti conclusi (contro lo 0,1% del 2017), con 831 casi su quasi 1.365.000 contratti.

Al Sud si taglia la luce più spesso
Non sono omogenee le richieste di sospensione del servizio per morosità di chi non ha pagato le bollette.
Le differenze sono tra le varie tipologie di cliente (famiglie o imprese), per tipologia di mercato (mercato libero e servizi di tutela) e per zona del Paese.

Per esempio nel settore elettrico le richieste di tagliare la luce rispetto al numero di punti serviti, per la maggior tutela variano dal 2,7% dell’Alta Italia, al 4,3% del Centro, al 6,2% del Mezzogiorno.
Per il mercato libero le percentuali sono del 4,2% al Nord, 6,3% al Centro e del 10% al Sud.

Per quanto riguarda i soli consumatori domestici, la media nazionale delle richieste di sospensione per la maggior tutela è del 3,5%, con forti variazioni che vanno, ad esempio,
dal 6,5% della Campania,
al 4,3% del Lazio,
al 2% del Veneto
e all’1,2% della Valle d’Aosta.
Per le famiglie del mercato libero la media nazionale è del 5,8%, con variazioni che, ad esempio, vanno dal 11,2% della Campania, al 10,5% della Sicilia, al 5,9% della Toscana, al 4,3% del Piemonte, al 2,1% della Valle d’Aosta.

Ma non sono le famiglie i peggiori pagatori di bollette.
Come linee di tendenza, per il settore elettrico le richieste di “tagliare i fili” per la sospensione della fornitura si stanno riducendo per i clienti domestici e per le imprese nel mercato libero, ma invece aumentano per le aziende rimaste nel segmento di maggior tutela e per le grandi imprese attive nel mercato libero.

Anche nel settore del gas le richieste di sospensione per morosità sono più frequenti per i clienti non domestici e sono più rare per i clienti domestici.
Per il metano le richieste di sospensione comunque risultano in media più basse che nel settore elettrico. Ad esempio, per i domestici sono l’1,5% per il servizio di tutela e il 4,5% nel mercato libero. Ma nel caso del gas c’è un altro freno al “taglio del gas”: sono ancora pochi i contatori intelligenti che permettono di agire a distanza e i contatori sono quasi sempre in luoghi difficili da raggiungere.

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  • Jacopo Gilibertogiornalista

    Lingue parlate: italiano, inglese

    Argomenti: ambiente, energia, fonti rinnovabili, ecologia, energia eolica, storia, chimica, trasporti, inquinamento, cambiamenti climatici, imballaggi, riciclo, scienza, medicina, risparmio energetico, industria farmaceutica, alimentazione, sostenibilità, petrolio, venezia, gas

    Premi: premio enea energia e ambiente 1998, premio federchimica 1991 sezione quotidiani, premio assovetro 1993 sezione quotidiani, premio bolsena ambiente 1994, premio federchimica 1995 sezione quotidiani,

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