Il rilancio

Luciano Padovan riporta il focus sulla femminilità

di Giulia Crivelli

Glamour. Tra i modelli di punta presentati a Milano, i tacchi alti con le rouches

2' di lettura

Vedere un marchio italiano che va all’estero non è mai piacevole. Anche se va ricordato che nell’alta gamma i grandi gruppi francesi, in primis, hanno fatto acquisizioni nel nostro Paese per poi rafforzare le radici delle aziende e dei marchi, Proprio perché è il made in Italy a renderle competitive.

Quando però le operazioni non hanno successo – e purtroppo è accaduto pure con marchi iconici, come Gianfranco Ferré – il dispiacere diventa quasi dolore. A spingere Giorgio Innocenti, all’inizio di quest’anno, a rilevare il marchio Luciano Padovan è stato solo in parte il dispiacere di assistere alle gravi difficoltà di un marchio italiano finito in mani straniere. Egli ha intravisto una grande opportunità di rilancio e messo a punto un articolato business plan, ripartendo dal punto di forza di Luciano Padovan, le calzature da donna del segmento di fascia alta, al quale appartengono, per intenderci, Manolo Blahnik e Louboutin. Non a caso tre dei marchi preferiti da Sarah Jessica a Parker, protagonista della serie Sex and the City, alla quale si deve la vampata di notorietà globale di molte maison di scarpe (e non solo). Fondato a Milano nel 1997 dall’omonimo imprenditore, il marchio Luciano Padovan è stato per un breve periodo di proprietà del fondo svedese Novargus, ma ha fatto ritorno in Italia grazie a Lp Group, newco controllata da Innocenti Group di Giorgio Innocenti, che è anche l’amministratore unico del marchio. Durante la settimana della moda donna di febbraio – nella quale, a differenze di quella di settembre, gli eventi digitali prevalsero su quelli fisici, causa restrizioni – la prima collezione debuttò sui canali social. «Dare nuova luce a questo progetto in un anno così difficile comporta una rinascita non solo per il brand, ma per l’intera azienda – spiega Giorgio Innocenti, che ha alle spalle molti anni di lavoro nel mondo della moda come manager e nella comunicazione –. Ricordavo il marchio per la sua indole sensuale, che con precisione aveva tracciato nuovi confini di stile: il nostro obiettivo è mantenere alto quello standard, adattandolo allo spirito del tempo. Senza rinunciare alla sua femminilità, come si è visto nella prima collezione presentata a febbraio e in quella per la primavera-estate 2022, che ha appena debuttato, con riscontri molto positivi da parte di buyer italiani e internazionali». Il marchio è tornato a essere prodotto a Parabiago grazie ai laboratori Valsecchi, ormai alla terza generazione, ma si avvale anche della collaborazione con imprese marchigiane. «Puntiamo a essere un’azienda leggera, senza strutture manifatturiere di proprietà – aggiunge Innocenti –. L’ufficio stile è interno, per la produzione scegliamo solo eccellenze del made in Italy».

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