Lucia Marcucci: il mercato è in evoluzione
Con la moda torna l’attenzione su un’artista che ha sempre gestito la sua opera divulgandola più che vendendola. Il gallerista Simone Frittelli punta a realizzare il catalogo ragionato
di Beatrice Masini e Andrea Petteni*
4' di lettura
Artiste “escluse” che ora tornano di moda. Una tendenza che si è affermata nel mondo dell'arte negli ultimi anni e che ha permesso la rivalutazione di tanti nomi. “Per alcuni un pericolo” spiega Simone Frittelli, direttore della galleria Frittelli Arte Contemporanea di Firenze, “per coloro che pensano che possa sminuire l'opera delle artiste, ma per la l'affermazione e la diffusione di una minoranza come può essere l'espressione femminile è fondamentale diventare più appetibili”. Lo stesso Frittelli dagli anni ’90 sostiene un'artista che di recente è stata interessata da un'attenzione crescente: Lucia Marcucci, classe 1933 nata a Firenze. Lo scorso autunno è stata inclusa in due mostre che si sono tenute alla Galleria dell'Incisione di Brescia e presso la APalazzo Gallery , dedicate al lavoro di Romana Loda, coraggiosa gallerista scomparsa nel 2010, che dagli anni ’70 ha svolto a Brescia un ruolo fondamentale nella valorizzazione di artiste attive in quel periodo storico.
Le mostre seguivano un altro evento importante per la rivalutazione della Marcucci: a settembre per la presentazione della collezione prét-à-portér a Parigi di Dior , la direttrice creativa Maria Grazia Chiuri, che di recente ha già portato l'attenzione su artiste degli anni 70 come Ketty La Rocca e Tomaso Binga, ha scelto Lucia Marcucci per il setting della sfilata, collaborando con l'artista per la realizzazione di una “Vetrata di poesia visiva” che, riprendendo la tecnica del collage, ha fatto da fondale a questo importante evento mediatico.
Il mercato
Gli scambi su questa artista sono ancora principalmente italiani e i prezzi rimangono di fascia bassa; è stata sottostimata per tanto tempo. Durante la carriera, infatti, l'artista tendeva a soddisfare le richieste di opere da parte di amici e collezionisti, anche a prezzi bassi e svendendo il proprio lavoro, queste azioni hanno bloccato la produzione della Marcucci a fasce di prezzo basse, una tendenza che oggi si rivela difficile da invertire.
«Nel 1990 le opere della Marcucci avevano un valore di pochi milioni di lire, tre o quattro, al massimo sei milioni – afferma Frittelli – oggi parte da opere valutate sui 3.000 €, che risultano ancora sottostimate, mentre altre raggiungono facilmente anche i 12-15mila €, ma sono convinto che si possa continuare a lavorare perché si possano raggiungere cifre intorno ai 100mila. Abbiamo rappresentato in esclusiva l'artista sin dal 1990 e siamo ancora adesso la galleria di riferimento. Spero, però, che il lavoro che sto facendo per darle visibilità con piattaforme espositive museali e commerciali di respiro internazionale si concretizzi presto e ci porti ad un ampliamento delle sue collaborazioni con nuove gallerie e la diffusione della sua opera nelle collezioni internazionali». La galleria, inoltre, sta valutando la possibilità di avviare, in collaborazione con una responsabile scientifica, l'elaborazione di un catalogo ragionato che assolva al compito di strumento di studio e alla funzione di garante per il mercato.
In asta
Per quanto riguarda il mercato in asta, invece, il range dei prezzi di vendita si abbassa. Il top lot corrisponde ad un collage, “Crea un'atmosfera”, battuto da Sotheby's nel 2016 per 7.000 € e stimato in partenza tra 4.000 e 6.000 €. La maggior parte dei lotti venduti si mantiene nella fascia di prezzo inferiore ai 5.000 € e quasi la metà risulta non venduta.
Anche i musei si muovono seguendo gli andamenti del mercato, acquisendo i nomi di tendenza. Sono, quindi, ancora poche le istituzioni italiane che hanno opere di Lucia Marcucci in collezione permanente: tra le più importanti il Mart di Trento e Rovereto e il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, che allestiscono o prendono spesso parte a importanti collettive o retrospettive dell'artista. Inoltre, la Galleria degli Uffizi ha recentemente acquisito l'opera «Autoritratto (Perfection)» inclusa oggi nella Collezione di Autoritratti. Dagli anni '90 ad oggi si assiste, comunque, ad un aumento della visibilità dell'artista, una sempre maggiore inclusione in mostre collettive e biennali curate da nomi di spicco nel campo dell'arte quali Renato Barilli, Gillo Dorfles e Achille Bonito Oliva.
Il circuito
Ugualmente il collezionismo, seguendo la tendenza del mercato, si è rivolto a questo settore dell'arte e sono nate vere e proprie collezioni dedicate interamente ad artiste donne. Lucia Marcucci fa parte di un gruppo più ampio di artiste operative negli anni '60 e '70, nei contesti di Firenze, Genova e Roma. Questo periodo è molto interessante dal punto di vista della partecipazione artistica femminile in quanto attesta un accesso al mondo delle arti non dominato unicamente da operatori e artisti. Nel circuito fiorentino Lucia Marcucci si innesta nel percorso del Gruppo 70, insieme a Eugenio Miccini, Luciano Ori, Lamberto Pignotti, Antonio Bueno e in seguito Ketty La Rocca. Partecipa poi alla mostra di poesia visiva organizzata dal Gruppo 63, nella Galleria Guidi di Napoli, entra a pieno merito a far parte di quel gruppo di poeti, musicisti e pittori alcuni dei quali già incontrati nel Gruppo 70. Da questa esperienza si affermerà a pieno il linguaggio della poesia visiva, che raccoglierà anche tutte le esperienze successive del genere.
*Ha collaborato Davide Simonelli. Tutti allievi della XVIII edizione del Master in Economia e Management dell'Arte e dei Beni Culturali di Milano - 24Ore Business School
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